-Natascia Talloru*-
Nessun dorma! Il 1 maggio apre il sipario il tanto atteso e chiacchierato Expo 2015 dal tema “Nutrire il Pianeta, energia per la vita” accompagnato dalla scena inaugurale della Turandot al Teatro Alla Scala di Milano. Evento che potrebbe forse innescare anche un principio di “anno felix” e di opportunità per il Bel Paese, con quel retrogusto di critiche che fanno da naturale contorno a qualsiasi manifestazione di grande portata, ma che certamente porrà fine ad un lungo periodo di numerose contraddizioni e polemiche. Non si può dire che l’ EXPOsizione universale, a partire dal 31 Marzo 2008 quando il BIE (Ufficio Internazionale delle Esposizioni) assegnò l’organizzazione alla città di Milano, non abbia fatto parlare di sé: appalti dubbi, mafia, documentari da un milione di euro, movimenti ecclesiali, curatori strapagati, gare con procedura negoziata senza pubblicazione del bando e che attualmente presenta una Via D’Acqua (da e per l’Expo) probabilmente rischiosa in caso di piogge, due linee metropolitane (M4 e M5) da ultimare, padiglioni inconclusi e ritirata da parte di diversi paesi, ultima la Bulgaria, per dei gravi ritardi nei preparativi.
Con queste premesse dovremmo aspettarci colpi di scena nella rappresentanza dei Paesi e nelle rispettive imprese, nelle tematiche affrontate, nei lavoratori o volontari richiesti e nella struttura stessa della manifestazione, tutto rigorosamente last-minute e con un alto rischio di figuracce continentali. Un atteggiamento che non è nuovo dalle nostre parti. Tra acqua santa e cornetti, gufo- day e inglese maccheronico, ci siamo distinti per gli scongiuri e per l’arte dell’arrangiarsi anche nelle situazioni più complesse emergendo distintamente, con la classe che solo l’Italia porta nel suo DNA. D’altronde, all’ italiano medio piace apparire: l’abito prima di tutto e, se poi sotto c'è qualche pezza, non rappresenta minimamente un problema.
A completare questo splendido olio su tela ci ha pensato la piattaforma dell’offerta culturale "VeryBello", voluta dal Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini, che distrattamente aveva ignorato la Festa di Sant’Efisio da inserire proprio nella data del 1 Maggio. Non solo. Sono stati tralasciati i Giganti di Mont’e Prama e la Sagra del Redentore e, sempre last-minute, si è corsi ai ripari dopo il massacro subito da stampa e social network. Nel caos generale, nessuno vorrà perdere l’opportunità di rilanciare l’economia del paese, tantomeno la Sardegna, dovendo oltretutto far fronte a quel vecchio problema che la vede una terra difficile da raggiungere, con l’aggravante dell’etichetta attribuita negli ultimi anni dell’essere un’isola cara e inaccessibile, e della scarsità di servizi (reali), come più volte abbiamo fatto presente sul nostro portale.
Tutto questo però non può e non deve scoraggiarci: forti dei nostri valori, della qualità della vita, della storia e delle tradizioni, ci ergeremo al cospetto del mondo, armati a braccetto con i nostri conterranei, sfoggiando una grande consapevolezza: quella di essere la regione italiana più longeva, più ospitale, con una varietà di eccellenze ambientali e agroalimentari invidiabili rispondenti perfettamente alla tematica stessa richiesta dall’Expo, “…energia per la vita”.
Expo 2015 è una chance per noi tutti, dunque coloro che vorranno danzare al ritmo delle onde del nostro mare e ci chiederanno “But, Expo…what is?” non si stupiranno se all’italiana troveranno risposte confuse come: “Aaah?A chent’annos, cun salude!”
*FocuSardegna