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Sardegna, terra di suggestioni, meraviglie naturali, storia e cultura. Terra variegata, fatta di contrasti irresistibili esaltati dalla nostra letteratura.
Ecco, allora, alcuni consigli letterari per scoprire una Sardegna insolita e lasciarsi trascinare dal fascino di un'Isola irresistibile.
1) ESSERE TRAVOLTI DAL CONTRASTO ENTROTERRA - COSTE
Come suggerisce Marcello Fois nel libro "In Sardegna non c'è il mare", dovete provare il fascino dell'entroterra sardo. «Il territorio barbaricino rifiuta, direi quasi geneticamente, il concetto di "divertimentificio", la costa barbaricina rifiuta la condizione di "Caraibi del Mediterraneo", che tanto piace ai tour operators improvvisati e ai turisti da gossip. Chi passasse per mare dalla costa gallurese, quella dove è sempre estate, a quella barbaricina dove le stagioni si alternano, vedrebbe a occhio nudo la differenza. La Barbagia ha quella profondità di territorio vivo, che differenzia il viaggiatore dal vacanziere. Se veniste da queste parti, dunque, dove sono nato io, dovreste affrontare il tratto più straordinario dell'intera strada statale 131, dal mare fino all'interno, salendo appena sareste gratificati nella vista e nell'olfatto. Da Olbia a Nuoro tutto profuma».
2) VIVERE IL CARNEVALE ESTIVO
Il carnevale, in Sardegna, non è un appuntamento riservato solo al freddo inverno, potete viverlo anche d'estate. A Orotelli, ad esempio, ogni anno si svolge la sfilata dei Thurpos. Lo scrittore Salvatore Cambosu, descrive con minuzia queste figure della tradizione: «Partiti a cavallo alla prima alba, imbacuccati nei loro cappotti di orbace nero, con i cappucci puntuti rialzati sembravano gente di inferno. Neri anche i cavalli, finchè non fu come se qualcuno fosse riuscito a incendiare, a levante il bosco umido. Era l'aurora».
3) INCONTRARE PERSONE ZEN
Se cerchi la pace e la tranquillità questa è l'isola giusta. Il Prof. Giulio Giacobbe, nel libro "Come diventare un Buddha in 5 settimane" scriveva: «Non occorre andare il Cina o in Giappone per incontrare persone zen. Basta andare in Sardegna. Un giorno a Orgosolo incontrai un pastore. Gli chiesi: "Cosa fa tutto il giorno?" "Guardo le pecore". "E a cosa pensa?" "A cosa devo pensare? Che non me le rubino!". La presenza nella realtà non ha bisogno di spiegazioni».
4) VISITARE LE CHIESETTE CAMPESTRI DALLA TRADIZIONE LEGGENDARIA
Grazia Deledda diceva che «Non c'è Madonna che non abbia la sua storia, e quasi tutte le chiese, specialmente le chiesette di campagna, le piccole chiese brune perdute nelle pianure desolate o nei monti solitari, e che hanno l'impronta delle costruzioni pisane o andaluse, sono circondate da una tradizione semplice o leggendaria».
5) PROVARE IL NEPENTE DI OLIENA, POESIA DELLA TERRA
Il consiglio arriva direttamente dal vate Gabriele D'Annunzio: «Non conoscete il Nepente d’Oliena neppure per fama? Ahi, lasso! Io son certo che, se ne beveste un sorso, non vorreste mai più partirvi dall’ombra delle candide rupi, e scegliereste per vostro eremo una di quelle cellette scarpellate nel macigno che i Sardi chiamano Domos de Janas, per quivi spugnosamente vivere in estasi fra caratello e quarteruolo».
Avvertimento: al rientro, i vostri bagagli peseranno di più - di profumi, di bellezze, di sapori, di avventure, di emozioni.
Questo è il nostro ultimo editoriale prima della pausa estiva. Riprenderemo a Settembre. Vi auguriamo un magnifico agosto!
Piccoli centri destinati all’estinzione e un’Isola che lentamente ma imperturbabilmente si svuota. Sintomi di una tendenza che si fa preoccupante ed è destinata a mutare la morfologia urbana del territorio.
Se storicamente la Sardegna risultava spopolata nelle coste e maggiormente popolata nelle zone interne (questo per via della malaria e dei frequenti attacchi dal mare) da diverse decadi la tendenza è ormai invertita. Le logiche dell’emigrazione vedono persone spostarsi verso centri maggiormente attrattivi e popolati lasciando scoperte le zone più interne e isolate. A fuggire, però, non sono solamente uomini e donne in cerca di un avvenire migliore. A fuggire è soprattutto lo Stato che in virtù di logiche prettamente numerarie abbandona al proprio destino territori già deboli.
Che cosa significa, oggi, fare un giornale on line? Che cosa significa rimodulare un’idea, tenendo fede alla sua origine, alla sua identità ma con un taglio più moderno?
Ce lo siamo domandato più e più volte, in questi sei anni da quando, nel 2013, Focusardegna ha visto la luce.
In questi anni siamo cresciuti e abbiamo mantenuto salda la nostra brand awareness sui social, abbiamo continuato, sul sito, a raccontare la nostra idea di Sardegna, i suoi protagonisti, i suoi luoghi e le sue meraviglie, le sue criticità e le sue eccellenze.