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*DI MATTEO PORRU
L’uomo in uniforme che urla dal dolore si chiama Celestino Caddeo, ha ventiquattro anni e una gamba rotta. Anzi, distrutta. Gliela amputeranno presto, pur di salvargli la vita. Ma la vita, quella di prima, non torna più. E non tornano più la carriera militare, i piani per il futuro, la vita grande che aveva davanti. Perchè Celestino, un futuro, lo aveva eccome. Ma un giorno è andato via.
Le belle storie non capitano sempre sotto Natale. Eppure, è in queste occasioni che vengono amplificate e si preparano per diventare parte di un comune sentire, come accade in chi prova quella fortissima emozione che i giapponesi chiamano Ijirashii. Ecco allora, un intero paese, Nughedu Santa Vittoria, che trascorre le festività con un nuovo spirito, una nuova carica e un ricordo che li accompagnerà tutta la vita.Non solo: eccolo, soprattutto, lanciare un messaggio potente in grado di dar nuova fiducia a tante realtà italiane che rischiano di scomparire nel silenzio più totale.
DI EMILIANO DEIANA
Nei giorni scorsi è uscito un bel cortometraggio di Sergio Scavio intitolato “Meno cinque” che racconta degli ultimi cinque minuti prima della chiusura dei bar stabilita alle 18 dalle regole governative.
Intanto l’idea è geniale.
Se dovessi riassumere quello che si prova quando non si vive in Sardegna, pur avendoci le radici, è l’istantanea del porto che si allontana. Il momento in cui la nave si stacca dalla banchina e le luci di Porto Torres, Olbia, Golfo Aranci, Cagliari si fanno sempre più lievi e sfumate, sino a sciogliersi in un impalpabile contorno che lascia spazio a un mare che sembra sconfinato e che collima con uno straziante stato d’animo. È la sensazione di ignoto, il martellante presentimento di non poter far ritorno a breve, la percezione di scollamento da qualcosa che, anno dopo anno, comincia inevitabilmente a non appartenerti più. Da quel preciso istante in cui l'immagine della banchina si stropiccia come una vecchia foto riparte, in un ciclo infinito, una ruota sentimentale fatta di contrasti, ossimori, consapevolezza e speranza, malinconia ed entusiasmo che dialoga con un calendario diverso da quello della quotidianità. Un calendario di ricorrenze, occasioni, ponti, ferie. Il calendario di chi non vive più in Sardegna con il corpo, ma vi ha lasciato un pezzo d'anima.