Come non rivolgere un pensiero a Fabrizio Argiolas, il pastore rimasto ustionato nel tentativo di mettere in salvo il suo gregge dalle fiamme.
Fabrizio ha messo a rischio la sua vita per la sua vita: le sue pecore.
E' forse difficile da comprendere per chi non vive in prima persona l'essere pastore o per chi è lontano dal mondo delle campagne ma ritengo che, almeno una parola di conforto, un incoraggiamento, un abbraccio sentito Fabrizio lo meriti, in mezzo al frastuono - social e non - che spesso risuona indebitamente.
Siamo talmente presi dalla frenesia delle nostre giornate che raramente riusciamo a fermarci sopra un pensiero, o un fatto. Oggi tutto scorre velocissimo e la sera spesso arriva senza aver vissuto un attimo di silenzio.
La vita dei pastori è la vita della nostra terra, la loro storia la nostra storia di sardi. Credo che oggi la Sardegna sia chiamata a fermarsi almeno un attimo e a riflettere sul gesto di Fabrizio, di straordinaria bellezza nella sua ordinarietà.
E' bello pensare e sperare di poter avere sempre qualcuno che ci dedichi la stessa cura e attenzione che Fabrizio ha rivolto al suo gregge.
La storia della Salvezza, nella Bibbia, è ricchissima di immagini e simboli relativi alla figura del pastore.
“Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla; su pascoli erbosi mi fa riposare ad acque tranquille mi conduce. Mi rinfranca, mi guida per il giusto cammino, per amore del suo nome. Se dovessi camminare in una valle oscura, non temerei alcun male, perché tu sei con me. Il tuo bastone e il tuo vincastro mi danno sicurezza” (Sal 23,1-4).
Ecco, oggi è bello soffermarsi un attimo in silenzio su quanto accaduto a Fabrizio, un pastore sardo, che ha messo a rischio la sua vita per la sua vita. Rispetto e ammirazione. Ed un augurio di pronta guarigione.