Con questo nome Plinio il Vecchio nella Naturalis historia (III, 7, 84), indicava non solo l’Asinara, ma anche la vicina Isola Piana; mentre invece Tolomeo (Geogr. III, 3, 8) indicava con questo nome solo l'isola dell'Asinara, distinguendola nettamente dall’Isola Piana, chiamata “Diabate insula”, ossia “isola di passaggio”.
Questa antica denominazione dell'Isola dell'Asinara, ripresa anche nella Tabula Peutingeriana e da Marziano Capella (VI, 645), ha conservato il ricordo del mito di Ercole, presente in altri toponimi sardi quali la stazione ad Herculem che l'Itinerario Antoniniano colloca sulla strada che da Tibula portava a Sulci; l’Herculis portus, nella costa meridionale sarda; il santuario, il Sardopatoris fanum, citato nell’elenco di Tolomeo, nell'Anonimo Ravennate ed in Guidone, dedicato al figlio di Ercole, il Sardus Pater, divenuto nume tutelare indigeno dei Sardi; la città di Heracleia, che Stefano di Bisanzio sembra collegare al mito di Iolao e dei Tespiadi. L'H.i. ebbe indubbiamente nell'antichità un'importanza considerevole da attribuire principalmente alla sua posizione strategica; essa infatti, con la sua forma allungata, quasi ad arco, delimitava ad occidente il Golfo dell'Asinara fungendo da filtro e controllo per le imbarcazioni che percorrevano le rotte mediterranee, per le quali l'ampia insenatura chiusa dall'isola costituiva un punto di passaggio fondamentale.
Lo studio di alcuni relitti di navi romane, localizzati nelle immediate vicinanze dell'Asinara, ha permesso di ricostruire il ruolo svolto dall’isola e di conseguenza dall'intero Golfo dell'Asinara nelle rotte mediterranee. Nello specifico tali relitti dimostrano che l'H. i. costituiva un'importante tappa nelle rotte che dalla Sardegna si dirigevano verso i porti provenzali, liguri, spagnoli, africani o per quelle che collegavano la parte settentrionale del bacino occidentale del Mediterraneo e quella meridionale e le sponde ispaniche e i litorali tirrenici della penisola italica. Quindi l'isola dovette certamente essere considerata una tappa fondamentale di questi itinerari, soprattutto quando i mari erano sferzati dal maestrale, o comunque quando le condizioni atmosferiche avverse e le difficoltà della navigazione costringevano i naviganti a cercare riparo nei suoi approdi.
Rubrica "Sardinia Antiqua" a cura del Prof. Attilio Mastino
testo tratto da: "La Sardegna. Enciclopedia Brigaglia"