-Irene Bosu*-

Leggere fa crescere. È questo lo spirito della campagna “Il Maggio dei Libri” promossa dal Centro per il Libro e la Lettura del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo. Il Maggio dei Libri ha come obiettivo principale quello di sottolineare il valore sociale della lettura come elemento chiave della crescita personale, culturale e civile. Perchè proprio maggio? I libri sbocciano in questo mese, come la natura. La campagna promozionale pone l'accento su un periodo che nella tradizione popolare italiana è legato alle feste, per il risveglio della natura, e richiama l'idea di crescita e maturazione, ma anche di allegria e di piacere.


Tutte le iniziative del “Maggio dei libri” si sviluppano nell’arco di un mese sul territorio nazionale, individuando come data d’inizio della campagna il 23 aprile (Giornata mondiale del libro e del diritto d’autore promossa dall’UNESCO), e concentrando nell’ultima settimana di Maggio, le manifestazioni destinate a focalizzare l’attenzione sull’evento conclusivo, legato al dono e allo scambio di libri. 

L’esigenza di una politica nazionale di promozione del libro e della lettura risulta evidente dall’analisi delle statistiche sulla lettura in Italia, che possono essere riassunte in un solo dato: più della metà degli italiani non prende mai un libro tra le mani. I numeri parlano chiaro. Secondo gli ultimi dati ISTAT, nel corso dell'anno ha letto almeno un libro il 49,3% della popolazione femminile e solo il 36,4% di quella maschile. La differenza di comportamento fra i generi comincia a manifestarsi già in età scolare, a partire dagli 11 anni. La fascia di età in cui si legge di più è quella tra gli 11 e i 14 anni (57,2%). La propensione alla lettura dipende dalla scuola, ma anche dall'ambiente familiare: leggono libri il 75% dei ragazzi tra i 6 e i 14 anni con entrambi i genitori lettori, contro il 35,4% di quelli con genitori che non leggono. Permangono le differenze territoriali: nelle regioni settentrionali legge oltre la metà della popolazione di 6 anni e più (50,1% nel Nord-ovest e 51,3% nel Nord-est), mentre nel Sud e nelle Isole la quota di lettori è pari solo al 30,7%. Preoccupante anche l’analisi dei dati sull’abbandono della lettura in età giovanile: già a partire dai 25 anni – quando molti giovani frequentano ancora l’università o ne sono appena usciti e quando, comunque, rimane viva l’esigenza di attrezzarsi per entrare nel mondo del lavoro – la quota dei lettori nel tempo libero scende sotto il 50%. 

Di chi è la colpa se in Italia il libro non è un oggetto del desiderio? Di chi è la responsabilità? La scuola? La famiglia? La società? Dal Salone del Libro di Torino arriva il j'accuse del Ministro della Cultura, Franceschini. “Rai, Sky e Mediaset risarciscano i danni fatti alla lettura. Avete fatto danno alla lettura, avete il dovere morale di risarcire. Fate più spot sulla lettura e usiamo i personaggi della fiction: non leggono mai, mettetegli un libro in mano”. Per lui non ci sono dubbi, al banco degli imputati siede, in prima fila, la TV.

A chi spetta il compito di collaborare all'elaborazione di proposte per migliorare la situazione? Sicuramente spetta a tutti gli attori coinvolti – dagli autori ai lettori più forti e motivati, dai bibliotecari agli insegnanti, dai librai agli editori – e a tutti coloro, singoli o associazioni, che sono impegnati sul terreno della promozione della lettura. È essenziale coordinare le politiche pubbliche, statali, regionali e locali, in un grande piano per la lettura, adeguatamente finanziato, da valutare e aggiornare periodicamente.

È necessario raccordare le competenze e le iniziative per la promozione della lettura e del libro ai vari livelli di governo, anche favorendo il partenariato pubblico-privato; occorrono strumenti normativi e finanziari adeguati a garantire operatività ed efficacia; bisogna riconoscere e valorizzare le buone pratiche delle associazioni di base e delle realtà del volontariato che nei più diversi ambiti hanno promosso sul territorio la lettura di libri negli ultimi decenni; occorre anche investire nella formazione degli operatori, in modo che sappiano rinnovarsi ed adattarsi alle novità e ai mutati bisogni dei cittadini. 

Come affermava Seneca: “Ritengo che le letture siano necessarie, primo perché io non sia pago dei miei soli pensieri, poi perché conoscendo le ricerche altrui, ne giudichi i risultati e rifletta su quanto resta ancora da scoprire. La lettura alimenta l’ingegno e, quando è affaticato dallo studio, lo ristora, pur richiedendo una certa applicazione. Non dobbiamo soltanto scrivere o soltanto leggere: la prima attività, quella dello scrivere, offuscherà ed esaurirà le forze, l’altra le infiacchirà e le disperderà. Bisogna passare alternativamente dall’una all’altra e combinarle in giusta misura, in modo che la penna riduca a un insieme organico quello che si è raccolto attraverso la lettura”.

*FocuSardegna

Autore dell'articolo
Simone Tatti
Author: Simone Tatti
Giornalista, data analyst e startupper. Economista di formazione, con master in sviluppo territoriale e gestione d’impresa mi appassiono al mondo dei media dopo aver vinto il primo concorso universitario Heineken – Ichnusa in “Marketing e Comunicazione”. Scrivo con costanza da circa quindici anni su testate giornalistiche off e online prediligendo la produzione di reportage e articoli di analisi statistico/economica. Per amore verso la mia terra, fondo www.focusardegna.com. Ho curato l’immagine e la comunicazione di progetti di destinazione turistica (i.e. Distretto Culturale del Nuorese e Sardinia East Land | destinazione globale Nuorese Ogliastra) e la gestione dei canali social di affermati mass media (Unione Sarda, Videolina e Radiolina). Per sapere altro su me o quel che faccio, visita il mio sito www.simonetatti.it.

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