-Irene Bosu*-

Ci sono 4 saraceni, il presidente della Repubblica Italiana e un sardo. Non è l'incipit della classica barzelletta ma la storia che sto per raccontare.

Il sardo in questione è Pinuccio Sciola, scultore e artista di fama internazionale. Conosciuto per la sua attività nella promozione dei murales, le sculture a San Sperate, e soprattutto per le pietre sonore. Il presidente della Repubblica Italiana è il neoeletto Sergio Mattarella, insediato al Quirinale lo scorso 31 gennaio. I 4 saraceni sono – in base alla versione storica più diffusa e conosciuta - i re sconfitti dagli aragonesi durante la battaglia di Alcoraz avvenuta in Spagna. Lo stemma del Regno di Sardegna.

Cosa hanno in comune questi personaggi che negli ultimi giorni sono saliti alla ribalta delle cronache locali? Tutto inizia con una lettera aperta di Pinuccio Sciola al capo dello Stato per sollecitare un'esigenza sentita da molti sardi: cambiare lo stemma della Sardegna, eliminando le teste mozzate dei 4 mori.

Questa la sua richiesta: «Grazie per le Sue parole pronunciate nel Suo insediamento, mi ha commosso la sua esecrazione contro la barbarie delle esecuzioni di decapitazione, della violenza terroristica contro l’uomo inerte. A questo proposito volevo far presente che quelle terribili immagini purtroppo sono sempre presenti nella figura dei quattro Mori che rappresentano la bandiera dei sardi. È inconcepibile che un popolo, una nazione civile possa esibire come vessillo della sua identità un’immagine così cruenta, così offensiva ad altre popolazioni, come Lei Signor Presidente ha giustamente condannato nel Suo accurato discorso. La Sua sensibilità al rispetto della dignità umana saprà trovare il modo per far cambiare un simbolo che va riproposto al suo valore di orgoglio e del rispetto della dignità umana”.

Solidarietà nei confronti degli ostaggi dell' Isis? Provocazione? Presa di distanza dalla propria identità? Forse si, forse no. Mai come in questi giorni il senso di orgoglio sardo si è levato in difesa della nostra bandiera.

È fondamentale rispettare chi non vuole essere rappresentato da questo vessillo e propone un cambiamento adducendo motivazioni concrete. Effettivamente è un simbolo che non rappresenta, in senso stretto, il popolo sardo, bensì la battaglia di due popoli che ci hanno dominato e invaso per secoli. Ma allo stesso tempo, è la nostra storia.

Come diceva l'antropologo e scrittore sardo Giulio Angioni “la ricerca dell’identità è un fare, è un linguaggio in movimento. Non si acquista mai una volta per tutte, non è il raggiungimento di un luogo, è la pratica di vita nel suo continuo farsi. Dunque l’identità sarda è una coscienza storica, è legata a un territorio, a un’economia e a una cultura”.

I quattro mori rappresentano la nostra identità? L'identità è un discorso soggettivo, è associata a un complesso di percezioni condivise ma individuali, che vanno quasi oltre il dicibile.

*FocuSardegna

Autore dell'articolo
Simone Tatti
Author: Simone Tatti
Giornalista, data analyst e startupper. Economista di formazione, con master in sviluppo territoriale e gestione d’impresa mi appassiono al mondo dei media dopo aver vinto il primo concorso universitario Heineken – Ichnusa in “Marketing e Comunicazione”. Scrivo con costanza da circa quindici anni su testate giornalistiche off e online prediligendo la produzione di reportage e articoli di analisi statistico/economica. Per amore verso la mia terra, fondo www.focusardegna.com. Ho curato l’immagine e la comunicazione di progetti di destinazione turistica (i.e. Distretto Culturale del Nuorese e Sardinia East Land | destinazione globale Nuorese Ogliastra) e la gestione dei canali social di affermati mass media (Unione Sarda, Videolina e Radiolina). Per sapere altro su me o quel che faccio, visita il mio sito www.simonetatti.it.

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