In Sardegna la amano perché dà vita a feste e divertimenti, la odiano perché provoca malattia e umiliazione: si tratta dell'argia, una vera e propria ballerina variopinta. In realtà è un animaletto piccolo e molto velenoso: alcuni lo descrivono come un ragno, altri come una grossa formica. In ogni caso, la sua puntura può essere mortale se non curata nei tempi e nei modi imposti dalla tradizione. S'argia è avvolta da mille misteri: per i sardi è la sola sopravvissuta allo sterminio voluto da Dio degli animali velenosi dell'isola. Rari gli incontri con qualche "argia maschio": quasi unicamente "femmina", si presenta con tanto di corpetto e gonna. I colori degli abiti indicano il suo stato civile, come per le donne sarde: nubile, sposata o vedova. Il nero indica la vedova, il bianco la nubile, il maculato la sposa.
LA PUNTURA
Nell'isola, la vita agricola e pastorale sono molto faticose, dure e senza riposo. A volte il pastore o il contadino decide di distendersi solo per un attimo all'ombra di un albero... proprio allora l'argia è pronta a colpire. Non c'è un orario preferito dall'argia: la notte, l'alba, il mezzogiorno, non importa. Sicuramente punge d'estate, in campagna, durante i lavori pastorali, di mietitura, di spigolatura o di raccolta delle fave. Comunque sempre nei momenti di stanchezza, di riposo e di abbandono, quando il lavoratore è meno vigile. Predilige gli uomini alle donne. I contadini imparano fin da bambini a stare attenti alle punture dell'argia. Prima di andare a letto pronunciano vari scongiuri contro questo pericoloso nemico. Se si accorgono di essere stati punti disinfettano subito la parte colpita urinandoci sopra: la vera cura, però, sarà un'altra...
LA CURA: BALLI E TRAVESTIMENTI
Dopo la puntura dell'argia, la vittima non è più la stessa persona: subisce una vera e propria possessione da parte dell'animale. L'unica speranza di salvezza è scoprire le caratteristiche dell'argia colpevole. Tutto il paese si impegna in questa "indagine": si suona e si danza per scoprire le preferenze dell'argia. Si fanno indossare al malato abiti femminili dai diversi colori per poter capire se l'argia è nubile, sposa o vedova. Si cerca anche di interrogare il malato stesso per ottenere altre informazioni. Il risultato? Una festa ricca di suoni, balli e colori. L'argia deve essere messa allo scoperto entro tre giorni esatti: solo dopo essere stata individuata e accontentata si allontanerà e permetterà al malato di ritrovare la sua identità e dignità.
ALTRI TIPI DI CURA
In Sardegna la puntura dell'argia è curata anche con altri sistemi, diversi dal ballo e dal travestimento. In alcuni paesi, le donne si dispongono intorno al malato e muovono i loro setacci per la farina su telai di legno. Accompagnano i suoni di questi strumenti tradizionali con tipici canti femminili. In altre zone dell'isola, per la cura si prepara un grande forno all'aperto. Si accende il fuoco con tralci di vite posti a formare una croce. Il malato si siede accanto alle fiamme mentre altri ballano vicino a lui, con in mano tralci di vite accesi. Nel sassarese, invece, l'infortunato è avvolto in un sacco e seppellito fino al collo nel letame. Il corpo della vittima è talvolta semplicemente immerso in una tinozza piena di acqua calda.
L'ARGIA OGGI
Non aver paura di riposarti all'ombra di qualche albero, nelle vaste campagne della Sardegna: ormai l'argia sembra essersi decisa a lasciar perdere balli e canti. Si sente spesso dire che le arge sono morte: come, quando e perché non si sa. Ma una cosa è certa: le danze e le feste in Sardegna sono più vive che mai.