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Crepitio e passi crescenti, zoccoli ritmati e ruote di carri che avanzano all’unisono. Cagliari è attraversata da un corteo di 3500 persone in abiti tradizionali, in arrivo da ogni luogo della Sardegna, al loro seguito oltre duecento cavalieri, i Campidanesi, i Miliziani e la Guardiania. Un incontro di colori, costumi, suono delle launeddas e de is goccius, i canti devozionali: dal primo al 4 maggio si celebra la Festa di Sant'Efisio.
L’altra grande celebrazione sassarese è la Cavalcata Sarda che, insieme alla Festa di Sant’Efisio di Cagliari e alla Sagra del Redentore di Nuoro, fa parte della triade di manifestazioni isolane nelle quali è possibile vedere riuniti tutti gli abiti tradizionali della regione. Il suo carattere prettamente profano la distingue dalla maggior parte delle altre feste sarde (che sono circa250). Il nucleo centrale dell’evento è composto dai costumi, dalle danze, dai canti e, soprattutto, dalle cavalleresche acrobazie.
Un Carnevale tra i più famosi in Sardegna è quello di Tempio, le cui origini antiche sono difficili da ricostruire. Quello che si sa, con ragionevole certezza poiché confermato da alcune attestazioni scritte, è che, a cavallo tra Settecento e Ottocento, una grande festa popolare iniziava con l’Epifania e terminava con la pentolaccia, coprendo un arco temporale di circa due mesi, durante i quali la terra era messa a riposo e i contadini potevano rilassarsi e godere i frutti del proprio lavoro prima di riprendere l’attività.