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Il carnevale tradizionale di Orani, è incentrato su una maschera unica e misteriosa, chiamata su Bundu, riportata in auge all’inizio degli anni ’80 del secolo scorso dopo alcuni anni di accurata ricerca. Incoraggiati dalla Proloco, numerosi artigiani, appassionati delle arti e delle tradizioni, i ricordi degli anziani e della gente del paese, hanno contribuito alla sua riscoperta. Su Bundu è il personaggio principale del carnevale tradizionale. Indossa l’antico abbigliamento tipico del contadino: un lungo e pesante gabbano invernale o un ampio sacco de vresi (d’orbace), sotto il quale indossa la camicia e, spesso, un gilet (su groppette); indossa inoltre pantaloni di velluto e gambali di cuoio.
Allegria, buon vino, dolci tipici a disposizione di tutti fanno il carnevale a Gavoi. Non esiste una vera e propria maschera, ma c’è la vittima del carnevale. Protagonisti gli strumenti musicali d’origine arcaica, suonati al ritmo del ballo sardo. I personaggi Zizzarrone: è un fantoccio un tempo chiamato “Tiu Zarrone”. Rappresenta la vittima, “su mortu de Harrasehare”. Le persone che suonano gli strumenti musicali, sos Sonadores, indossano abiti di velluto, sos gambales (gambali) e su bonette (coppola). Il loro volto è ricoperto di nera fuliggine. Su Triangulu, ottenuto dalla lavorazione di un pezzo di ferro alla forgia, ha le punte ripiegate verso l’esterno. Il suo suono acuto si erge oltre quello cupo de su Tumbarinu (tamburo). Per i tamburi viene in genere utilizzata la pelle di capra o di cane e sono realizzati interamente a mano con metodi antichi.
Il Carnevale tradizionale di Orotelli è caratterizzato da due tipi di maschere: sas mascaras de caddu (maschere a cavallo) e sas mascaras de pè (maschere a piedi): tra queste ultime, sos Thurpos sono i protagonisti. Il termine significa “i ciechi”, “gli storpi”. Portano l’abito di velluto, i gambali di cuoio (sos gambales) e un lungo pastrano (su gabbanu) di nero orbace, un tempo usato dal pastore nel periodo invernale. A tracolla hanno una bandoliera di campanacci. Il viso è nascosto da uno strato di sughero bruciato e da un cappuccio che scende fino al naso. Fra gli abitanti di Orotelli è ancora viva la memoria di altre maschere: Erithajos, Tintinnajos, Burrajos. S’Erithaju (il riccio) indossava un saio bianco con cappuccio e portava una collana di tappi di sughero con aculei di riccio.