Il termine guaritori, riferito ai rappresentanti di certe famiglie che in Sardegna prestano cure molto speciali, non mi piace affatto. Per le persone eccessivamente razionali come me, infatti, questa parola può assumere connotati assai negativi, collegati magari a millantati poteri che nulla hanno a che fare con le rassicuranti verità scientifiche. Ma non saprei definire diversamente da guaritrice, ad esempio, la signora di Nuchis (frazione del comune di Tempio Pausania) in grado di curare le ustioni, certe forme di alopecia e altri problemi della pelle. Il rimedio in questione, che non ha assolutamente nulla di spirituale, deriva dal miscuglio di numerose erbe che la signora raccoglie nelle campagne galluresi. La ricetta si tramanda di generazione in generazione, all’interno di queste famiglie che custodiscono il segreto, ognuna delle quali ha le sue varianti dell’unguento medicamentoso.
Oltre a quella di Nuchis, sempre in Gallura, esistono altre due famiglie in gradi guarire ustioni , piaghe e abrasioni della pelle. Una di queste opera a Monti, l’altra a Buddusò. Quest’ultima, la famiglia Maureddu, ha perfino brevettato una crema, composta per il 90% dall’efficace estratto vegetale e oggi utilizzata in alcune strutture pubbliche, come nel reparto di dermatologia dell’Ospedale di Cagliari, o nel centro grandi ustionati di Genova, o ancora in quello dell’Ospedale Civile di Sassari.
Sembra incredibile, ma in questi piccoli paesi galluresi arrivano persone da tutto il mondo per farsi curare. Certi pazienti vengono mandati proprio dai dottori che non hanno di meglio da offrire. Ma vale anche il contrario: quando la signora di Nuchis si trova di fronte ad una bruciatura che sa di non poter guarire, consiglia al paziente di rivolgersi ai medici delle strutture ufficiali. Ci sono un’onestà e una deontologia smisurate nell’animo di queste persone, che non prendono soldi in cambio del loro servizio. La gente in cura di solito si sdebita portando con sé doni e prodotti alimentari. Se la signora di Nuchis ritiene di poter guarire una bruciatura, comincia il trattamento. Ho testimonianza diretta dell’efficacia di queste cure: una zia, un professore e un’amica. I primi due avevano avuto qualche problemino con il forno, mentre la terza era andata a Nuchis per farsi togliere una cicatrice.
La cura delle cicatrici sembra miracolosa: la prima parte del trattamento consiste nell’applicazione sulla parte interessata di un unguento che riporta in vita la ferita. A farla sparire ci penserà poi un secondo intruglio di erbe mediche. A questo proposito ho anche un riscontro pratico, che trovo piuttosto verosimile. Secondo un racconto che ho sentito da mio padre alcuni anni fa, il rimedio discenderebbe da un’antica usanza dei ladri di bestiame, che mischiavano le erbe per ottenere unguenti in grado di cancellare il marchio a fuoco dalle pelli degli animali. Così, furate (rubate)le bestie, i legittimi proprietari non potevano più riconoscerle.
Pare che la signora di Nuchis sia in grado di cancellare perfino i tatuaggi, ma non ci sperate: chi ha cercato di convincerla a farsi togliere qualche scarabocchio di gioventù, si è beccato un secco no sul grugno, perché i tatuaggi non sono un incidente e per la signora, gallurese DOC un po’ all’antica, vale il principio per cui se te lo sei fatto, te lo tieni e peggio per te. Ve lo dice un pluritatuato, per fortuna non pentito.
Da “101 cose da fare in Sardegna almeno una volta nella vita” di Gianmichele Lisai