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Di Alessandra Derriu*
Conoscere il futuro è da sempre un’idea che affascina l’uomo, lo rapisce, lo illude. Dalla notte dei tempi diverse pratiche hanno accompagnato la Nostra Storia, tutte volte a svelare ciò che ancora doveva accadere. Non è nella natura umana sapere in anticipo il proprio destino, e se questo non accade, vi è una ragione. Conoscere la meta porta inevitabilmente ad influenzare il viaggio, a programmare le tappe, a gestire gli eventi, invece, la vita deve scorrere, il passato deve essere lasciato andare, il presente vissuto, il futuro arrivare.
Di Alessandra Derriu
Sepolture scavate nella roccia sono presenti in tutta la Sardegna: la tradizione popolare le chiama Domus de janas (case delle fate o case delle streghe), da tombe-case dei morti a dimore abitate da creature leggendarie di piccola statura che tessevano, cantavano, panificavano, predicevano il futuro, avevano il dono della profezia.
Di Alessandra Derriu
La parola può essere evocativa, può avere la capacità di guarire, di curare, di placare gli animi, di liberare dalla sofferenza, di salvare, di dare conforto ma anche di condannare. Con la parola si prega, si benedice e si maledice. La parola è dunque la nostra chiave di accesso al mondo, all’altro, il mezzo, la porta dalla quale possiamo lasciar passare il bene o il male: ci può convincere, ammaliare, stregare, allontanare ed avvicinare.