Aprile 23, 2025

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    Di Angelica Grivèl Serra*

    Elisabetta fissa il plissé appeso al melograno: ha l'impalpabile consistenza dell'acqua nel compiacere i moti del vento, a seconda del suo virare dal brusco al dolce. È una luna di serico pervinca. Il terso verde delle iridi di Elisabetta è immobile sull'ondeggiare del tessuto, che gioca, in un incessante apparire e dissolversi, tra le trame sottili dei rami dell'albero che rosseggia fuori, nel cortile. È una specie di rapimento estatico cui lei si abbandona per attimi. Ora, però, basta riservargli occhiate! Deve lasciare che i soffi d'aria ne asciughino le cromie. D'altronde, la tintura è ancora fresca. Potrà dirsi pienamente pervinca solo ad asciugatura completa.

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    Di MATTEO PORRU

    Il campanile della chiesa di Santa Caterina a Mores, un piccolo capolavoro neoclassico, lo progettò Salvatore Calvia e Pompeo, suo figlio, ne era orgogliosissimo. Non tanto per il campanile in sè, ma perchè a farlo era stato suo padre, che in quel borgo sassarese c’era nato e che sarebbe stato il suo principale faro umano e culturale negli anni a venire.

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    di EMILIANO DEIANA*

    Se ci pensiamo: viviamo nell’epoca della Storia umana in cui si scrive di più (messaggistica, post, commenti etc.). Mai, però, nella Storia si è scritto peggio: lessicalmente, sintatticamente e sentimentalmente.

    Ma di cosa si scrive in maniera così compulsiva? A quale sentimento risponde questa forma di scrittura così - per darle una definizione - assoluta? Si scrive, in questo 'tempo dell’astio', per dar voce alla rabbia, al rancore, alla forma di violenza verbale che giaceva, incagliata, in qualche recesso dell’anima.

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    DI ALBERTO MARCEDDU

    Oggi più che mai, ci siamo resi conto di quanto siamo fragili, deboli e insicuri in un pianeta che reagisce costantemente ed in maniera naturale alle catastrofi. Ci abbiamo provato con frasi di buon auspicio, un "ce la faremo" e un "andrà tutto bene". Abbiamo cercato di sentirci meno soli cantando l'Inno di Mameli sul balcone, ricordandoci che ci si può sentire più uniti e vicini anche nella lontananza e nella solitudine, riconoscendo una condizione di appartenenza che non è sufficiente sotto un cielo grigio, nemmeno cantando Nel blu dipinto di blu. Quando viene meno la libertà, tutto crolla, tutto si sgretola e si sbriciola in brevissimo tempo.

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