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Vi dice qualcosa “Madre Acqua”? Sergio Atzeni voleva intitolare così quel libro che tanto aveva faticato a scrivere. Il romanzo che racconta un viaggio simbolico di sola andata dalla Sardegna al continente. Due paroline che, però, non piacevano alla Mondadori, e dunque fu trasformato in “Il quinto passo è l'addio”. Paola Mazzelli, ultima compagna dello scrittore, ricorda questo passaggio davanti alla telecamera di Daniele Atzeni che ha scelto proprio quel titolo per il suo film-documentario, presentato lo scorso 20 novembre, a Nuoro presso l'Istituto Regionale Etnografico.
Ci sono favole che iniziano in un tempo passato, in luoghi lontani e irraggiungibili, quasi epici. In Sardegna no. Nella nostra Isola le ambientazioni delle fiabe non oltrepassano il mare e sono senza tempo: potrebbero essere accadute cento anni fa come l’altro ieri. Non ha importanza il dove e il quando ma il senso ultimo di una contemporaneità che ci accarezza, che convive con noi, insieme ai suoi personaggi, soprattutto quelli dotati di un dono o un carisma unico che, come in una favola, raccontano la loro idea del mondo, il loro trascorso e il fluire nel tempo. È meraviglioso pensare che a cogliere questo aspetto, con rara sensibilità, sia stato un regista pugliese, Raffaello Fusaro con “Le favole iniziano a Cabras”.
Può capitare di emozionarsi, sentendo le parole del Giorno del Giudizio. Può, accadere, anche, che questo non avvenga nella città natale di Salvatore Satta, nell'anno in cui si ricordano i quarant'anni dalla scomparsa ma in uno dei cuori pulsanti della città dell'Expo. L'evento del 26 ottobre ha riportato lo scrittore e giurista nuorese a Milano, città che ne accolse scritti e pensieri della giovinezza.