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-Simone Tatti*-
“Un governo spregiudicato che calpesta anche il più elementare diritto alla rappresentanza democratica del Popolo Sardo. La decisione del Governo Renzi di esprimere parere contrario all’ordine del giorno che dava mandato all’esecutivo per proporre, prima delle prossime elezioni, la modifica delle leggi elettorali che non tenessero conto della minoranza linguistica sarda a partire da quella europea. Si trattava in modo esplicito di un impegno parlamentare netto e chiaro al riconoscimento alla Sardegna di autonomi seggi nel Parlamento Europeo proprio per la costituzionale prerogativa di minoranza linguistica. Un Ministro (Boschi) incompetente e privo di qualsiasi inquadramento della materia ha messo a segno un vero e proprio schiaffo, l’ennesimo, alla rappresentanza democratica della Sardegna e dei Sardi in Europa.
"La prima accademia d’arte la feci con le donne del mio paese, quelle che tessevano e impastavano il pane.” Queste parole, pronunciate più volte da Maria Lai, la grande artista di Ulassai scomparsa lo scorso anno, racchiudono uno scrigno di teorie e conoscenze sociologiche. Donne sarde detentrici di antichi saperi, valide e poliedriche insegnanti, gelose dei loro segreti al punto da selezionare coloro ai quali tramandarli ma, anche, pilastri e custodi del focolare domestico. La stessa “Stazione dell’arte”, fortemente voluta dalla Lai, costituisce la trasformazione artistica di un luogo che nei secoli ha rappresentato “sas feminas” e il simbolo del loro lavoro quotidiano. Chi si avventura nella storia della Sardegna non potrà che ritrovare, più e più volte, figure di donne straordinarie che, anche se talvolta non sono entrate a pieno titolo tra le pagine della memoria dei luoghi, ne hanno caratterizzato lo spirito più profondo. Si pensi già al culto della dea madre, alle Domus de Janas, alle due “giudicesse sarde”, Adelasia de Lacon Gunale ed Eleonora d’Arborea, per esempio.
- Mariella Cortes*-