Con l’apertura del MATER (Museo dell’archeologia e del territorio) si è concluso un percorso iniziato tredici anni fa con il Museo delle Maschere Mediterranee e proseguito con l’inaugurazione del Museo della Cultura e del lavoro e rappresentante l’ultima tappa di un progetto volto alla formazione di un circuito museale finalizzato alla valorizzazione del territorio, delle tradizioni locali e di tutta la filiera produttiva e artigianale mamoiadina.

I musei di Mamoiada sono chiaramente musei identitari, e, come tali, costituiscono un importante segno di riappropriazione dell’identità e della voglia di pensare a uno sviluppo futuro attingendo al proprio patrimonio e alle proprie radici. Il forte legame con il territorio rende questa tipologia museale uno strumento imprescindibile per lo sviluppo del turismo culturale.

 

Il Museo delle Maschere Mediterranee costituisce un luogo di contatto tra l'universo culturale di un piccolo paese dell'interno della Sardegna, Mamoiada, nota in tutto il mondo per le sue maschere carnevalesche tradizionali - i "Mamuthones" e gli "Issohadores" - e le regioni mediterranee che hanno simili rappresentazioni. Qui sono esposte le note maschere facciali lignee zoomorfe e grottesche e gli abiti realizzati con pelli di pecore e di montone e con campanacci e dispositivi che generano suoni frastornanti.  La collezione museale comprende inoltre altre maschere tipiche del Carnevale barbaricino (non solo di Mamoiada, ma anche di Ottana e Orotelli) e maschere di alcuni paesi europei e di zone dell'arco alpino. 

Il Museo della Cultura e del lavoro è un percorso di vita che si articola in diverse sale tematiche seguendo la crescita dell'individuo, il suo collocarsi socialmente, i momenti di festa e di lutto che ne segnano l'esistenza. Maggiore rilevanza è data alle attività lavorative del paese e al loro svolgimento, costruendo un ipotetico ponte temporale che restituisca il continuum del luogo.

Il MATER, infine, è un museo tematico e territoriale, che grazie alle nuove tecnologie che ne favoriscono l'approccio esperienziale, diventa un museo narrativo, un luogo attivo di sperimentazione artistica.

Tutti i musei sono gestiti dalla Cooperativa Viseras, la quale si pone come punto di riferimento informativo e organizzativo per la visita del territorio, per la partecipazione alle attività e alle feste tradizionali, in primo luogo al Carnevale, e per la promozione dei prodotti alimentari e dell’artigianato locale. In quest’ottica sono state create una serie di reti relazionali tra i vari attori territoriali che si sta rivelando il vero punto di forza dello sviluppo locale.

Abbiamo sentito Mario Paffi, che oltre ad essere il Presidente della Soc. Coop. Viseras e l’amministratore unico delle strutture, svolge le funzioni di direttore, rappresentando il custode e l’interprete dell’identità e della missione del museo.

 

Buongiorno Mario, può spiegarci quali sono gli ambiti in cui opera e qual è il suo ruolo personale nell’organizzazione?

In qualità di Presidente della Soc. Coop. Viseras e di Direttore del sistema museale sono il responsabile della gestione, nonché dell’attuazione e dello sviluppo del suo progetto culturale e scientifico, dell’insieme dei processi gestionali e garante dell’attività del museo nei confronti dell’amministrazione, della comunità scientifica e dei cittadini.

In particolare mi occupo delle risorse assegnate, della programmazione economica e dell’attuazione del progetto istituzionale, oltre che dei programmi annuali e pluriennali di sviluppo, della loro gestione, del monitoraggio e della valutazione, con riferimento:

  • alla gestione e cura delle collezioni;
  • alla ricerca e valorizzazione del patrimonio culturale, procedendo, laddove occorra, ad accordi con istituzioni pubbliche e private, anche di livello internazionale;
  • all’ordinamento e alla presentazione del patrimonio del museo;
  • ai rapporti del museo con il pubblico e ai relativi servizi;
  • all’organizzazione ed alla gestione delle risorse umane, tecniche e strumentali, della formazione e dell’aggiornamento del personale;
  • alle strutture, alla loro manutenzione ordinaria e straordinaria;
  • alla sicurezza delle persone e del patrimonio del museo.

Rappresento l’istituzione verso l’esterno promuovendone l’immagine pubblica, in occasione di convegni, seminari e dibattiti; contribuisco alla definizione della mission del museo, all’elaborazione dello statuto, dei regolamenti e del progetto istituzionale, alla definizione degli obiettivi e degli indirizzi programmatici, all’elaborazione dei programmi pluriennali e annuali, valutandone la fattibilità economica. Sono il responsabile della gestione amministrativa del museo, della gestione delle risorse finanziarie e umane, delle procedure legali e del funzionamento ordinario, verificando che la gestione del museo sia impostata in base a criteri di economicità, efficacia, efficienza e trasparenza. Predispongo i bilanci di previsione e le loro variazioni, nonché il conto consuntivo  con la relazione illustrativa

 

A distanza di tredici anni, cosa d’importante è stato fatto e cosa invece potrebbe essere ancora migliorato?

In tredici anni di attività sono cambiate tante cose a Mamoiada; basti pensare che, prima dell’istituzione del Museo, Mamoiada aveva una vocazione turistica nulla, mentre ora noi stacchiamo annualmente circa 17.000 biglietti.

L’aspetto di maggior rilievo dell’azione della cooperativa è l’attività di animazione del territorio. In quest’ottica la Cooperativa Viseras ha creato una rete di relazioni tra i vari attori territoriali che si sta rivelando il vero punto di forza dello sviluppo locale e che comprende: un percorso guidato nei laboratori artigianali del paese; la visita alle sedi-museo delle associazioni culturali; la dimostrazione della lavorazione del pane carasau e l’aperitivo in cantina; il pranzo ed il pernottamento in una struttura ricettiva; la visita ai siti archeologici di Mamoiada, ai murales di Orgosolo ai musei di Nuoro. In questo scenario, l’immersione nell’identità e nel patrimonio di Mamoiada non si esaurisce con la visita al Museo, ma continua lungo un percorso che coinvolge in modo attivo il territorio ed i suoi abitanti.

Da tredici anni a questa parte a Mamoiada (piccolo paese della Barbagia di 2.600 abitanti) sono sorti:

- quattro Bed & Breakfast ed una locanda (che garantiscono attraverso una sorta di “albergo diffuso”, circa 65 posti letto);

- un agricamper, un ristorante ed una trattoria;

- una società di servizi turistici e culturali;

- cinque cantine di viticoltori che imbottigliano il vino “cannonau”;

- un’impresa familiare che produce il pane “carasau”;

- un laboratorio di artigianato artistico.

Altre ricadute territoriali emergono solo attraverso una lettura più attenta e sono di difficile misurazione. Fra queste, un posto preminente spetta al cambiamento di immagine del territorio, sia verso l’esterno che verso l’interno.

Per quanto riguarda il discorso relativo a ciò che si potrebbe migliorare noi operatori del settore turistico-culturale dovremo lavorare congiuntamente per promuovere meglio Mamoiada come “destinazione”. Un limite al considerevole flusso di presenze è dovuto alla scarsa propensione al pernottamento che limita le ricadute sul più ampio sistema turistico locale. In quest’ottica, sarebbe quantomeno opportuno proporre ulteriori pacchetti turistici integrati, allo scopo di incrementare le presenze nel territorio, prolungarne la permanenza, dirottando il flusso dalla costa verso l’interno. Per far questo è necessario implementare anche l’offerta alberghiera ed extra alberghiera integrata nel territorio (che attualmente conta circa 65 posti letto), con interventi mirati e di basso impatto, attraverso la ristrutturazione del centro storico e la creazione di un sistema di albergo diffuso.

L’ostacolo più grande della messa a regime del sistema museale di Mamoiada è rappresentato dall’incertezza nel reperimento dei fondi regionali necessari per la gestione dei beni culturali, che non consente di sviluppare una pianificazione a lungo termine per lo sviluppo del sistema turistico locale.

Inoltre è importante che ci sia anche un livellamento verso l’alto nella qualità dei servizi offerti da parte degli operatori del settore.

Mamoiada è un piccolo paese al centro della Sardegna. Cosa spinge i turisti giunti sulla costa per il turismo balneare a venire a visitarvi?

Sicuramente le nostre maschere sono l’attrattiva più importante. I Mamuthones e gli Issohadores hanno ormai una visibilità internazionale anche soprattutto grazie all’incessante lavoro di promozione che svolgono costantemente l’associazione turistica Pro Loco e l’associazione culturale Atzeni Beccoi attraverso esibizioni nei più importanti festival folkloristici nazionali ed internazionali.

Qual è il vostro punto di forza?

Il nostro punto di forza è rappresentato dal forte valore identitario delle maschere e dall’elevata tipicità ed autenticità delle produzioni agroalimentari (vino cannonau, pane carasau, dolci). Inoltre un altro punto di forza importante è rappresentato dalla presa di coscienza della popolazione locale del “valore” delle peculiarità del patrimonio culturale e dalla forte coesione sociale all’interno della cittadinanza.

Quanto è difficile occuparsi di Cultura di questi tempi?

Diciamo che non è semplice occuparsi di Cultura di questi tempi. All'inizio la comunità di Mamoiada era scettica sulla bontà della scelta dell'amministrazione comunale di puntare sulla cultura per lo sviluppo locale. E' stato anche complicato far capire l'importanza del lavoro di rete e della qualità dei servizi offerti dal punto di vista turistico e culturale. Ma la difficoltà maggiore è senz'altro quella relativa ai contributi regionali per coprire le spese del personale impegnato nella gestione museale: vi è incertezza nei tempi di erogazione, con lunghi ed estenuanti ritardi che creano moltissimi problemi nella gestione, e nella proroga degli stessi contributi che crea ansia e preoccupazione tra noi operatori culturali per la futura gestione dei beni culturali mortificando ogni progetto di ulteriore investimento nel medio lungo termine.

Se potesse dare un suggerimento a chi si occupa della pianificazione Culturale in Sardegna, cosa si sentirebbe di dire?

Sarebbe auspicabile che finalmente si attuasse la famosa Legge quadro sui beni Culturali in Sardegna, di modo che si risolvesse una volta per tutte questa situazione di precariato che ci accompagna ormai da tredici anni. È innegabile che la cultura ed il turismo siano tra i settori più importanti in Sardegna, ma è altrettanto vero che sono i settori della legge finanziaria regionale che subiscono i tagli più drastici.

Autore dell'articolo
Simone Tatti
Author: Simone Tatti
Giornalista, data analyst e startupper. Economista di formazione, con master in sviluppo territoriale e gestione d’impresa mi appassiono al mondo dei media dopo aver vinto il primo concorso universitario Heineken – Ichnusa in “Marketing e Comunicazione”. Scrivo con costanza da circa quindici anni su testate giornalistiche off e online prediligendo la produzione di reportage e articoli di analisi statistico/economica. Per amore verso la mia terra, fondo www.focusardegna.com. Ho curato l’immagine e la comunicazione di progetti di destinazione turistica (i.e. Distretto Culturale del Nuorese e Sardinia East Land | destinazione globale Nuorese Ogliastra) e la gestione dei canali social di affermati mass media (Unione Sarda, Videolina e Radiolina). Per sapere altro su me o quel che faccio, visita il mio sito www.simonetatti.it.

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