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- Mariella Cortès*-
Nel 1849 gli abitanti di Santu Lussurgiu si rivoltarono contro la borghesia agraria che con l’Editto delle Chiudende si era impossessata dei migliori terreni. Tre manifestanti morirono uccisi dai proprietari. In seguito terreni comuni vennero divisi in lotti e dati ai poveri. Per qualche tempo su quelle aree non venne chiesta nessuna imposta. Qualche anno dopo l’esattore comunale si presentò con le cartelle per la riscossione. Pochi tra quei contadini e pastori poterono onorarle; gli altri rivolsero ai grandi proprietari chiedendo loro l’acquisto di quei lotti.
Il barone delle industrie nuoresi che lo studioso Paolo Fadda ha dedicato a Francesco Guiso Gallisai è un libro intenso, documentato, ricco di storia e di passioni. Al centro del racconto l’epopea di una famiglia che ha rivoluzionato la storia di Nuoro e della provincia attivando il processo di modernizzazione del capoluogo barbaricino e trasformando Nuoro da paesone rurale in città industriale.
Operativo dagli ultimi decenni dell’Ottocento al 1970, il gruppo industriale dei Guiso-Gallisai portò a Nuoro lavoro e sviluppo nei duri anni della guerra. Dalla produzione di energia elettrica al mulino attorno al quale si sviluppa il primo pastificio industriale della zona; dalle fabbriche di ceramica e di ghiaccio alle miniere di talco a Orani, il lascito per il centro Sardegna è stato importante: 27 i paesi serviti dall’energia prodotta dalla centrale elettrica sul Cedrino; circa 1600 i dipendenti; porta a Nuoro la rete di illuminazione pubblica; avvia le bonifiche in Baronia e con il sogno di «industrializzare l’agricoltura» dà vita alla moderna azienda agro-zootecnica San Martino tra Nuoro e Irgoli; apre il cine-teatro Eliseo e costruisce l’asilo-scuola materna gestito ancora oggi dalle Vincenziane.