DI MARCO BERNARDINI
E’ con grande piacere che riprendo in mano un lavoro interrotto per cause che possiamo definire “personali”.
A distanza di tre mesi rileggo i fogli dei miei appunti e, mentre scrivo (io adoro ancora scrivere con carta e penna), penso a quante cose negative e positive sono accadute in questo periodo: dalla pandemia che, a mio avviso, ci ha segnato in modo irreversibile all’esordio nelle sale cinematografiche del capolavoro (cortometraggio) della regista e interprete Katia Corda e dell’ideatore del progetto” Fragheterra” il fantasista, muralista e ora anche attore, Franco Mascia.
E mentre la Sardegna subiva per l’ennesima volta l’attacco incendiario da parte dei piromani, il cortometraggio “Fragheterra” partecipava al Vesuvius International Film Festival, ricevendo il 1° premio ex aequo con il Giappone, come miglior Film e miglior regia Femminile, contro ogni pregiudizio, alla nostra Katia Corda.
Ora vi invito a seguirmi nel mio articolo- intervista dedicato ai due personaggi che hanno dato origine alla suddetta opera cinematografica con la quale vogliono rendere omaggio alla Sardegna.
Raccontare la Sardegna non è semplice; innamorarsi di essa è estremamente facile.
Di questa terra antica, magica e misteriosa troviamo un quadro rappresentativo con “Fragheterra”.
Il nuovo progetto cinematografico, prodotto da Pentamedia Management di Angelica La Sala, è nato per un caso fortuito, o meglio è frutto di un altro lavoro messo in piedi dalla coppia del set sardo Katia Corda- Franco Mascia e nasce durante una pausa – spuntino, presso il Basaura Beach Club di Tortolì.
Fragheterra, letteralmente, sta a indicare “odore di terra” o meglio “profumo di terra“, con palese riferimento alla Sardegna.
Esso ha, come tema cardine, la valorizzazione della Sardegna e del popolo sardo.
Un cortometraggio che ha come contesto scenografico appunto la Sardegna e, nello specifico, la zona dell’Ogliastra, che oserei definire un museo a cielo aperto.
L’incontro trasversale di due dei personaggi principali di questo film documentario, ha scaturito proprio l’idea di “Fragheterra”.
I personaggi del cast ristretto ma di un valore esponenzialmente elevato sono: Carmelo Bacchetta, Valentina Sulas, Katia Corda, Franco Mascia.
A Katia Corda e Franco Mascia ho dedicato la seguente intervista della quale ne trascrivo fedelmente le risposte.
Katia, interprete, ha già lavorato in altre pellicole che hanno come scenario la Sardegna tra cui: ”Bandidos e Balentes” -progetto culturale ambientato negli anni ’50 dove viene messa in evidenza la figura matriarcale sarda; è stata coprotagonista nel film “A si Biri” e figura speciale sia nel film “ Buon Lavoro” che in “Voci nella Notte”.
Nata con la passione di attrice, Katia è una ragazza umile, la sua prima esibizione artistica è datata 95/96 in un cortometraggio in cui si narra la storia di autori del 1200 interpretato in costume tipico sardo.
Il 13 gennaio 2012 è stata testimone del Naufragio della Costa Concordia; quella esperienza ha dato vita al suo primo libro dal titolo: “E chi se li s(corda)?”, all’interno del quale trovano spazio momenti di vita vissuti dall’autrice oltre il dramma Concordia.
Partiamo con l'intervista
Katia, vorrei chiederti tante cose, ma mi voglio soffermare su alcuni aspetti di te, persona e attrice. Chi è Katia Corda?
Se mi dovessi descrivere credo potrei paragonarmi ad un carro armato o ad una ruspa…perché quando mi pongo un obiettivo, faccio di tutto per raggiungerlo!
Io sono una donna esigente soprattutto con se stessa, cerco sempre di essere precisa in ciò che faccio.
Sono una persona sicuramente affidabile e dolce solo quando serve. Molti mi vedono come una mamma, pur non avendo figli. Devo dire che tutto ciò che ho fatto è frutto della mia caparbietà che anche nei momenti difficili non mi ha mai abbandonata!
Fragheterra … tipica del nostro linguaggio sardo ad indicare il profumo della terra, ma come e dove nasce il progetto cinematografico “Fragheterra”?
“Fragheterra” è nato durante una pausa spuntino a Tortolì, davanti al mare, esattamente i primi di settembre 2020, mentre io e Franco scrivevamo un lungometraggio ispirato dallo spot istituzionale creato da Franco contro la violenza sulle donne: ”Neanche per finta” che ha ottenuto circa 2 milioni di visualizzazioni. Quindi, dicevo, durante una pausa Franco mi dice che gli è venuta un’idea. Io pensavo sul lavoro che stavamo preparando ed invece era tutta un’altra storia, me la racconta, io mi commuovo e, nel viaggio di ritorno da Tortolì ad Elmas, ho deciso di realizzarlo, chiamo Franco e gli dico subito di abbandonare il lungometraggio e di dedicarci totalmente a “Fragheterra” in un momento di pandemia dove noi sardi, per tutta l’estate, siamo stati definiti untori. In tempi da record lo abbiamo pensato, scritto, sceneggiato, finanziato e realizzato, nonostante le restrizioni per il covid, terminandolo a Marzo e se il covid non ci avesse fermato, lo avremmo ultimato molto prima perciò siamo orgogliosi di tutto ciò perché quando tutto sembrava fermo e immobile, noi abbiamo continuato a lavorare da casa; spero che sia un messaggio anche questo: quando credi in qualcosa fai di tutto per realizzarla.
Sei stata protagonista anche nel film “Bandidos”; secondo te, c’è qualcosa che accomuna le due opere cinematografiche?
“Fragheterra” è totalmente diverso da “Bandidos e Balentes” dove sono stata attrice protagonista, direttrice casting, ho curato il trucco e la distribuzione oltre ad averlo prodotto anche se questo non è ufficiale. Per questo film ho vinto un premio come miglior attrice protagonista al festival internazionale “Gulf of Naples Film Festival” a Napoli. In questo lungo si racconta una storia ambientata negli anni ‘50/’60 dove una famiglia viene colpita da delitti di faida “Fragheterra”, invece, è ambientato ai giorni nostri e racconta una storia senza nessun tipo di violenza, ma al contrario, direi che ha un’impostazione poetica che fa riflettere e commuovere; è un omaggio al popolo sardo ed alla nostra splendida isola.
L’ambientazione del cortometraggio “Fragheterra” è giustamente quella sarda ma perché proprio l’Ogliastra?
Abbiamo scelto di girare in Ogliastra prima di tutto perché è la terra natia di Franco Mascia, l’ideatore di questa splendida storia e poi perché siamo stati subito accolti dalla popolazione e aiutati affinché potessimo realizzare questo mediometraggio!
I paesi visitati sono stati Baunei, sede della casa dei coniugi Ladu, protagonisti del film; io e Franco interpretiamo Bobore e Assunta Ladu.
Poi Arzana ed Elini, oltre Tortolì, dove abbiamo alloggiato per le riprese.
Siamo stati supportati in tutto! Ringrazio sia i proprietari dell’ovile Bertarelli, un agriturismo sede della location principale del film, ma un grazie particolare va a Michele Pinna del Camping Cigno Bianco di Tortolì che ci ha ospitato nei suoi alloggi per tutto il tempo delle riprese. Dobbiamo ringraziare tutti gli sponsor di Tortolì che ora non nomino perché verranno citati nei titoli del film.
Concordo con te Katia, colgo in te l’entusiasmo che trapela raccontandoti e raccontando luoghi, persone e ambienti del capolavoro cinematografico di “Fragheterra”.
Immagino che nel girare le scene ci sia stato qualche intoppo, qualcosa andata non per il verso giusto, o chissà per quale altro motivo. Ecco, raccontami un aneddoto del cortometraggio “Fragheterra”…
Un aneddoto particolare è quello di aver girato delle scene a temperature che rasentavano lo zero, ma vestiti con camicie e abiti leggeri e siccome recitavamo, dovevamo sforzarci di essere credibili nonostante tutto poi, si rideva tanto per questo. Di “Fragheterra” sono anche regista ed è la mia prima opera in questa veste… quindi sono pronta a tutto! Sperando che il prodotto piaccia al pubblico perché lo abbiamo girato con cuore e passione oltre che con tutta l’anima.
Al mio fianco il personaggio che fa copia con Katia nell’ambito di “Fragheterra” è Franco, o Bobore, o meglio Franco Mascia.
Franco è l’artefice di “Fragheterra” ma nella vita di tutti i giorni è un grande muralista, un padre di famiglia, amante della sua terra e soprattutto della sua Ogliastra.
Franco, parlaci un po’ di te: chi è Franco Mascia?
Sono un uomo di 56 anni nato in una piccola cittadina della costa orientale della Sardegna, Tortolì. Amo l’arte e vivo per questo. La mia professione è quella di muralista (dipingo murales). La recitazione è una novità che mi intriga molto e per me la scrittura è una grande fonte di ispirazione.
Breve descrizione ma rende l’idea ai nostri lettori del personaggio Bobore di “Fragheterra”. Nella tua presentazione vedo che marchi con fierezza, e lo condivido, quello di essere un Ogliastrino doc.La domanda nasce spontanea… perché lo scenario è l’Ogliastra?
Perché proprio qui, come in altre parti della Sardegna, ci sono luoghi incantevoli ancora incontaminati, paesaggi mozzafiato che si alternano fra mare e montagna: un museo della natura a cielo aperto e poi perché essendo cresciuto qui, prima o poi alla mia Ogliastra dovevo pur dire GRAZIE!
Franco, continuo a vederti come un saggio: breve ma conciso. Altra domanda che ho rivolto a Katia, tua compagna e collega di lavoro in questo cortometraggio, è quella di raccontarmi un aneddoto di Fragheterra.
Dovrei raccontarne diversi, ma uno in modo particolare ci ha colpito un po’ tutti. Mentre stavamo girando una scena, ad un certo punto si è sentito uno strano lamento… il fonico non si era accorto che vicino a lui c’era un meraviglioso gattino al quale aveva schiacciato la zampetta. Per scusarci dell’accaduto col micio (Franco ride), lo abbiamo inserito in una scena dove compare in braccio a Katia.
Simpatico aneddoto, Franco! Avervi intervistato per me è stato un piacere. Volevo cogliere gli aspetti salienti di questo vostro lavoro e penso di esserci riuscito. Ho conosciuto delle belle persone, affabili, che non è facile incontrare nell’ambiente cinematografico.
Dei veri genuini di Sardegna!
Un grazie a Voi, Katia (in arte Assunta) e Franco (in arte Bobore) in questo bellissimo lavoro targato
“FRAGHETERRA”.
Scoprite il progetto Fraghetterra su: https://www.facebook.com/Fragheterra-102986764902306/