Direttamente dai bestiari medievali, il Basilisco è una delle creature più terrificanti tra gli esseri fantastici che popolano la Sardegna. Per alcuni sarebbe un particolare tipo di rettile o un dinosauro sopravvissuto ai secoli, altri lo descrivono come un gallo con coda di serpente con il potere di uccidere chiunque incroci il suo sguardo.
Di natura malefica, si narra che la sua stessa nascita fosse terrificante: le uova vengono partorite da galli maschi e covate da rospi e il suo sangue è in grado di sanare i malefici (pur trattandosi di una creatura demoniaca). La leggenda vuole che San Domenico riuscì ad addomesticarne uno ed ecco perché sulle colonne della omonima chiesa a Cagliari è rappresentato un basilisco: non solo monito per i fedeli ma anche, dunque, ricordo di un fatto prodigioso. C’è solo un modo per combattere il basilisco: munirsi di uno specchio col quale uccidere l’animale grazie al suo stesso sguardo riflesso; ad allontanarlo è, invece, la donnola che rappresenterebbe per lui un tremendo pericolo. Considerato dalla storiografia come "re dei serpenti" e da Plinio come l'animale più velenoso al mondo, capace di uccidere, pietrificando o incenerendo con il solo sguardo ma anche con un semplice soffio.
S’Iscultone o Scultone, riportato nelle numerose leggende sarde altro non sarebbe dunque che il temibile basilisco.
Uno dei luoghi più gettonati per gli avvistamenti della terribile creatura è il Golgo di Baunei.
Vuole la tradizione che fu grazie a San Pietro, accorso in soccorso delle popolazioni, terrorizzate dal basilisco, che si generò la spaventosa voragine. Dopo aver usato uno specchio per riflettere il suo sguardo, il Santo afferrò S’Iscultone per la coda sbattendolo ripetutamente a terra; il suolo cedette sotto il peso dell’animale dando origine al Golgo di Baunei. Ma non per tutti il Basilisco ha lasciato le montagne dell’Ogliastra e del Nuorese. La sua presenza continua a far parte dei “contos de foghile” e la sua fama è arrivata anche agli sceneggiatori del celebre fumetto Martin Mystère che nel numero 80, intitolato “La Macchina Invincibile”, fanno incontrare il famoso investigatore del mistero con il nostro basilisco nel territorio di Baunei. Non solo. Anche in un numero di Topolino del 1998, l’archeologo Indiana Pipps si ritrova a dover combattere, nella valle di Goggorroppu con il terribile sguardo de S’Iscultone che, in questo caso, si limita a far perdere la memoria a chiunque lo incontri (La valle della memoria perduta).
Eppure, tra leggende, superstizioni e contos de foghile, si erge un fondo di presunta verità. Recentemente, un gruppo di paleontologi dell’Università di Pavia ha ritrovato,a Torre del Porticciolo (Alghero), i resti di un enorme rettile vissuto alla fine del Paleozoico, circa 270 milioni di anni fa. L’esemplare, come riportato su National Geographic, affine al genere Cotylorhynchus, è il primo grande vertebrato paleozoico scoperto in Italia. Secondo i ricercatori, i resti fossili ritrovati in Sardegna appartengono tutti allo stesso animale: era lungo circa 4 metri e faceva parte della famiglia dei caseidi, rettili erbivori molto simili agli ippopotami. Che quella de S’iscultone non fosse dunque solo una leggenda?