In questi giorni, il paesaggio sardo è attraversato da una vivace macchia di colore: le magliette gialle dei camminatori del Cammino di Bonaria. È un’immagine che colpisce e che parla di un progetto che, pur affondando le radici nella tradizione religiosa, si carica di significati nuovi e profondi, unendo comunità, territori e persone in un cammino condiviso.

Il Cammino di Bonaria nasce dall’intuizione e dalla passione di Antonello Menne, avvocato originario di Orotelli ma residente a Milano, che ha deciso di trasformare un’esperienza personale in un progetto collettivo. Era l’agosto del 2020 quando Menne, accompagnato da un gruppo di amici e pellegrini tra cui Giuseppe Deiana, Francesco Calledda, detto “Zigheddu”, e Arcangelo Puddori, ha intrapreso per la prima volta questo percorso, che da Olbia li ha condotti fino alla Basilica di Bonaria a Cagliari.

Quella prima esperienza, replicata poi nell’agosto successivo, ha gettato le basi per il Cammino di Bonaria, un itinerario che si snoda attraverso il cuore della Sardegna, toccando paesi e comunità ricchi di storia e tradizioni. Il percorso, suddiviso in almeno 14 tappe, che a seconda del passo possono essere anche di più, attraversa 27 centri abitati, con partenza da Olbia per poi proseguire con Berchideddu, Ala dei Sardi, Bitti, Lula, Nuoro, Redentore, Orani-Sarule,NS di Gonare, Orotelli, Ottana, Sedilo, Ghilarza, Fordongianus, Usellus, Sini, Setzu, Genuri, Tuili, Barumini, Villanovafranca, Guasila, Samatzai, Ussana, Monserrato e giungere al cospetto della maestosa Basilica di Bonaria a Cagliari, meta finale del pellegrinaggio.

 

Un Cammino di Fede e Comunità

Il Cammino di Bonaria non è solo un percorso fisico, ma un viaggio interiore che unisce la dimensione spirituale a quella umana e sociale. Ogni tappa è un’occasione di riflessione, di preghiera, ma anche di incontro e di scambio tra i pellegrini e le comunità locali. Gli abitanti dei paesi attraversati accolgono i camminatori con entusiasmo, offrendo ospitalità e sostegno, in uno spirito di condivisione che è il vero motore del progetto.

Le magliette gialle dei pellegrini sono diventate un simbolo di questa nuova comunità in cammino, visibile a chiunque percorra le strade e i sentieri della Sardegna in questi giorni. È un simbolo di appartenenza, di identità condivisa, ma anche di apertura verso l’altro e verso il futuro. I pellegrini del Cammino di Bonaria sono portatori di un messaggio di pace, di speranza e di solidarietà, che si diffonde lungo tutto il percorso.

Il Ruolo delle Comunità Locali

Un elemento fondamentale del Cammino di Bonaria è il coinvolgimento attivo delle comunità locali. Fin dall’inizio, Antonello Menne e gli altri promotori del progetto hanno lavorato per stabilire una rete di collaborazioni con i titolari delle strutture di accoglienza e di ristorazione, con l’obiettivo di sottoscrivere convenzioni di favore per i pellegrini sardi e per quelli provenienti da oltremare. Questo ha permesso di creare un sistema di accoglienza diffuso e sostenibile, in grado di offrire ai camminatori non solo un sostegno logistico, ma anche un’esperienza autentica di contatto con la cultura e le tradizioni locali.

Parallelamente, sono in corso incontri con gli amministratori locali e le parrocchie per la definizione della segnaletica nei centri abitati attraversati dal Cammino, così da facilitare il percorso dei pellegrini e garantire loro un’accoglienza adeguata. Questo lavoro di rete è la prova tangibile di come il Cammino di Bonaria sia un progetto collettivo, che coinvolge l’intera comunità sarda e che punta a valorizzare il territorio in tutte le sue componenti.

Un Progetto Basato sul Volontariato

Uno degli aspetti più significativi del Cammino di Bonaria è il fatto che si tratta di un progetto interamente basato sul volontariato. Tutto, dall’organizzazione delle tappe alla gestione dell’accoglienza, è frutto del lavoro e della dedizione di volontari e donatori, che mettono a disposizione il proprio tempo e le proprie risorse senza alcun fine di lucro.

Questa dimensione volontaria conferisce al Cammino di Bonaria un valore aggiunto, rendendolo un’esperienza di solidarietà e di partecipazione collettiva. È un progetto che vive della generosità e del buon cuore delle persone, e che per questo riesce a toccare le corde più profonde dell’animo umano.

Un Clima di Festa e Partecipazione

L’atmosfera che si respira lungo il Cammino di Bonaria è quella di una festa condivisa, di un evento che unisce persone di ogni età e provenienza in un’esperienza unica. I pellegrini percorrono le tappe con lo spirito leggero e il cuore pieno di gratitudine, sostenuti dall’affetto e dall’ospitalità delle comunità locali.

Ogni incontro, ogni sosta lungo il percorso diventa un momento di gioia e di celebrazione, in cui si rafforza il senso di appartenenza e di fratellanza. Anche chi non percorre il Cammino in prima persona, ma vi partecipa con un contributo, grande o piccolo che sia, si sente parte di questo grande progetto.

Un Messaggio di Speranza per il Futuro

Il Cammino di Bonaria è ancora un progetto giovane, ma ha già dimostrato di avere un grande potenziale. Grazie all’impegno di Antonello Menne e di tutti coloro che hanno creduto in questa iniziativa, è nata una nuova tradizione che arricchisce il panorama spirituale e culturale della Sardegna.

Il futuro del Cammino di Bonaria è promettente, e il suo messaggio di fede, speranza e solidarietà continuerà a diffondersi, raggiungendo sempre più persone e coinvolgendo nuove comunità. Chiunque incontri i pellegrini in maglietta gialla lungo il percorso, non potrà fare a meno di essere contagiato dal loro entusiasmo e dalla loro gioia di vivere questa esperienza unica.

In un mondo spesso diviso e frammentato, il Cammino di Bonaria rappresenta un esempio di come sia possibile costruire qualcosa di grande e di bello attraverso la collaborazione, la partecipazione e il rispetto reciproco. Un cammino che non è solo un percorso fisico, ma un viaggio dell’anima, capace di trasformare chi lo compie e di lasciare un segno profondo nelle comunità che attraversa.

 

 

Autore dell'articolo
Simone Tatti
Author: Simone Tatti
Giornalista, data analyst e startupper. Economista di formazione, con master in sviluppo territoriale e gestione d’impresa mi appassiono al mondo dei media dopo aver vinto il primo concorso universitario Heineken – Ichnusa in “Marketing e Comunicazione”. Scrivo con costanza da circa quindici anni su testate giornalistiche off e online prediligendo la produzione di reportage e articoli di analisi statistico/economica. Per amore verso la mia terra, fondo www.focusardegna.com. Ho curato l’immagine e la comunicazione di progetti di destinazione turistica (i.e. Distretto Culturale del Nuorese e Sardinia East Land | destinazione globale Nuorese Ogliastra) e la gestione dei canali social di affermati mass media (Unione Sarda, Videolina e Radiolina). Per sapere altro su me o quel che faccio, visita il mio sito www.simonetatti.it.

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