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Di MARGHERITA ZURRU
“Ma sù, che qua da voi (in Sardegna, n.d.r.) comandano le donne, non starà un po’ esagerando, avvocato?” Vorrei replicare. Sulla favola del matriarcato sardo e sulla vocale sbagliata – l’italiano non è un’opinione, si dice avvocata, femminile singolare – ma stavolta non raccolgo, sono qui per parlare d’altro.
di MARIA GIOVANNA DESSI'
Le piccole cose sono quelle che vediamo con una grande apertura dello sguardo
e alle quali decidiamo di dedicare il nostro tempo.
Non è semplice trovarle, come quando decidiamo in piena notte di fotografare le stelle,
i pianeti o la luna. Per vedere le piccole cose nella vita di tutti giorni è importante camminare lentamente, con le gambe e con il cuore. Provare a osservare con occhi nuovi ciò che circonda, leggere negli sguardi, capire le sfumature dei colori, sentire il profumo che ci circonda, non dare nulla per scontato.
Le piccole cose nascondono grandi segreti. Possono farci viaggiare nel tempo e nello spazio.
Ci permettono di nutrire la nostra curiosità, di imparare a conoscerci meglio e a comprendere gli altri.
di EMILIANO DEIANA*
Parlare della morte non è di moda. Forse non lo è mai stato. Forse non lo sarà mai.
Eppure, in questo tempo mediano, in questo Medioevo pandemico tornano alla ribalta i morti, le loro storie, le loro vicende minime, gli affetti, i lasciti, le assenze, il vuoto, la lontananza, la distanza messa fra le spoglie e il ricordo di ciò che è stato e mai più sarà. Quante volte abbiamo sentito, in questi lunghi mesi che sembran secoli, le sirene delle ambulanze allontanarsi da città e paesi e il pensiero che si allunga nel suono ansiogeno della domanda: ci rivedremo ancora? O nel terrore asintomatico o cortisonico che fa soffiare la certezza di dire: non ci vedremo più!