Il Qatar continua a tessere la sua tela in Sardegna. Muove i suoi fili lentamente. Prima verso il Nord dell'isola, dove in questi anni i suoi investimenti hanno riguardato il settore turistico, con il progetto di rilancio della Costa Smeralda; e quello della sanità, con la trattativa dell' Ospedale San Raffaele a Olbia; poi, notizia di qualche giorno fa, verso il Sud, per occuparsi del suo interesse principale: le materie prime.
Il racconto del gas è ormai parte della narrativa nazionale del Qatar. Il paese, rappresenta, ad oggi, una delle realtà più dinamiche e in crescita al mondo e detiene quasi il 15% di tutte le riserve mondiali di gas naturali, classificandosi al terzo posto, dopo Russia e Iran. Grazie all'oculatezza delle politiche attuate dall'ex emiro Hamad Bin Khalifa al-Thani, nel giro di una ventina d'anni il Qatar è diventato il più grande esportatore al mondo di gas naturale liquido (GNL) e il suo PIL è passato da 8 a 188 miliardi di dollari. Il Qatar trasporta il GNL con navi cisterna per esportarlo nel Nord e Centro Europa. Per entrare in circolo nella rete, però, il metano ha bisogno necessariamente di un rigassificatore.
Ed è proprio qui che entra in gioco la Sardegna.
La posizione strategica al centro del Mediterraneo la rende un perfetto hub energetico per il Qatar: gli permetterebbe infatti di importare il gas liquefatto via nave, rigassificarlo negli impianti dell'isola ed esportare il surplus verso il resto d'Europa. Entro la fine dell’anno, il ministero dello Sviluppo economico, dovrebbe mettere a punto un piano strategico per lo sfruttamento del GNL e la Sardegna punta a ritagliarsi una posizione e ottenere dal governo centrale il supporto per costruire uno o più terminali per alimentare le reti già costruite ma che non vengono utilizzate. Il mix energetico delle fonti primarie in Sardegna è costituito da petrolio, carbone e fonti rinnovabili mentre risulta tuttora assente il metano, considerato elemento chiave per il risollevamento della condizione socio-economica attuale della nostra isola.
Le speranze per la metanizzazione della Sardegna sono andate in frantumi in seguito all'accantonamento, nel Maggio scorso, del progetto GALSI, avviato nel 2003 e destinato alla costruzione di un gasdotto in grado di trasportare il gas dall'Algeria verso l'Italia, passando attraverso la Sardegna. Dietro la decisione della Regione di accantonare la costruzione del gasdotto italo-algerino ci sono ragioni multiple che affondano le loro radici nel contesto domestico e internazionale e in numerosi dubbi sui reali benefici economici che apporterebbe.
E così la Sardegna continua a rimanere l'unica regione italiana senza metano e per questo in crisi anche nella produzione elettrica, appesa alle forniture dalla penisola e alle impossibilità di potenziare il suo parco di generazione viste le note difficoltà italiane a costruire centrali con tecnologie alternative al gas. I progetti di potenziamento della produzione elettrica nell’Isola sono infatti fermi e il ricorso alle rinnovabili non è in grado, almeno per il momento, di risolvere il problema. In campo energetico la posizione geografica dell'isola oscilla dall'essere un'arma strategica al costituire una vera e propria zavorra.
Uno dei principali svantaggi competitivi del sistema produttivo italiano è il costo medio dell'energia elettrica, superiore del 35% rispetto al resto d'Europa. L'isola risulta ulteriormente svantaggiata, l'energia è del 15% più cara rispetto alla media nazionale e l'insostenibilità dei costi energetici ha contribuito all'affossamento dell'economia sarda, caso eclatante la vicenda dell'Alcoa di Portovesme. In base a questo quadro risulta evidente la necessità di cercare alternative rapide al progetto GALSI.
Prima fra tutte la costruzione di un grande impianto di rigassificazione del metano liquefatto Qatarino che potrebbe sfruttare alcuni elementi progettuali e reti infrastrutturali pensati per il gasdotto italo-algerino, sia nella rete di distribuzione interna che nelle condutture che dovrebbero attraversare l’Isola per creare un bacino di scambio del gas con la penisola.
Quali sarebbero i vantaggi di questo progetto per la Sardegna? Una maggiore sicurezza energetica, abbattimento dei costi energetici per le famiglie ed imprese della Sardegna, ricadute positive sul lavoro durante la fase di costruzione dell’intera infrastruttura di metanizzazione e impatto ambientale positivo. L'impiego del gas naturale, infatti, potrebbe contribuire in maniera significativa alla tutela dell'ambiente e alla qualità dell'aria. Rappresenta una tra le fonti di energia fossile più sostenibile a livello ambientale poichè produce una minore quantità di inquinanti atmosferici rispetto a carbone e petrolio, attualmente ancora i più utilizzati in Sardegna.
Nonostante il ricorso al gas qatarino sembri l'alternativa più valida non bisogna sottovalutare alcuni punti molto importanti ancora in fase di discussione. In primis il progetto Eleonora, un progetto di esplorazione mineraria, iniziato nel 2006 su permesso della RAS, che riguarda la verifica della presenza di metano in un’area a 5 chilometri da Arborea. La Saras quantifica in circa 3 miliardi di metri cubi il gas pulito eventualmente presente nel giacimento dell’Oristanese, chiaramente di proprietà della Regione Sardegna, che potrà decidere di cederlo o meno dietro il pagamento di royalties. La proposta di realizzazione del pozzo ha generato un forte dibattito a livello politico, economico e sociale in ambito regionale e locale, con la nascita di comitati e associazioni che si sono opposte fermamente al rilascio dell'autorizzazione per la sua realizzazione.
Il Savi (Servizio della sostenibilità ambientale, valutazione impatti e sistemi informativi ambientali) della Regione ha archiviato il progetto della SARAS a causa del suo impatto ambientale, definendo il Pozzo esplorativo non compatibile con il Piano Paesaggistico regionale. Ma la società petrolifera non si arrende e ha presentato proprio qualche giorno fa il ricorso al Tar contro l’archiviazione della procedura.
Come andrà a finire? A questo punto, lo scopriremo solo vivendo.
*FocuSardegna