DI MARCO BERNARDINI

Se dovessi dare una definizione di scrittura creativa, dovrei sicuramente considerare il potenziale creativo di ogni scrittore che conosco e sinceramente, non avendo i mezzi per farlo preferisco soffermarmi su una scrittrice che, per il suo scrivere, per l’immaginazione, la sua fantasia, la capacità di raccontare e di sapersi, in alcuni tratti,  calare nelle vesti di uno dei suoi personaggi che rendono vivi i suoi racconti, ha del fantastico.

E' stata scoperta da Stefania Convalle, della omonima casa editrice, che  considero “Il Guru” della scrittura romanziera italiana di questi ultimi tempi, capace di mettere in gioco autori un po’ nascosti ma di grande capacità espressiva, ed è grazie alla stessa Stefania che la scrittrice Maria Rita Sanna ha trovato la dimensione per raccontarci e descriverci attraverso i suoi due capolavori “Pane e fragole” e  “Mandorla amara”, una Sardegna ben diversa e lontana da quella a cui noi solitamente siamo abituati.

Maria Rita Sanna nasce a Cagliari con origini genitoriali di Abbasanta; appassionata di libri e delle tradizioni della Sardegna, ama raccontare le emozioni attraverso la poesia, anche in lingua sarda.

Partecipa da anni al Premio Letterario “Dentro l’amore” ottenendo risultati di rilievo tra i primi dieci finalisti, oltre che menzioni speciali.                                                   Nell’edizione di questo 2021, svoltasi a metà ottobre, si è classificata tra i primi dieci nelle sezioni dedicate a ”Il primo capitolo”, ”Lettera all’angelo”, “Hiku”, “Fotografa la tua città”. La prima posizione è stata raggiunta nella sezione dedicata a “Cibo e Letteratura” col racconto “Polvere”.

Sempre nel 2021, partecipa al concorso letterario Pierpaolo Fadda,  si classifica al quarto posto, nella sezione racconti.

Nel 2018, esordisce con la pubblicazione della raccolta di racconti “Pane e fragole”, edizioni Convalle, dedicati alla cultura e alle tradizioni della Sardegna.

Nel 2019 esce il suo primo romanzo “Mandorla amara”, sempre della edizioni Convalle, col quale ottiene nel 2020 il marchio della Microeditoria di qualità.                                                              

Da oltre quattro anni segue il laboratorio di Scrittura Creativa di Stefania Convalle e, dopo un percorso di 15 mesi nel settore dell’editing, collabora con l’omonima casa editrice.

La sua è una Sardegna che racconta in modo coinvolgente, dove cultura, tradizioni e superstizioni trovano terreno fertile, quasi volesse trasportare il lettore in un viaggio particolare, dove aspetti crudeli e violenti si alternano a situazioni dove vendetta e rancore sono le armi degli uomini, i quali si pentiranno di tali azioni per il resto della vita.

Il contesto idilliaco dei suoi racconti in cui la scrittrice si identifica, è la Natura; e i suoi principali elementi che ricondurranno l’uomo alla riflessione e quindi alla razionalità delle cose.

Essa si manifesta sotto due vesti principali: quella di Madre, per accogliere sempre “l’Ulisse” in balia dei suoi mali e quella di Matrigna, pronta sempre a condannare o scagionare l’uomo e, comunque, sempre disponibile come un porto sicuro per l’uomo che vi approda.

Il suo primo lavoro come ho accennato inizialmente “Pane e fragole” ha un forte riscontro in questi aspetti salienti della natura umana ma anche della natura nel suo più stretto significato, ovvero nei 4 elementi vitali: Aria, Acqua, Terra e Fuoco.

Proprio in questa prima opera troviamo un forte riscontro dei suddetti elementi; l’elemento Fuoco nel  racconto “Pane e fragole”, l’elemento Terra nell' “Autunno”, Aria nel “Maestrale” ed infine Acqua con “La vacanza”. Ognuno di essi rispecchia fedelmente i 4 elementi della Natura.

Ma "Pane e fragole" è anche terreno fertile per racconti che hanno come tema le tradizioni e superstizioni della Sardegna come “Accabbadora”,  figura tra mito e realtà, considerata  come la donna misteriosa vestita di nero il cui compito era quello di porre fine alle sofferenze  dei moribondi o malati terminali.

Cosi pure, “Battileddu” il personaggio principale di quello che è il carnevale tipico del Paese di Lula,(realtà agropastorale che si inerpica nelle pendici del Monte Albo)Battileddu,figura ancestrale del carnevale tipico della comunità montana Lulese, che nel racconto della scrittrice, è il suo unico compagno di vita, un gatto nero!

Vi racconterei altri passaggi di questo “Pane e fragole” ma preferisco invitarvi a calarvi nella sua lettura ed essere trasportati in questa magica Sardegna.

L'ultimo lavoro “Mandorla amara” sempre Edizioni Convalle, è un romanzo che nasce da un intreccio di due vite al femminile che si incontrano quasi per caso, la cui vita sociale si contrappone l’una all’altra. Da questo intreccio, scaturisce un senso di solidarietà dove il passato dell’una diventa il punto di forza dell’altra ed il presente sarà la risultante per far riemergere sensi di colpa ormai dimenticati e sepolti. Il contesto è quello della città di Cagliari, la quale accoglie tutto ciò che ha a che fare con le due donne: ricordi, confessioni e colpi di scena che le donne vivranno sempre insieme fino a che le loro coscienze si sentiranno libere. L’autrice del romanzo pone questo stato di cose paragonandolo proprio alla mandorla che viene liberata dal suo guscio amaro.

A questo punto ritengo doveroso sentire dal vivo l’autrice sarda Maria Rita Sanna. 

Maria Rita, raccontaci un po’ di te. Sei appassionata di lettura e tradizioni della Sardegna, sei madre, moglie e ora autrice e scrittrice di racconti ambientati in Sardegna; Cosa aggiungeresti?

Aggiungo che ora mi occupo anche di editing e collaboro con la mia casa editrice Edizioni Convalle.

Diventare scrittrice di romanzi era il tuo classico sogno nel cassetto che avevi da  bambina?

No, per niente. La scrittura, in adolescenza, mi aiutava a mettere in ordine i pensieri con il classico diario. Crescendo ho apprezzato la lettura fino a non poterne fare a meno. Ci sono stati periodi in cui leggevo in modo maniacale, per fuggire dalla realtà. Adesso ho unito e invertito le due abitudini, scrivo perché non riesco a farne a meno e leggo per mettere a posto i pensieri.

Maria Rita, puoi dirci dove ha fine l’appassionata lettrice di poesie e romanzi, e dove ha inizio quella di scrittrice?

La scrittura non mi impedisce di leggere, anzi, la lettura è un modo di evolvere i propri pensieri. Sono convinta che la dipendenza della lettura crea indipendenza del pensiero e questo mi spinge a mettere nero su bianco. 

I personaggi dei tuoi racconti sono frutto della tua fantasia o in essi c’è un po’ di vero, un po’ di te?

I personaggi sono sempre ciò che vorrei essere. L’immedesimazione è ciò che rende la scrittura autentica, lascia il solco delle emozioni. Le esperienze della vita con il bagaglio di ricordi e tutti i sentimenti che ci portiamo appresso, scelte giuste o sbagliate, amore, rabbia, sono tutte emozioni che pezzo dopo pezzo entrano a far parte dei racconti. 

Dove trovi la vena poetica per fare rivivere tradizioni, usi e costumi della Sardegna in parte a noi sconosciuti?

Dai ricordi dei miei genitori, dal territorio di provenienza e da quanto ho vissuto nell’infanzia ogni anno quando si andava al loro paese. Poi con l’aiuto di internet, ho potuto approfondire molti argomenti. Penso che ognuno di noi porti nelle radici una linfa speciale da cui attingere nei momenti di sconforto.

Che cosa ha significato pe te essere prima lettrice e poi scrittrice?

La lettura mi ha aiutato ad evadere, a viaggiare nel mondo geografico e delle emozioni. Le riflessioni in ogni lettura mi hanno portata a inventare finali diversi, a scoprire nuove avventure. Con la scrittura ho messo in pratica queste evoluzioni.

Cosa ti ha spinto ad intraprendere la strada di scrittrice?

Ho avuto la grande fortuna di incontrare sulla mia strada Stefania Convalle, scrittrice e editrice, titolare di Edizioni Convalle, la casa editrice col cuore d’autore, come ama definirla. Alcuni anni fa ho partecipato al concorso letterario “Dentro l’amore”, da lei ideato e organizzato e la classificazione tra i primi dieci finalisti mi ha dato l’entusiasmo giusto per migliorarmi, scegliendo il percorso dei suoi laboratori di scrittura creativa. E’ stata, e lo è ancora, un’esperienza straordinaria che attraverso la condivisione delle emozioni con altre scrittrici di alto livello e con la stessa Stefania e la sua casa editrice, mi ha portato alla realizzazione della prima pubblicazione, nel 2018, della raccolta di racconti Pane e Fragole; Anche il romanzo Mandorla amara, edito nel novembre 2019,è nato in laboratorio, il racconto che ha dato origine al romanzo si è classificato al terzo posto nell’edizione 2019 del Premio Letterario Dentro l’Amore. Nel 2020 il romanzo Mandorla amara ha ottenuto il marchio di qualità alla rassegna della Microeditoria.

Da circa 15 mesi ho intrapreso anche il laboratorio di editing, quindi la lettura e valutazione dei testi, correzione di bozze e manoscritti. Stefania Convalle ha formato una squadra di valide collaboratrici, un luogo di confronto e maturazione di stile.

“Pane e fragole” e “Mandorla amara”, sono i due capolavori che ci portano a conoscerti ma soprattutto conoscere quella Sardegna un po’ nascosta o sconosciuta. Citeresti alcuni momenti o luoghi sconosciuti a molti lettori e amanti della cultura sarda?

Nei racconti di Pane e fragole non sono nominati luoghi nello specifico, ma quasi in ogni racconto c’è un pezzo di natura riconducibile al territorio del centro Sardegna, quello da cui provengono i miei ricordi. Il mio intento, però, è che ognuno può fare propria l’ambientazione, collocarla tra le proprie esperienze e dedurne riflessioni. Per quanto riguarda l’aspetto delle vicende umane i riferimenti alla Sardegna sono ben chiari come, per esempio, il fenomeno del banditismo e il sequestro di persona, la figura dell’accabadora, oppure alcune classiche figure carnevalesche.

Nel romanzo "Mandorla amara" invece, la storia si svolge a Cagliari, città in cui sono nata e ho vissuto,qui sono citate alcune vie e piazze storiche, soprattutto i portici del palazzo de La Rinascente, il noto cimitero di San Michele, e altri luoghi caratteristici.

Bene… congediamoci da questo nostro incontro estremamente interessante con un buon caffè e ti chiedo, se vorresti dare un tuo consiglio, una tua opinione a potenziali giovani che si vogliono affacciare al mondo della scrittura o comunque al mondo del libro, cosa suggeriresti loro?

Non smettere mai di sognare. Occhi aperti, occhi chiusi, un passo dietro l’altro senza abbandonare l’intento di realizzare il più piccolo degli obiettivi, senza ambizioni.

Leggere sempre, autori classici o autori sconosciuti, riportare su carta le proprie riflessioni, elaborarle e inventare la storia, mettendoci il cuore. Scrivere racconti brevi e d’impatto, leggere più volte e a voce alta la propria opera, avere una buona dose di autocritica è il primo gradino. Partecipare a premi letterari è una valida misura di confronto, così come frequentare un laboratorio di scrittura, affidarsi, poi, a una casa editrice col cuore d’autore. Edizioni Convalle, per esempio.

Bene Maria Rita…prendiamo come buono questo tuo ultimo suggerimento, se i risultati sono questi, ben vengano!

Un grazie di cuore, e ti aspettiamo con il tuo prossimo lavoro; per il momento gustiamoci un po’ di Pane e fragole e di Mandorla amara.

Ciao Maria Rita Sanna e… Buona fortuna!

Ciao Marco e grazie per avermi dedicato un po’ del tuo tempo!

Cosa dire…questo modo di scrivere di Maria Rita Sanna, conquista il lettore,  lo catalizza e lo trasporta nel suo mondo come la tessera mancante di un puzzle narrativo, quasi a contemplare i pensieri dell’autrice.

 

Marco Bernardini