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Alla voce “Barbagia” le più accreditate enciclopedie dicono: regione della Sardegna centrale i cui confini hanno variato col tempo. Ma ancora oggi quei confini, soprattutto nella pubblicistica, sono soggetti a frequenti ampliamenti o riduzioni a seconda che si voglia esaltare l’identità culturale ed etnica dei Barbaricini, oppure la si voglia collocare in una significativa zona delinquente. In realtà, oggi, la Barbagia di Ollolai, quella di Belvì e quella di Seulo (trascurando le Barbagie d’Ogliastra, di Bitti e del Mandrolisai, di cui non vi è traccia nelle carte geografiche) non corrispondono più a circoscrizioni amministrative e, di conseguenza, la loro definizione territoriale diventa labile e finisce per adattarsi alle più diverse esigenze degli antropologi, degli scrittori, dei politici, dei giornalisti e delle correnti turistiche.
Leggo con interesse i vostri commenti sulla problematica della Ryanair nel Nord Sardegna e vi ringrazio dei molteplici contributi. Premetto che non amo quella compagnia né tantomeno la filosofia dei voli low cost. E non la amo da viaggiatore professionista e accanito quale sono ormai da tanti anni. Perché, al di là delle tariffe di certo convenienti, c’è poco rispetto verso il viaggiatore che viene trattato come una merce quale invece non deve essere. Ho vissuto sulla mia pelle lo scadere del livello del servizio di molte compagnie aeree (e non solo quelle) in tutti questi anni e potrei scrivere un libro su ciò che mi è accaduto in trent’anni di viaggi in tutto il mondo. E mi capita spesso di viaggiare dal Continente per l’Isola (sia in nave che in aereo) in compagnia della famiglia spendendo cifre con le quali potrei andare nell’altro capo del mondo.
Ogni mattino, quando mi risveglio ancora sotto la cappa del cielo, sento che per me è capodanno.
Perciò odio questi capodanni a scadenza fissa che fanno della vita e dello spirito umano un’azienda commerciale col suo bravo consuntivo, e il suo bilancio e il preventivo per la nuova gestione. Essi fanno perdere il senso della continuità della vita e dello spirito. Si finisce per credere sul serio che tra anno e anno ci sia una soluzione di continuità e che incominci una novella istoria, e si fanno propositi e ci si pente degli spropositi, ecc. ecc. È un torto in genere delle date.