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In passato i sardi erano molto più riservati e chiusi di oggi: la sessualità non era certo un argomento molto presente nelle chiacchiere di ogni giorno. Figuriamoci a tavola, davanti alle donne vergognose e ingenue di un tempo. In Sardegna non ci sono molti alimenti tradizionalmente afrodisiaci. L'unico cibo considerato dotato di tali poteri era ed è ancora il sedano (s'appiu), mangiato crudo ed in grosse quantità. Oggi nei tipici banchetti sardi si usa mettere il sedano sulla tavola ed invitare con malizia gli uomini presenti a consumarne senza limiti. In realtà il "vero uomo sardo" non ne mangia molto (per lo meno in presenza di altri commensali): ritiene infatti di non aver bisogno di "aiuti" di questo tipo per portare avanti senza "intoppi" i suoi doveri coniugali.
Il carnevale di Bosa, chiamato “Carrasegare Osincu” è unico nel suo genere in Sardegna; contrariamente ai tragici carnevali delle zone interne dell’isola vi trionfano la libertà, la fantasia e l’esplicita ironia a carattere sessuale. Il personaggio pringipale è Gioldzi: il “Re Giorgio”, il simbolo del carnevale, rappresentato da un pupazzo di stracci e paglia, con una botte per pancia. S’Attittadora è la prefica che recita le lamentazioni funebri; è vestita a lutto, il viso dipinto di nero con s’oltigiu brusiadu (sughero bruciato), e indossa sa bunnedda (la gonna lunga), s’isciacca (il bustino), e s’isciallu cun sas randas (lo scialle con le frange).
La giostra equestre di Oristano è l’ultima corsa all’anello della Sardegna e una delle poche che si corrono in Europa. È uno spettacolo teatrale, con il suo spazio scenico, i suoi attori e spettatori, il suo canovaccio. E i suoi registi: il gremio degli agricoltori nella Sartiglia della domenica, quello dei falegnami nella Sartiglia del martedì di Carnevale. Tutto ha inizio il 2 di febbraio, festa della Candelora, durante la quale vengono nominati i Componidores delle rispettive Sartiglie. Su Componidori, deciderà a quali cavalieri dare l’onore della spada per la discesa alla stella.