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Sono da poco rientrato da due settimane trascorse in giro per la Sardegna. Non ho scritto nulla sui miei spazi social durante i miei giorni nell’isola. Ho lasciato parlare le molte immagini fotografiche, abbagliato da ciò che vedevo, sentivo, odoravo, gustavo e toccavo. Perché l'isola mi è esplosa intorno, e inevitabilmente mi è esplosa anche dentro. Ma poi il risultato di queste deflagrazioni necessita di tempo per posarsi e decantare e ci vorrà ancora ulteriore tempo per coglierne appieno l'essenza e la persistenza.
4 giugno ore 5,40 ingresso porto Olbia.Chi ama la Sardegna arriva in nave con la propria auto,magari facendo enormi sacrifici..prenotando in inverno per risparmiare. Ma poi quando è sbarcato si mette in viaggio alla ricerca non solo delle spiagge e del mare fantastico ma sopratutto dei paesi interni dove si trova il vero artigianato locale e i veri prodotti locali genuini.
Da Capo Teulada, lembo estremo poetico
il mar Tirreno che si riflette sulle bianche
spiagge e le dune, gobbe al sole mai stanche
né esausto agli occhi un caldo saturo cuore
d’ isola il suo patrimonio assolato di colore.
Giare e tacchi colline come in un quadrante
d’orologio una clessidra vasta e pianeggiante;
rocce di calcare e di dolomia
come sul Gennargentu catena coi rifugi
al vento l’aria pettinando la Taxus baccata
i pochi residui della vita sulla morte
che speranza sui rami, dell’altura prospera
e procrea l’aria di Sardegna che
del vento spira la sua porta, su “ pietre spaccate “
cima rotonda e spoglia Punta La Marmora
coi suoi nevai di temperatura l’altitudine.
FABIO STRINATI