Novembre 22, 2024

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    Il punto

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    di EMILIANO DEIANA*

    Se ci pensiamo: viviamo nell’epoca della Storia umana in cui si scrive di più (messaggistica, post, commenti etc.). Mai, però, nella Storia si è scritto peggio: lessicalmente, sintatticamente e sentimentalmente.

    Ma di cosa si scrive in maniera così compulsiva? A quale sentimento risponde questa forma di scrittura così - per darle una definizione - assoluta? Si scrive, in questo 'tempo dell’astio', per dar voce alla rabbia, al rancore, alla forma di violenza verbale che giaceva, incagliata, in qualche recesso dell’anima.

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    DI ALBERTO MARCEDDU

    Oggi più che mai, ci siamo resi conto di quanto siamo fragili, deboli e insicuri in un pianeta che reagisce costantemente ed in maniera naturale alle catastrofi. Ci abbiamo provato con frasi di buon auspicio, un "ce la faremo" e un "andrà tutto bene". Abbiamo cercato di sentirci meno soli cantando l'Inno di Mameli sul balcone, ricordandoci che ci si può sentire più uniti e vicini anche nella lontananza e nella solitudine, riconoscendo una condizione di appartenenza che non è sufficiente sotto un cielo grigio, nemmeno cantando Nel blu dipinto di blu. Quando viene meno la libertà, tutto crolla, tutto si sgretola e si sbriciola in brevissimo tempo.

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    Di MATTEO PORRU

    Il campanile della chiesa di Santa Caterina a Mores, un piccolo capolavoro neoclassico, lo progettò Salvatore Calvia e Pompeo, suo figlio, ne era orgogliosissimo. Non tanto per il campanile in sè, ma perchè a farlo era stato suo padre, che in quel borgo sassarese c’era nato e che sarebbe stato il suo principale faro umano e culturale negli anni a venire.

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    di EMILIANO DEIANA*

    Non si dovrebbe mai scrivere di sé. 

    È una vecchia regola buona, naturalmente, per essere infranta. A maggio è uscito il mio primo romanzo “La morte si nasconde negli orologi” edito dalla sarda-sardissima Maxottantottoedizioni. Sono andato molto in giro a presentarlo e, in ogni occasione, dichiaravo un mio limite e un personale “fallimento”. Quel libro, quella storia avrei voluto scriverla - se avessi avuto tutte le parole a disposizione e un’abilità diversa - nella mia lingua, il gallurese o in sardo.

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