Venticinque anni rinchiuso tra quattro mura. Poche ore d'aria la settimana in un cortile che non lascia scrutare l'orizzonte. Mi chiedo quale possa essere lo stato d'animo di un uomo che torna alla vita. Gioia? Euforia? Smarrimento? Alienazione? Quale sensazione nel confrontarsi con 25 anni di sviluppo e tecnologia? Quale, nell'accarezzare la pelle della donna che si ama, nel sentire i profumi della terra che ti ha dato i natali? Quali nel respirare nuovamente quel dimenticato senso di libertà? Ci hanno insegnato a dividere il mondo in categorie: bianco o nero, belli o brutti, buoni o cattivi. Io ho sempre creduto nelle scale di grigio, nel fatto che gli uomini possono sbagliare e che dopo 25 anni possano essere diversi, specialmente se hanno pagato per le proprie colpe. Buona vita Matteo. Non sarà facile neanche fuori.
ISTRUZIONI ALLA LETTURA
(Non per tutti, ma alcuni occorrono)
Quel che ho scritto non ha secondi o nascosti fini.
Non sta a me giudicare in merito alle vicende, per cui, tra l'altro, la legge lo ha condannato.
Non sta a me giudicare ma neppure a voi.
Parlo di Matteo, ma potrebbero essere tanti altri.