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Volti, visioni e vicende. Artistiche, personali, desiderate. E, ancora, seconde vite e ricordi. Cose e volti. Eccola, Nulla Dies Sine Linea, la monumentale mostra che la Triennale di Milano dedica ad Antonio Marras e alla sua arte, in grado di realizzare mondi impossibili, di dare una seconda vita alle cose, di non farle morire. Dal 22 ottobre al 21 gennaio 2017, oltre cinquecento disegni, dipinti e installazioni raccontano di quell’emergenza artistica e creativa del Marras che mette a nudo la sua irrequieta necessità di trasferire su carta suggestioni, voci e i silenzi dei viaggi e del suo mondo.
Definire e presentare Antonella Puddu in poche righe è impresa assai ardua. E’ anzitutto una donna, nella vera accezione del termine e con tutte le sfumature e aspetti che l’essere donna comporta. Trovarsela davanti ricorda figure femminili del passato: sarà il portamento, sarà l’abbigliamento, saranno le sue differenti dimensioni lavorative. Una donna da palcoscenico, e allo stesso tempo una donna di casa, colta, intima e accogliente. Diretta nel linguaggio, anche quando utilizza intercalari in sardo. E con una voce che ben si presta a molteplici ruoli. Attrice, regista, ed esperta di lingua sarda, studia col mimo messicano Sigfrido Aguilar, con l’attore e regista argentino Coco Leonardi, con l’attrice polacca Rena Mirecka.
La libertà è una fotografia che prende vita. Che a tempo di musica lascia il bianco e nero e acquista colore, intrisa del sapore di libertà, di indipendenza.
Antonio Marras racconta ancora una storia che incanta e sorprende. Lo fa, in occasione della settimana della moda milanese, partendo dagli scatti di Malick Sidibè, il grande fotografo del Mali scomparso il 16 aprile di questo anno. La collezione donna e uomo, per la prima volta insieme, della prossima stagione primavera estate 2017, si snoda tra i caschi da messa in piega dei negozi delle parrucchiere di Bamako, la capitale del Mali che si scatena, all’indomani dell’indipendenza, in una danza corale di libertà. Di bellezza, di twist e rock’n’roll. E il geniale sarto di Alghero, la interpreta ricucendo insieme, con il filo della libertà, tradizione e innovazione, il gusto personale e quello collettivo, desideri voluti e realizzati.