Di Emiliano Deiana
Nel Continente si profila la costituzione, con la larghissima base parlamentare, di un Governo Istituzionale guidato dal Prof. Mario Draghi. Non interessa, in questa sede, fare l’analisi della genesi né della palingenesi delle istituzioni italiane, ma cambiare - per un attimo - il punto di visuale e di prospettiva. Se guardiamo specularmente l’arco costituzionale che potrebbe sostenere il Governo Draghi (M5S, PD, Lega, Forza Italia, UdC, LeU, Italia Viva, Azione e +Europa) e la composizione del Consiglio Regionale della Sardegna, si può facilmente verificare che la gran parte delle forze di maggioranza (PSd’Az, Lega, UdC, Forza Italia) e di minoranza (M5S, PD, LeU) si rispecchiano nella nuova compagine governativa.
C’è da verificare il posizionamento di alcune forze presenti in Sardegna, ma assenti a livello nazionale come i Riformatori o i Progressisti. Il grosso delle rappresentate oggi in Consiglio Regionale - ad esclusione di Fratelli d’Italia avviata verso una non fiducia a Draghi - si trovano in maggioranza a Roma.
La proposta, l’idea o la provocazione (scelga chi legge la definizione migliore) è la seguente: le forze che in Consiglio Regionale si rispecchiano nella neo costituenda maggioranza parlamentare - coinvolti gli enti locali, i sindacati, le forze produttive, le cittadinanze attive - chiedano come primo atto del nuovo Governo l’approvazione di una legge che consenta la riscrittura dello Statuto Sardo attraverso un’Assemblea Costituente eletta a suffragio universale con il metodo proporzionale e l’utilizzo di una parte dei fondi del Recovery Plan per finanziare l’Articolo 13 dello Statuto vigente per un nuovo piano di rinascita della Sardegna.
Negli anni, molte sono state le iniziative consiliari volte a raggiungere questo obiettivo nonché un referendum votato dal 97% dei sardi nel 2012 ne ha ribadito l’urgenza.
La sfida sarebbe duplice: verificare, in Sardegna, quali forze politiche mettono al primo posto le istituzioni e i cittadini sardi e, nel continente, il grado di attenzione del Governo istituzionale verso la Sardegna.
La riscrittura dello Statuto, in particolare, servirebbe ad acquisire e consolidare nuovi poteri e spazi di libertà per la Sardegna, a far convivere - nella piena legittimazione - tutte le forze politiche sarde in un quadro di parità e di non subordinazione rispetto a quelle italiane, a far convivere chi pensa che la Sardegna sia una Nazione senza Stato e chi pensa che l’Autonomia e l’interdipendenza siano il modo migliore di stare in Europa e dentro lo Stato italiano.
Un Nuovo Statuto che servirebbe per avere maggiori poteri e certezza di risorse che annullino i gap economici dettati dall’insularità e dai deficit infrastrutturali.
Un Nuovo Statuto per avere qualche regola fiscale più equa e adatta per la Sardegna, per realizzare una vera continuità territoriale con l’Italia e l’Europa senza intermediazioni (e discriminazioni) ministeriali, per trattare direttamente con la Ue senza i blocchi dello Stato Italiano su determinate materie, per avere maggiori poteri sull’istruzione e la salute pubblica, la democrazia locale, i diritti digitali (e altro ancora che per brevità, qui, non trattiamo...).
Un passaggio che in Sardegna aiuterebbe a verificare chi, davvero, pone la nostra terra e i sardi al centro dei propri obiettivi e delle proprie priorità e chi, al contrario, asseconda pedissequamente ciò che si decide oltre-Tirreno.
Un passaggio per verificare quanto Draghi (e le burocrazie italiane ed europee) crede in un’Europa dei popoli, nella forza delle diversità culturali e linguistiche e delle autonomie territoriali.
Emiliano Deiana
Nato il primo aprile 1974 vive a Bortigiadas. Cofondatore della Libreria Bardamù di Tempio Pausania. È stato Sindaco di Bortigiadas per 15 anni, attualmente è Presidente di ANCI Sardegna. Ha pubblicato nel 2012 il libro di racconti satirici 'Bar Sport Democratico', Ethos Edizioni.
Nel 2020 è uscito il suo primo romanzo, 'La morte si nasconde negli orologi', Maxottantottoedizioni.
(Foto ©Andrea Deiana)
Articolo realizzato per il progetto "FocuSardegna a più voci"
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