-Mariella Cortes*-
“Balla chi como benit carrasecare!” è forse la prima canzone a venire in mente in questi giorni in cui, ufficialmente, la Sardegna entra nel vorticoso periodo del carnevale. Un momento, per il nostro popolo, che va oltre il significato più ludico e dionisiaco per entrare in una dimensione quasi rituale che induce poi alla riflessione su passato, presente e futuro. E se, da una parte, il carnevale potrebbe rappresentare un momento per lasciarsi, per un attimo, i problemi fuori dalla porta, dall’altra, in questo inizio 2014, tale periodo coincide con quello di una scelta che andrà a caratterizzare il prossimo futuro della nostra terra.
Una regione, la Sardegna, che sembra fluttuare in una dimensione temporale altra alla ricerca della sua vera identità.
Su cosa andare a puntare, insomma, soprattutto in vista di una occasione che si prospetta sempre più vicina, quella dell’Expo 2015 che, ospitato nella città di Milano tratterà il tema dell’alimentazione?
Su cosa vogliamo orientare questa ricerca dell’identità? Turismo? Agroalimentare? Sostenibilità? Innovazione? Cultura?
O preferiamo che la nostra strategia contempli un mix di tutte queste cose per poterci farci strada in più settori? Certo è che non si può lasciar sempre tanto spazio alle parole o alle convinzioni autoreferenziali e assolute (“Le nostre spiagge sono le più belle”, “il nostro cibo è il migliore”, “il nostro patrimonio è unico”) che non vanno a contemplare una strategia adeguata di “destination management” in grado di identificare appieno il nostro territorio. Va, innanzitutto svecchiata una logica promozionale che per anni ha promosso oltremare – come immagine dominante - solo la Sardegna delle spiagge con l’inevitabile conseguenza di una mancata destagionalizzazione e di un turismo localizzato e prevalentemente estivo.
I molteplici problemi della Sardegna, quello della disoccupazione e della nuovo emigrazione in primis, non devono essere pensati scollegati dal resto o inseriti all’interno di compartimenti stagni ma il mix di azioni volte a promuovere i vari settori, va automaticamente pensate in una logica di accorpamento.
Questa e altre sfide attendono la nuova Giunta Regionale che si troverà davanti un’Isola che, se da una parte ha una identità (storica, geografica, culturale e antropologica) definitissima, dall’altra guarda al futuro con sospetto e paura.
Abbiamo aperto il nuovo anno con alcuni buoni propositi e rivolgendo dieci domande ai candidati alla carica di Presidente della Regione. Per conoscere il futuro dei progetti da noi auspicati, ci sono ancora mesi di tempo, per le domande, invece, il tempo stringe.
“Balla, che ora arriva il Carnevale”, ma, forse, per questa edizione, cercando di essere più razionali che Dionisiaci.
*FocuSardegna