Sabina e Francesco Ledda, ci raccontano la loro storia di emigrazione in Australia, composta da enormi sofferenze e sacrifici. Oggi questa terra rappresenta la serenità degli obiettivi raggiunti.
Sono emigrati in due anni diversi dalla Sardegna: Francesco nel 1995 da Santulussurgiu. Sabina nel 1957 da Roma, originaria di Pattada. Mentre Francesco lascia tutta la sua famiglia nell’Isola, per Sabina il discorso è diverso: “Nella mia famiglia – dice – c’è una lunga storia di emigrazione. Ho molti parenti sparsi in Francia, Belgio, Italia. Anche mio padre prima della guerra emigrò in America e Francia prima di rientrare in Italia”. La scelta di Francesco per l’Australia è fortemente influenzata dal costante legame che Santulussurgiu ha con Melbourne attraverso il clero salesiano. Fu uno zio prete di Francesco a convincerlo a prendere questa strada. “Io non pensavo di emigrare. In famiglia lavoravamo, stavamo bene, ma si parlava molto dell’Australia e alla fine mi sono convinto”. Partono in 12 con una nave che salpa da Trieste e molti di questi oggi vivono nel Queensland e in New South Wales. Sabina, già fidanzata con Francesco, lo ha seguito due anni dopo.
“L’Australia sin da subito non mi ha fatto una bella impressione. In Italia stavo bene e il popolo australiano mi sembrava diffidente”. Per loro l’avventura in Australia significava “risparmio”. Il motto determinante per pensare ad una sicurezza economica su cui contare. “La mia idea – dice Francesco – era quella di lavorare tantissimo per poi rientrare in Sardegna con un po’ di soldi”. Da Sabina traspare un moto di nostalgia: “Ho sofferto molto nel lasciare l’Italia, di aver lasciato la mia terra a migliaia di chilometri. A Roma lavoravo in servizio da alcuni parenti della famiglia Segni, il Presidente della Repubblica. Ero la dama di compagnia della principessa Caracciolo che pur di non lasciarmi partire mi aveva proposto di far tornare Francesco e farlo lavorare da loro a Roma. Ma lui non ha accettato e io ho sofferto molto questa sua decisione. Non avevo altra scelta che raggiungerlo in Australia”.
Come spesso capita, la vita prende un’altra piega, ed i coniugi Ledda diventano dopo aver fatto i lavori più umili per poter pagare almeno l’affitto della loro casa, una formidabile coppia di commercianti. Ma la nostalgia, il desiderio di rientrare è troppo forte. Nel 1975 decidono di tornare a casa. “Dal 1975 al 1978 – racconta Francesco – siamo tornati a vivere a Santulussurgiu dopo aver venduto tutto in Australia. Appena arrivati abbiamo aperto un’attività commerciale e comprato casa a San Leonardo. Pensavamo che questa poteva essere la scelta definitiva. Ma nostro figlio Angelo, adolescente, voleva fare l’Università a Melbourne, il luogo ove era nato e che rappresentava comunque la sua vita”. Tornare in Australia non è stata una scelta da biasimare per i coniugi Ledda. L’Italia è negli anni dei conflitti sociali, del terrorismo, di lotte studentesche. Per il giovane Angelo, Melbourne offre più garanzie e sicurezza. E questo i genitori lo capiscono. Ironia della sorte in seguito Angelo conoscerà una ragazza italiana e per lei si stabilirà successivamente a Roma. Attualmente nella capitale italiana è ingegnere elettronico.
Oggi Francesco e Sabina vivono a Clayton South in una grande casa indipendente di mattoni brick venier con molta terra intorno. Sono commercianti attivissimi e hanno una rosticceria-pizzeria di successo con una bella clientela che ama il cibo italiano. Francesco al banco a servire e Sabina nel retro a cucinare. I coniugi Ledda sono molto sereni e soddisfatti di quanto sono riusciti a costruire nella loro vita. “Non ci siamo mai pentiti di esserci stabiliti qui. In pratica siamo emigrati due volte in Australia e ogni volta è stata la scelta giusta”, precisano all’unisono. I due mondi, le due isole convivono bene, le radici sono là. Restano molto grati all’Australia per tutto quello che ha dato loro, ma la loro patria resta l’Italia e ad entrambi non interessa acquisire la cittadinanza australiana. “Anche noi sentiamo di aver dato qualcosa a questo paese attraverso il nostro lavoro. Abbiamo anche insegnato la cucina italiana”. In tutti questi anni per Francesco e Sabina sono stati una decina i viaggi in Sardegna. “La prima volta che tornammo nei nostri paesi – dice Francesco – provammo una fortissima impressione di cambiamento. Anche se spesso si dice il contrario, noi abbiamo visto un’isola evoluta, modernizzata. Un’impressione comunque positiva. L’unica piaga che c’è da fermare nella nostra terra è quella dell’emigrazione. I giovani devono stare in Sardegna e continuare a farla crescere. Bisogna puntare sul loro futuro occupazionale”. “L’Australia al contrario – interviene Sabina – dovrebbe migliorare l’accoglienza di chi continua ad arrivare qui”. Francesco e Sabina attraverso le possibilità tecnologiche si tengono informati e in contatto con i loro cari. Seguono le attività del circolo sardo e i nipoti del loro secondo figlio Giuseppe che vive in Australia ed è project manager alla Melbourne Water. “Forse oggi torneremmo pure a vivere in Sardegna – concludono – ma sarebbe troppo complicato fare un nuovo trasloco e stabilirsi lì perennemente. Preferiamo tornare a visitarla spesso. Il tempo delle scelte definitive è finito”. La soddisfazione maggiore per i coniugi Ledda è quella comunque di aver trasmesso il senso della “sardità” ai figli. Angelo che vive a Roma, spesso ci torna dopo aver acquistato casa a Palau. E anche Giuseppe, appena possibile, ci trascorre lì le sue vacanze.
Massimiliano Perlato
Direttore Tottus in Pari
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