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-Mariella Cortès*-
Parlare di innovazione in Sardegna sembra un paradosso. Abituati come siamo a considerarci arretrati, fuori dalla Storia, isolati, facciamo fatica a pensarci dentro i fenomeni economici e culturali della contemporaneità. Così come parlare di reti sociali, di economia delle relazioni suona dissonante rispetto alla nostra presunta propensione alla divisione. Eppure si tratta di stereotipi infondati, privi di appigli storici. È una mitologia deprimente e autoassolutoria quella che domina la nostra percezione di noi stessi. Sgomberare il campo da questa falsa coscienza è altrettanto importante che generare pratiche virtuose in termini economici e sociali. Le due necessità vanno a braccetto.
Ci mancava una bella notizia di Orgosolo, di quelle di cronaca nera. Era da un po' che il paese dei murales (e non solo) non usciva alla ribalta. E come al solito si parla di banditi. Quei banditi che ho avuto modo di conoscere anche io, sin da tempi remoti quando a Orgosolo ci andavo e non conoscevo nessuno, quando ancora facebook non esisteva e quando vivevo all'estero. Assieme a me li conobbero anche amici spagnoli, francesi, italiani. Gente che di Orgosolo non aveva mai sentito parlare e che io volevo fargli vedere.