- Mariella Cortes *-
Chi conosce la ricetta della longevità? Quanto è importante, in tal senso, l’alimentazione? A un anno esatto dall’inizio delle manifestazioni, a Milano, di Expo 2015, quando anche la Sardegna avrà l’occasione di presentare al mondo le sue eccellenze agroalimentari, viene da chiedersi quale possa essere la strategia migliore per “sfidare” tante altre regioni e nazioni del globo. I nostri centenari (che fanno della Sardegna una delle “zone blu” del Pianeta) saranno sicuramente testimonial di questa grande manifestazione mondiale ma poi che ruolo andranno a giocare i nostri preziosi prodotti agroalimentari?
È abbastanza recente la polemica che ha visto l’agnello come protagonista inconsapevole di una battaglia che, se da una parte, voleva ergersi a paladina dei diritti degli animali, dall’altra non andava a considerare che in Sardegna (ma non solo) l’agnello, oltre a rappresentare una delle eccellenze dell’agroalimentare, è, un simbolo gastronomico intrinseco della tradizione pasquale. Insomma, proteggere sì ma sradicare no. Iscritto nell’elenco delle indicazioni geografiche protette dal 2001 e con un adeguato consorzio di tutela a supporto, l’agnello di Sardegna sarà una delle punte di diamante della nostra Regione a Expo.
Dice bene sul nostro portale Tania Marroccu nella risposta alla polemica di Michela Brambilla contro la macellazione di agnelli sotto i sei mesi: “ Le regole di questo mondo sono la nostra tradizione e non è mai saltato in testa a nessuno che fosse oltraggioso mangiare l’agnello a Pasqua. Anzi, per mio nonno l’uccisione dell’agnello da mangiare in famiglia e la sua cottura erano un rito e ho ancora ben presente quanta umanità ci fosse nei suoi gesti.”
Non concordo con chi, invece, ha strumentalizzato la “battaglia” di allevatori e responsabili consorzio per farsi pubblicità senza andare a considerare quali siano, in primis, le difficoltà attualmente vissute dal comparto e, inoltre, quanto sia complicato garantire un ottimo sistema di controllo che assicuri il consumatore al momento dell’acquisto che quanto ha nel carrello sia a tutti gli effetti un agnello sardo.
Dietro ogni nostro prodotto vi è una importante tradizione culturale e socio-antropologica. Quanti non sardi sanno che il pane carasau nasce per i pastori che, nel corso della transumanza avevano bisogno di un pane leggero e a lunga conservazione? Già andando a considerare il solo pane tipico – in pratica ve n’è uno per ogni paese della Sardegna - sarebbe possibile delineare un discorso sulla società e sull’economia prevalente in alcune zone della Sardegna. Pagnotte per minatori e agricoltori , carasau per le transumanze, pane di lardo e patate per sopportare l’inverno più rigido e così via.
Agnello di Sardegna IGP ma anche Fiore Sardo e pecorino sardo DOP, olio extravergine di oliva (DOP), carciofo spinoso e zafferano di Sardegna (DOP) bagnati dai nostri vini, vermentino e cannonau ( entrambi DOC) in primis potrebbero andare a raccontare il pranzo di un anfitrione da Expo ma, guardandoci intorno ci si rende conto che la Sardegna, in realtà, pare aspettare l’ultimo minuto per presentarsi a un appuntamento che la vedrà sotto i riflettori mondiali.
Un po’, in realtà, come il resto dell’Italia che sembra apparentemente non essere in pieno fermento operativo – a differenza di quanto stanno facendo nazioni come la Svizzera – di una così grossa opportunità per aprire le proprie porte al mondo.
“Nutrire il pianeta”, energia per la vita” è il tema di Expo 2015 e un’occasione per, all’insegna del filo del gusto, raccontare un territorio e le sue tradizioni.
Ma quanto, di fatto, la Sardegna è attualmente pronta ad apparecchiare la sua tavola per il mondo?
*FocuSardegna