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di ROBERTO CONCAS
Il patrimonio della civiltà nuragica entra nella "Tentative List” per il riconoscimento come Patrimonio Culturale Universale dell’UNESCO.
L’iniziativa promossa dall’associazione culturale “La Sardegna verso L’UNESCO” ha visto il coinvolgimento unanime del Consiglio Regionale della Sardegna, del Senato Accademico dell’Università di Cagliari, inoltre la partecipazione di oltre due terzi dei Comuni della Sardegna, del CRS4 e del DASS Distretto Aerospaziale della Sardegna, insieme ad un numero crescente di ricercatori e appassionati.
Ci sono storie che meritano un lieto fine. Lo meritano soprattutto quando intorno a noi le storie, le nostre, quelle di tutti i giorni, ci indeboliscono con il loro peso e le loro complicazioni, sopratutto oggi, in questo strano nuovo tempo di mezzo.
Ed ecco perché abbiamo bisogno di belle storie e di recuperare i finali, di concederci il piacere di riscriverli, quei finali, qualora non siano la risposta a un momento in cui serve un lieto fine.
E abbiamo bisogno, anche, di circondarci di quei piccoli piaceri densi di bellezza, in grado di sorprenderci, a ogni età.
«Scusi, cosa vendete qui?», chiede un passante incuriosito da quell’uscio con una porta in ferro battuto addobbata con vasi di fiori. «Io non vendo niente. Distribuisco cultura, diffondo storie» risponde ferma Mercedes. Ed è la verità. Mercedes racconta la storia di una città, di un regno, dei suoi abitanti. Racconta in particolare le storie di Castello, quartiere storico di Cagliari, e lo fa attraverso mattonelle di ceramica. Cinquecento, per la precisione. Cinquecento frammenti di ceramica decorata, ognuna con una vicenda da narrare ma parte di un racconto condiviso: Contus de Arrejolas, racconti delle riggiole, così si chiama il piccolo museo di via Lamarmora, 67. Uno scrigno che contiene piccoli tesori, un luogo fuori dai percorsi del turismo di massa della città. Eppure lì, a un passo, alla portata di chiunque spinto da un pizzico di curiosità vuole conoscere storie fuori dall’ordinario.