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Gentile Dottor Saieva facciamo il punto: Lei inaugura l’anno giudiziario in Sardegna, regione in cui è Procuratore Generale, e parla di delitti d’impeto in Sardegna spesso sorretti da moventi che si radicano nella cultura degli ambienti agropastorali e assalti ai portavalori nella cui esecuzione si sarebbe trasfuso l’istinto predatorio, tipico della mentalità barbaricina, che stava alla base dei sequestri di persona. Non pago ci informa che noi sardi siamo talmente incapaci di cooperare che nemmeno la mafia è riuscita ad attecchire in questa terra desolata. Quindi, a sua discolpa, in seguito ai mugugni locali e alla tempesta dei social, lei afferma: «Parlavo dei criminali, non dei cittadini».
La Barbagia d’inverno, dunque. Per un barbaricino l’inverno è quasi una condizione naturale. Certo, per chi è abituato a pensare alla Sardegna smeraldizzata, alla Sardegna come regione monostagionale, può sembrare una stranezza pensare alla montagna, al clima alpino, al freddo secco, alla neve…Eppure basta voltarsi dal mare alla terra e si possono vedere le montagne che si gettano nell’acqua. Dentro a quelle montagne abita la sostanza di un territorio molto folklorizzato, ma ancora sconosciuto nella sostanza.
La severa e maestosa lettura di Servillo a Radio3 de “Il Giorno del Giudizio” di Satta è, e potrebbe essere, un eccezionale spot per la nostra cittadina. La parola "Nuoro e Nuoresi" risuonano continuamente, si diffonde in tutta Italia e oltre. Non era mai accaduto, bisognerebbe cogliere la palla al balzo, approfittarne per convogliare in città un bel po’ di turisti intelligenti (come li vogliamo noi). Il sentore del grande potere di attrazione del romanzo l'avevamo già sperimentato alla libreria feltrinelli di Milano, dove, nel nostro piccolo (o infinitesimo, nei confronti di Servillo), avevamo presentato questo capolavoro della lettura del '900, suscitando grande curiosità negli astanti nei confronti della nostra città "dalla demoniaca tristezza".