L’autunno è una stagione considerata perlopiù triste e malinconica con caratteristiche sue proprie. Sono giorni questi in cui la natura va preparandosi al gelido inverno determinando un periodo di transizione e trasformazione che si trasmette anche all’uomo. Mentre ci troviamo accovacciati davanti al camino, magari arrostendo castagne e ascoltando o raccontando Contos de foghile, la temperatura esterna subisce un abbassamento sensibile e progressivo, si verifica una riduzione delle ore di luce, cambiano i cicli sonno-veglia e ci si sente più frequentemente stanchi e demotivati. La pelle risulta spenta e opaca ed il nostro organismo diventa in queste condizioni terreno fertile per una serie di malanni tanto che, anche in seguito ad un banale raffreddore, può essere maggiormente esposto a stimoli stressanti (allergie e malattie da raffreddamento, astenie psico-fisiche, agenti infettivi) cui può reagire meglio se si è in una condizione di equilibrio organico e si effettua una giusta prevenzione.
Difesa e attacco
Queste poche annotazioni bastano a chiarire come il sistema immunitario e quello nervoso siano strettamente connessi tra loro. Il sistema immunitario è un regolatore generale dell’organismo organizzato attraverso due linee difensive principali, immunità non specifica e immunità specifica, le quali attraverso diversi tipi di cellule e mediatori aiutano a combattere ospiti indesiderati (virus, batteri ecc) che tentano di avvicinarsi. Oggi la PNEI (psico-neuro-endocrino-immunologia) ha messo a fuoco l’esistenza di una stretta comunicazione tra sistema immunitario e processi psichici. Numerose ricerche recenti hanno dimostrato l’esistenza di un flusso bidirezionale di informazioni tra sistema nervoso e immunitario responsabile delle loro funzioni e di una reciproca regolazione. Stimoli stressogeni esterni di varia natura si tradurrebbero in segnali che vengono registrati dal sistema neuro-endocrino e trasmessi al sistema immunitario dando luogo potenzialmente a forme di depressione che a loro volta creano un ambiente favorevole per lo sviluppo di diversi tipi di fastidi comuni, dal lieve raffreddore a, in alcuni casi, condizioni patologiche più gravi. Ecco perché è determinante rinforzare in questo periodo il nostro terreno di base, in modo da prevenire l’influenza e mantenerci sempre energici e vitali.
Ritrovare l’energia
Uno dei modi per ritrovare le energie perdute è il trattamento oligoterapico con l’utilizzo di somministrazioni in quantità minime di oligoelementi, minerali che normalmente si trovano solo in tracce nell’organismo umano dove fungono da catalizzatori,cioè facilitano, accelerano o provocano determinati processi biochimici. Sono utili al cambio di stagione per rinforzare l’organismo e prevenire gli effetti negativi dell’autunno e lo stress da influenza; si trovano disponibili in fiale e granuli, vanno assunti a digiuno tenendoli almeno un minuto sotto la lingua, dove vengono subito assorbiti nel torrente circolatorio e resi bio-disponibili incorporandosi negli enzimi che ne sono carenti.
Gli irrinunciabili oligoelementi
Rame : svolge un’azione di sostegno del sistema immunitario
Potassio : fonte di energia subito utilizzabile, rinforza i muscoli
Manganese : favorisce la corretta sintesi degli anticorpi e previene le allergie
Litio : utile in caso di ansia e depressione, regola il sistema nervoso
Cobalto : regola la pressione e riequilibra il sistema nervoso
Zinco : rinforza unghie e capelli e regola la funzionalità epatica
Selenio: è antiossidante e stimola la produzione di linfociti
Oro-argento : fornisce energia e abbrevia la convalescenza
Fosforo : antifatica; è raccomandato contro l’asma allergico
Zolfo : antiallergico; è attivo contro asma, eczemi, orticaria, dermatiti
Si trovano anche nel cibo
I cibi sono naturalmente ricchi di oligoelementi: un’alimentazione varia che attinge dai principali gruppi alimentari (carne, pesce, latte e derivati, cereali, verdure, frutta di stagione, legumi) fornisce il necessario fabbisogno giornaliero. Bisogna tener conto che la maggior parte degli alimenti giunge in tavola depauperata di molti elementi indispensabili a causa dei moderni processi di coltivazione, di allevamento e conservazione dei cibi. Analogamente la cottura delle verdure, in particolare la bollitura, fa perdere il 60% degli oligoelementi che contiene. Scegliere prodotti freschi e porre attenzione sulle modalità di cottura è sicuramente una buona abitudine da adottare per non perdere il prezioso apporto di questi elementi.
Tipici malanni da freddo
Le sintomatologie autunnali più comuni sono tutte di natura infiammatoria, un meccanismo innato di difesa che costituisce una risposta protettiva all’azione dannosa di agenti fisici, chimici e biologici, il cui obiettivo è l’eliminazione della causa iniziale. I farmaci antinfiammatori (acido acetilsalicilico e FANS) vanno ad agire su una serie di mediatori dell’infiammazione responsabili dei caratteristici sintomi come il gonfiore e il dolore con risultati veloci e sperati, ma responsabili nel tempo, se utilizzati in modo continuo, di danni a carico del fegato e dello stomaco. Gli oligoelementi offrono in alcuni casi un’alternativa valida e altrettanto efficace, senza rischi di tossicità. Per esempio nei casi di laringite è consigliato l’uso di manganese-rame; nei casi di faringite la combinazione suggerita è rame, oro, argento; per i dolori articolari e muscolari invece, molto spesso conseguenti a stati depressivo-ansiogeni, si raccomanda l’associazione di zinco, potassio, selenio, litio e manganese-cobalto.
Contos de foghile
Sa musca Machedda
Si narat chi sa musca maghedda vivet in sutta de sa cresia de Otzana. In cue v’est unu tesoru a intro de sas tumbas de sos vescovos. In carchi tumba v’at su tesoru, in atteras v’at sa musca maghedda: si ch’essit in fora sunt guaios. Sa musca maghedda distrughet gussu chi incontrat, cumpresos sos omines. Sa musca maghedda v’est solu in Otzana. In sa cresia v’est unu passaggiu segretu, ma solu su prèide l’ischit in uve est, ma su tesoru est troppu importante, e issu non lu narat.
Ma po gommo est solu una leggenda.
Sa surbile
Sa surbile ít una creatura de animu malu e de aspettu lezzu . Sa zente la timiat ca nariant chi podiat intrare a ube b’ait pizzineddos de naschidorju a che li zuzzare sa bida dae su modde modde. Po cussu lassabant semper sa luche alluta e in sa chillia bi poiant sa barrichedda de s’ írizzu po che istrojare sa surbile.
Natascia Talloru