Era il 1 Luglio 1944, esattamente sessantanove anni fa, quando da Cagliari Emilio Lussu salutò i sardi dai microfoni di Radio Sardegna. Il comandante della Grande Guerra riabbracciò la sua terra e ritornò ad Armungia dopo diciassette anni di lontananza, da quando il 17 novembre 1927 era stato tradotto dalle carceri di Buoncammino, a Cagliari, al confino di Lipari.

Da quegli anni son cambiate tante cose nel paese che ha dato i natali a Lussu. Un paese che ha fatto della cultura la leva strategica per lo sviluppo del proprio territorio. Sulle colline del Gerrei, vicino alla splendida valle del Flumendosa, troviamo Armungia: un piccolissimo paese di cinquecento abitanti. Si respira quiete tra le vie del centro storico, ogni tanto il silenzio viene rotto dalle voci di bambini che giocano a rincorrersi o da vecchietti che incedono con passo lento tra i vicoli del paese. Sono rimasti in pochi a camminare su quelle strade che nei primi del Novecento videro nascere e crescere Emilio Lussu, politico, ministro, capitano della Grande Guerra, fondatore del Partito Sardo d'Azione, antifascista intransigente che lottò per lo sviluppo economico e per il progresso sociale della sua patria. Nonostante un’esistenza travagliata che lo costrinse a lunghi anni di esilio, Emilio Lussu non dimenticò mai la sua Armungia cui rimase legatissimo. Della vita paesana serberà sempre un ricordo indelebile, considerandola indispensabile per la sua formazione democratica.



La cultura per combattere lo spopolamento

Armungia a partire dagli anni Sessanta è stato uno dei centri dell’entroterra sardo maggiormente colpito dal fenomeno dello spopolamento, causato dal forte richiamo esercitato dalla concentrazione delle attività economiche in determinate aree industriali o costiere dell’Isola. Per evitare che lo spopolamento del paese comportasse la perdita delle radici storiche e tradizionali della comunità, le donne armungesi dettero avvio al recupero delle attestazioni della cultura contadina e pastorale. Questa vicenda è alla base degli ulteriori sviluppi che hanno condotto le varie amministrazioni comunali a pensare ed elaborare il progetto di messa a sistema dei beni culturali. Grazie agli indirizzi regionali dei primi anni Duemila e ai finanziamenti ad Armungia, si è realizzata una prima esperienza di gestione congiunta del patrimonio locale.

 


 

Il Sistema Museale “Sa domu de is Ainas”

Il Sistema Museale di Armungia propone al visitatore un'offerta complessiva delle risorse archeologiche, storiche e artistiche che rispecchiano l'identità del paese. I beni musealizzati forniscono un'immagine coerente e globale attraverso la loro gestione integrata. Vi sono: il Museo Etnografico “Sa Domu de is Ainas”, la Bottega del Fabbro, il Nuraghe di Armungia (caso quasi unico di costruzione nuragica situata all’interno di un centro abitato), il Museo Mineralogico e il Museo Storico Multimediale “Emilio e Joyce Lussu”. Nel 2002 il Comune ha dato in appalto la gestione dell’intero sistema museale comunale alla Società Cooperativa Agorà Sardegna di Cagliari. Il soggetto gestore si occupa delle attività relative al funzionamento delle strutture e dei relativi servizi.

 


 

 Un museo interattivo e multimediale Emilio e Joyce Lussu

Il fiore all'occhiello dell'intero sistema museale è senz'altro il Museo Storico Multimediale “Emilio e Joyce Lussu”. L’avvento delle nuove tecnologie multimediali ha negli ultimi anni portato una vera e propria sferzata d’aria nuova all’interno del mondo della comunicazione museale. Con le nuove tecnologie multimediali il Museo Lussu fornisce informazioni attraverso più codici: testo, immagine, animazione, video, audio. Il museo rappresenta la testimonianza della straordinaria esperienza politica di vita di Emilio e Joyce Lussu, ma anche uno strumento per analizzare i temi e i propositi da loro interpretati, molto importanti anche per il dibattito attuale: la liberazione dei popoli dalla povertà e dallo sfruttamento altrui, il rispetto della natura, l’emancipazione delle donne, la laicità, le forme civili della sopravvivenza e della convivenza. Ed un’attenzione specifica è dedicata ad individuare e progettare iniziative per le zone in via di spopolamento, di desertificazione naturale, come il Gerrei. Un luogo, quindi, di utile ed entusiasmante memoria, ma anche una sede di progettazione culturale e politica, di animazione del dibattito pubblico e di promozione turistica. Il museo Lussu si configura oggi come istituzione culturale improntata al dialogo dove la trasmissione delle conoscenze avviene non in forma autoritaria e precostituita, ma il visitatore partecipa attivamente a una esperienza culturale utilizzando il suo personale bagaglio di conoscenze ed esperienze sia cognitive, sia emotive.

 

http://www.youtube.com/watch?v=o1XD7Y2Pjds

 

Nell’epoca della cultura planetaria, della globalizzazione, diventa indispensabile riconoscere la diversità e la specificità culturale dei singoli paesi e delle storie locali: questa è la filosofia su cui si è mosso l’intero sistema armungese.

 


Per saperne di più:

Sito: http://www.armungiamusei.it/

Pagina fb: https://www.facebook.com/pages/Armungia-Musei/308774105883757

 


 

Irene Bosu

Autore dell'articolo
Simone Tatti
Author: Simone Tatti
Giornalista, data analyst e startupper. Economista di formazione, con master in sviluppo territoriale e gestione d’impresa mi appassiono al mondo dei media dopo aver vinto il primo concorso universitario Heineken – Ichnusa in “Marketing e Comunicazione”. Scrivo con costanza da circa quindici anni su testate giornalistiche off e online prediligendo la produzione di reportage e articoli di analisi statistico/economica. Per amore verso la mia terra, fondo www.focusardegna.com. Ho curato l’immagine e la comunicazione di progetti di destinazione turistica (i.e. Distretto Culturale del Nuorese e Sardinia East Land | destinazione globale Nuorese Ogliastra) e la gestione dei canali social di affermati mass media (Unione Sarda, Videolina e Radiolina). Per sapere altro su me o quel che faccio, visita il mio sito www.simonetatti.it.

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