Primo maggio 2022, 366° edizione di Sant’Efisio.
Un’edizione indimenticabile.
Nella conclusione di quel viaggio che, da Nora, riporta a Cagliari il Santo Guerriero, negli sguardi che lo hanno accompagno e seguito lungo gli oltre sessanta km di un percorso di fede e devozione, c'è, quest'anno, qualcosa di più.
È quella felicità dell'aver ritrovato un momento tanto desiderato.
E' il ritrovare i colori e il senso di condivisione, l'unione nell'emozione, il senso di appartenenza e la gioia del poter partecipare completamente a un momento di Festa collettiva dopo due anni di attese, paure, incertezze.
Sì, questa edizione rimarrà indimenticabile, per tante ragioni.
Ne ho raccolto tre da altrettante persone vicine e speciali che hanno sentito sulla pelle questa festa del ritorno, della speranza.
Una me la riporta subito il fotografo Giuliano Spiga, mentre rientra da Cagliari e ripassa mentalmente le foto scattate che trovate nella gallery dedicata e che accompagnano questo articolo.
“Quando c’è stata l’infiorata nessuno è riuscito a trattenere le lacrime. Nemmeno io. Troppa era l’emozione, troppa l’attesa”.
Già, perché in quel lancio delicato di petali profumati c’è tutto il desiderio di rinnovare un atto di fede e di continuare a raccontarci attraverso i nostri colori, i nostri ricami e i nostri abiti tradizionali.
Così era e così sarà, sempre, mi ripeto.
Ed è proprio da quest’ultima istantanea che tutto riparte, riprendendo luce, ridando speranza.
Perché anche chi, come lo scrittore Matteo Porru, non ha mai visto Sant’Efisio dal vivo ne conserva un ricordo speciale, condiviso, qualche giorno prima, sulla sua pagina Facebook:
Appena rientrata a Berlino, anche l'imprenditrice Simona Dedoni mi racconta il suo Sant’Efisio 2022 che riparte dal ricordo del nonno, Efisio Bussu, e si intreccia all'azienda di famiglia, la Dedoni Sardinia, che in occasione del Primo Maggio dedicava tutta la sua flotta di autobus al trasporto dei gruppi folkloristici in un grande momento di festa ed emozione collettiva.
“Per me non è sempre possibile trattenermi a Cagliari all’inizio di maggio.
Ma questa volta ci tenevo in modo particolare, dopo i due anni di pandemia, in cui l’assenza del nostro Santo si è fatta sentire.
“Nostro” perché credo che Efisio, o Efis, come lo chiamo io, sia il santo di tutti noi.
Anche di coloro che non sono credenti.
Penso che il culto di Sant’Efis vada ben oltre il credo religioso.Sant’Efis è il mio modo di stare vicina a mio nonno, da quando è mancato nel 2008.
Ogni anno, nei giorni che precedevano il primo maggio, Efisio Bussu, nativo di Ollolai e sposato a Gadoni, si faceva accompagnare a prendere la “corriera” dell’ARST al bivio tra Gadoni e Aritzo, per venire a Cagliari a onorare il suo omonimo.
Ma il primo maggio, nei miei ricordi di bambina, è anche uno dei giorni più impegnativi e più gioiosi per l’azienda di famiglia: tutti, ma proprio tutti gli autobus erano impegnati per portare a Cagliari i gruppi folkloristici che arrivavano da ogni parte dell’Isola.
E con i gruppi si cantava, si ballava, si festeggiava. Si condivideva, insomma.
Questa edizione della Festa l’ho vissuta molto intensamente, alla partenza e al rientro del Santo: per la prima volta dopo due anni di pandemia, mi sono trovata tra tante persone che non conoscevo. Sembra incredibile che questo non rappresenti più la normalità.
Ho vissuto un “pranzo di Sant’Efisio” e una giornata tanto inaspettata quanto meravigliosa, grazie a una nuova amica che ha voluto sorprendermi e regalarmi una vista dall’alto.
Ho vissuto un rientro in mezzo alla folla, grazie a una “vecchia” amica, che mi ha voluta con la sua cerchia abituale.
Ho chiacchierato con chiunque: ragazzi, signore e signori, attempati o meno.
Ho incontrato amici che non vedevo da tempo.
E Sant’Efisio non è forse soprattutto questo, partecipazione e condivisione?
“Una rockstar”, così l’ho definito su Instagram.
Perché la folla che ho vissuto mercoledì sera non la vivevo da tantissimo tempo. E noi adulti, ma anche tanti giovanissimi e tanti anziani, tutti eravamo lì solo per lui. E in molti lo abbiamo seguito fino alla sua chiesetta in Stampace. Ben al di là di ogni credo.
Lascio Efis con la speranza di rivederlo nel 2023.
In un nuovo anno in salute e pace per tutti. Decisa ad aggiungere pian piano nuove tappe ed esperienze a questo percorso di 4 giorni che ci unisce tutti attorno a lui, Sant’Efis martiri gloriosu.
Attrus annus mellus!
Grazie a Giuliano, Matteo e Simona e tutte le persone che hanno reso possibile il rinnovarsi di tanta bellezza.
Tutte le foto presenti in questo articolo sono di Giuliano Spiga.