E’ fra le regine del mondo degli influencer. I seguaci su instagram e tik tok hanno superato abbondantemente il milione per ogni piattaforma. Numeri da vera web star. Un look mozzafiato, per Felisja Fishball (il suo cognome però non nasconde le origini, è Piana).
E’ una delle suicide girl italiane più seguite nel mondo liquido. Capelli neri, pelle candida e grandi occhi verdi, una bellezza fuori dagli schemi: Felisja Piana, è stata una importante Suicide Girl italiana. Per i non addetti ai lavori la comunità virtuale Suicide Girl racconta da anni la bellezza femminile meno convenzionale di tutto il globo: ragazze con tatuaggi, piercing e capelli dai colori variopinti, un modello di pin-up decisamente lontano da quello da rivista patinata ma altrettanto affascinante e risolutamente più intrigante. Il tutto mostrato con generosità e senza censure visti i contenuti, tra nudi e pose provocanti. L’iscrizione al sito è a pagamento e vietata ai minori. La comunità SG, nata in America da un’idea di Sean Suhl e Selena Mooney e attiva da circa 15 anni, ogni giorno seleziona in tutto il mondo una ragazza tra le migliaia che si propongono come “Suicide Girl Hopeful” inviando un set fotografico che poco lascia all’immaginazione. Se negli Stati Uniti è un fenomeno di massa con milioni di iscritti e un fatturato enorme tra sottoscrizioni, gadget, merchandising e calendari, la comunità è oggi molto conosciuta anche in Italia. Sono diverse le giovani italiane scelte per rappresentare la bellezza alternativa sulla community SG.
Classe 1994, originaria di Valledoria in provincia di Sassari, ha vissuto sull’isola sino ai 16 anni. Le reazioni della piccola località dove la giovane viveva, non si sono fatte attendere:
“Da quando le mie foto sono state pubblicate ho ricevuto critiche e insulti anche molto pesanti. Amo la Sardegna ma la gente sa essere molto cattiva, per questo ho scelto di partire per Milano e costruire lì la mia strada”.
Un nome d’arte particolare “Quello è in realtà un soprannome che mi è stato appioppato anni fa da un mio amico. Sosteneva che assomigliassi ad un pesce palla! Siccome ‘Ballfish’ suonava male, ho optato per ‘Fishball’ e così è rimasto”.
Durante il corso della sua carriera ha inoltre realizzato numerosi book fotografici passando dall’altra parte della fotocamera: Felisja coltiva sin dal 2011 una forte passione per la fotografia e la post-produzione fotografica, che l’ha portata a collaborare con numerose modelle di fama mondiale.
Amante della tattoo art. “Il primo tattoo di mia mamma fu un tribale sulla schiena che si fece quando io avrò avuto quattro anni. E poi c’era di mezzo il senso di imitazione: ogni volta che tornava a casa con un pezzo nuovo, beh, ne avrei voluto uno anch’io”.
Fare la modella per Felisja è puro divertimento, ma alla giovane piacerebbe lavorare nel mondo della body art e aprire uno studio di tatuaggi. Però, come ha raccontato “ce ne sono due che hanno un valore particolare: “Ho un teschio messicano sul braccio sinistro, di sicuro è quello che ha un significato più importante per me. È dedicato a mio padre, morto qualche anno fa per via di un tumore purtroppo. La scritta Nosy Be è il nome di un’isola in Madagascar dove mio padre ha vissuto per diversi anni.”
Al momento Felisja non sta tatuando e comincerà questa nuova carriera solo tra qualche anno, quando avrà smesso una volta per tutte di posare. “Ovviamente mi aspetta una lunga gavetta non retribuita visto che, di mio, non avrò intenzione di chiedere dei soldi per i miei tatuaggi finché non avrò imparato definitivamente questo splendido lavoro. Il denaro è importante per potere stare tranquilla e dedicarmi un giorno solo a quello.”
Da dove nasce la tua passione per i tatuaggi geometrici/dotwork?
“Ho lavorato per un anno e mezzo come assistente nello studio milanese ‘Trafficanti d’Arte’ di Marco Galdo. Oltre a considerarlo un amico, Marco lo vedo come un grande artista. Credo proprio che, terminata la carriera di modella, chiederò in primis a lui di prendermi come apprendista”.
Ti immagini un giorno completamente ricoperta d’inchiostro? “Assolutamente sì; e per il momento direi che siamo a metà visto che lo stesso Marco Galdo si sta occupando della mia schiena. Ho deciso di lasciar perdere solamente il viso perché a mia mamma non credo piacerebbe granché!”
La stampa la definisce una “bellezza punk” ma i suoi gusti musicali portano altrove.
“Io sono più per il rap statunitense, la trap e la techno. Però la techno quella tosta: quella che si scrive con la kappa!”
La sua carriera non si è fermata al mondo della moda: Fishball infatti è anche una rapper. Con la breve avventura nel gruppo delle Bada$$B (composto oltre che dalla modella anche da Christina Bertevello e Valentina Fradegrada) ha pubblicato diverse hit che sono diventate ben presto famose che hanno totalizzato più di 20 milioni di stream fra le varie piattaforme.
Per Felisja Piana la svolta arriva nel 2018 ha deciso di interrompere la sua avventura in gruppo, mandando avanti il suo percorso da solista. A novembre del 2020 ha pubblicato 3:13, il suo primo album ufficiale con tematiche legate al femminismo e all’emancipazione della donna. “Il titolo del disco è nato da un orario ricorrente nella mia vita, 3:13 – ha spiegato l’artista – mi sono fatta il viaggio che questa cifra avesse una serie di significati simbolici: il tre, che è un numero diabolico, il 13 che è un numero femminile, associato alla rinascita, sono numeri che in qualche modo ritornano anche nei brani”.
Felisja ha recentemente avviato un progetto musicale denominato “Fishball” all’interno della scena rap e hip-hop italiana.
Massimiliano Perlato