Il mio corpo è nato in un ospedale cagliaritano di una fredda alba di metà gennaio, in un inverno rigido e nevoso come non si avvertiva da tanto tempo. Parlo della nascita di un corpo poiché se dovessi parlare della mia esistenza mi limiterei a dire che sono apparsa in Sardegna un giorno, perché ancora desideravo il vento salmastro avvolgere il mio corpo e ancora, riempirmi lo sguardo dell’arancio dei fichi d’india e sentire la quiete delle montagne aspre ,crescere con i frutti della feconda terra, laggiù nel Sulcis, dovetra un inverno e l’altro, sono cresciuta.
Così ama presentarsi Viola Vistosu, bellissima modella cagliaritana, classe 1985, che ha un grande passione per la pittura. La sua determinazione è nitida e concreta. Una giovane che analizza con risolutezza il mondo che la circonda nonostante una fantasia sfrenata che l’accompagna nel quotidiano.
Sin dall’infanzia ho passato molto tempo persa nell’immaginazione, fantasticando sui personaggi dei miei racconti che rendevo reali, dando forma a piccole creature di fango e rami secchi o disegnandoli con i pastelli. Da sempre ho esternato con qualsiasi mezzo ciò che visitava la mia mente e la vocazione di assaporare l’ambiente circostante tramite i sensi mi ha indirizzato nel tempo, ad un corso di studi creativo.
Con la pittura è stato amore a prima vista?
Dagli anni dell’adolescenza cercavo di farmi degli autoritratti tastando con le mani quelli che allora erano ancora i segreti di un volto. Poi le lezioni del liceo artistico, sezione accademia, hanno dato modo di sviluppare tecnica e cultura sull’argomento, ma non di liberarmi. Le rigide regole accademiche tanto fondamentali quanto noiose, hanno spinto il mio percorso post diploma, ad altri corsi di studi, allontanandomi dalla pittura.
Un trascorso nei concorsi di bellezza con la partecipazione a Miss Sardegna e Miss mondo e un futuro anche come modella?
Si, nell’arco di un decennio quindi, ho lavorato a contatto con l’arte della fotografia come fotomodella, sia per marchi pubblicitari, che per moda o progetti artistici; un impiego che non solo mi ha permesso di mantenere vivo il contatto con il mondo creativo ma di esaudire anche una delle mie più grandi passioni: girare e conoscere il mondo. Viaggiare e apprendere le tante sfumature umane e ambientali sono sempre state una grande ispirazione della mia vita. Ma è proprio quest’ultima, intesa come natura nelle sue molteplici forme a essere per me costante motivo di meraviglia, dal microcosmo e la botanica a tutte le arti umane possibili: teatro, scultura, poesia, prosa e tutto ciò che rende l’uomo L’Animale Divino. Ma se la mente ha bisogno del proprio nutrimento è vero che il corpo necessita anch’egli delle sue attenzioni: Il trekking, l’avventura dell’esplorazione, il running, la bicicletta e la sperimentazione culinaria sono aspetti salienti della giornata.
Il tuo desiderio per il domani?
Voglio colorare un pochino di più il mondo. Riempire di personaggi e immagini i muri delle case, dipingere soprattutto ciò che non è reale ma che potrebbe esserlo. Il sogno , l’onirico e il surreale sono elementi intrinsechi della mia esistenza. Mi servo del disegno per esprimere un concetto profondo e spesso frustrante, tramite simbolismi, simili per concetto agli arcani maggiori dei tarocchi, dove anche l’immagine dell’acqua o il verde erba di un campo rappresentano una lettura ben precisa. Amo, In ciò che dipingo, rappresentare tali simbolismi sottoforma di elementi naturali della flora e della fauna della mia isola. Nel mio futuro prossimo ci sarà di certo una nuova mostra personale con l’intento successivo di portare i miei “onirici” lontano, di farli un po’ emigrare, inizialmente in Europa e di conseguenza sul mercato artistico orientale. Li accompagnerei senza andare via realmente da qui, perché la Sardegna rappresenta il mio porto sicuro e per quanto io abbia visto già una parte del mondo, l’odore pieno di certe notti e il colore del cielo di alcune giornate non vi è in nessun altro posto.
Per concludere, come vedi la tua terra?
La Sardegna, come l’Africa, è una madre immensa. Non mi è facile l’idea di lasciarla perché stanca e maltrattata. Mi piace l’idea di far parte di una “resistenza” , di chi come me voglia rimanere, nonostante le ristrettezze e il futuro incerto, per parlare di sé e della propria origine, arricchendo i pensieri e il gusto della gente, difendendo e valorizzando la nostra cultura presentando l’Isola anche per ciò che è nel profondo: un tripudio di musiche ancestrali, di costumi variopinti, di segreti, di rituali ,di leggende e di fertilità.
Massimiliano Perlato