Maria Paola Corona, più nota a tutti come “Ketty”, è nata a Senis il 9 maggio del 1950. Dopo aver conseguito la maturità classica al Liceo Siotto di Cagliari, si è laureata in Matematica presso l’Università degli Studi di Cagliari nel 1973. La sua carriera lavorativa comincia dietro la cattedra insegnando matematica e fisica nelle scuole superiori per nove anni.Per otto ha lavorato in IBM prima come Software Engineer e, successivamente, in qualità di Sales Person. Venticinque anni fa ha iniziato l’attività di imprenditrice nel comparto dell’edilizia residenziale. Da venti anni si occupa anche di editoria elettronica e di servizi per l’editoria on paper e online. E' stata Assessore degli Affari Generali, Personale, Riforma della Regione e Innovazione. Nominata dalla Giunta Regionale, da Dicembre 2010 è alla guida di Sardegna Ricerche nella carica di Presidente del Comitato Tecnico di Gestione, ruolo che le è stato poi confermato nel Dicembre 2013. Con lei parleremo dell'attività di ricerca scientifica in Sardegna, dei possibili scenari futuri e scopriremo maggiori dettagli sull'ente da lei diretto.
Partiamo
1. Cos'è Sardegna Ricerche e di cosa si occupa?
Sardegna Ricerche è un ente pubblico regionale istituito con la Legge regionale 21/85. Il suo compito è quello di supportare l'Amministrazione regionale nelle politiche e negli interventi per la ricerca e l'innovazione tecnologica. Favorisce la creazione di nuove imprese e supporta quelle già esistenti che si caratterizzino nel campo della ricerca e della innovazione tecnologica, attraverso specifici progetti volti allo sviluppo di soluzioni innovative nell'ambito delle medesime imprese, sia che siano innovazioni sui prodotti che sui processi gestionali ed organizzativi.
Tra le attività di Sardegna Ricerche vi è, inoltre, il supporto dell’attività del CRS4 che tecnicamente è una società partecipata unicamente da Sardegna Ricerche, attiva nella ricerca e nel trasferimento tecnologico in ambito informatico, dell’energia e delle scienze della vita, oltre alla gestione del Parco Scientifico e Tecnologico della Sardegna che ha sede a Pula in località Piscinamanna.
2. Cosa rappresenta per la Regione Sardegna il lavoro svolto da SR sino ad oggi?
Sardegna Ricerche rappresenta, sin dalla sua costituzione, un braccio operativo dell’amministrazione regionale che consentito alla Regione di porsi, nel campo della ricerca e della innovazione tecnologica, al passo delle altre regioni italiane che possono vantare i risultati più lusinghieri in materia: penso soprattutto alla Lombardia, al Trentino Alto Adige, al Friuli Venezia Giulia.
Sardegna Ricerche rappresenta l’interfaccia tra la Regione, il sistema della Ricerca universitaria da un lato ed il sistema economico-produttivo delle imprese dall’altro, operando le sinergie utili volte all’incontro, al confronto ed alle influenze reciproche tra gli stessi sistemi.
3. Come sta cambiando il panorama della Ricerca e Sviluppo in Italia?
Evidentemente oggi c'è molta più attenzione al tema e ve ne sarà sempre di più. Fondamentale in questo processo è l'opera dell'Unione Europea, strategicamente impegnata a creare le condizioni per un'economia più competitiva a livello mondiale, puntando sulla crescita intelligente, sostenibile e solidale. Faccio riferimento alla “Strategia Europa 2020” la quale dispiega i suoi obbiettivi, tra gli altri, nei campi della occupazione, dell'innovazione e dell'istruzione.
Nell’ambito di questa strategia l’Europa s'è posta come obiettivo di accrescere gli investimenti pubblici e privati nel campo della ricerca e dello sviluppo fino al 3% del PIL, mentre l'Italia quello di raggiungere nel 2020 l'1.53%, partendo dall’1.26%. Evidentemente il dato italiano rischia di essere tragicamente inadeguato se si vuol reggere la competitività dei partner europei, soprattutto di quelli che, sulla base del rendimento innovativo medio, vengono valutati come “Leader dell’innovazione” (Danimarca, Finlandia, Germania, Svezia). Questo livello di investimenti ci fa definire nel panorama europeo come “Innovatori moderati”, posizionandoci al livello di Paesi come la Croazia, la Grecia, il Portogallo e la Spagna.
4. Tra i tanti ambiti in cui SR interviene, il biomedicale e le biotecnologie sono due aree in cui è forte la volontà di creare un vero e proprio cluster. Quali sono le prospettive e le problematiche?
La filosofia che in generale sottende la promozione dei cluster è quella per cui nei settori ad alta innovazione come quelli della biomedicina, della biotecnologia e delle energie rinnovabili, il flusso e la combinazione delle conoscenze e delle risorse è elemento fondamentale per la proficua collaborazione tra i diversi attori del sistema. Infatti, affinché gli output della ricerca possano posizionarsi sul mercato risulta essenziale l’aggregazione tra ricercatori, imprenditori, investitori e policy maker, sia a livello regionale che nazionale.
Ed è proprio partendo da questa filosofia che in Sardegna, nei campi della biomedicina, della biotecnologia e delle energie rinnovabili Sardegna Ricerche ha promosso la costituzione di tre cluster, rispettivamente: Sardinia Biomed Cluster, che rappresenta il Distretto della Biomedicina e delle Tecnologie per la Salute, il Cluster Tecnologico delle Biotecnologie applicate ed il cluster delle Energie rinnovabili.
Ho voluto ampliare il contesto della domanda comprendendo anche al settore delle energie rinnovabili perché parlando di questi cluster le prospettive e le criticità sono comuni.
Per capire quali possano essere le prospettive delle aree anzidette dobbiamo considerare che l’innovazione tecnologica è ritenuta universalmente uno dei principali fattori di crescita economica, nonché la chiave per la competitività di un sistema industriale su scala internazionale.
E questo è ancora più vero nel campo delle Scienze della Vita che si caratterizza per la trasversalità delle discipline scientifiche, tecnologiche e gestionali e per un portato di indubbia valenza sociale. Se è vero come è vero che le scienze tutte, ed in particolare le scienze della vita operano al fine di realizzare una migliore qualità della vita medesima ed un benessere diffuso tra i consociati, appare fondamentale promuovere strategie che possano migliorare il flusso e lo scambio di conoscenze tra tutti gli attori del sistema. I cluster vanno incontro a questa esigenza.
A livello europeo una delle criticità, forse la maggiore, che affligge il sistema è data dallo scarso volume degli investimenti finanziari in ricerca ed innovazione da parte delle imprese che ruotano attorno alla biomedicina ed alla biotecnologia. Anche l’accesso agli investimenti di Venture Capital è molto limitato soprattutto se paragonato a quello di altre imprese concorrenti come quelle statunitensi che, al contrario, ne godono in misura notevolmente superiore. Da questo è agevole comprendere come la ricerca sia di fatto in gran parte appannaggio delle grandi aziende dotate di maggiori risorse da investire.
Dunque, anche per poter offrire una prospettiva alle piccole e medie imprese del settore che verrebbero altrimenti spazzate via dalla concorrenza alle volte spietata dei mercati, l’opera dei cluster risulta essenziale. Proprio in questa direzione continuerà ad operare Sardegna Ricerche e, se possibile, ancora con più vigore.
5. Con il FabLab la Sardegna può vantare uno dei primi centri in Italia per la "Digital Fabrication" e Stampa 3D.Può spiegare ai non addetti ai lavori di cosa si tratta?
“Fab Lab” sta per Fabrication Laboratories. Sono dei veri e propri laboratori dove vengono fabbricati i prodotti che un tempo avremmo trovato nelle centinaia di migliaia di botteghe dei nostri artigiani, falegnami, fabbri, calzolai e che attualmente invece troviamo nei centri di distribuzione come prodotti industriali di larga scala. Grazie all’innovazione tecnologica i nuovi “artigiani digitali”, detti anche “makers”, partendo dalla definizione in formato digitale e tridimensionale dell’oggetto che si vuole realizzare e caratterizzandolo nelle modalità desiderate, attraverso l’ausilio di stampanti 3D, laser da taglio e fresatrici, realizzano gli oggetti desiderati.
Credo che sia semplice intuire l’implicazione potenzialmente rivoluzionaria di questa “nuova” realtà produttiva: tempi e costi di produzione drasticamente abbattuti, significando per le piccole imprese la possibilità di sostenersi nel mercato.
Con Sardegna Ricerche abbiamo deciso di investire anche su questa nuova frontiera dello sviluppo e dell’innovazione; lo scorso 11 febbraio abbiamo inaugurato il primo “Fab Lab” della nostra Isola presso il Parco Scientifico e tecnologico di Pula. Abbiamo altresì pubblicato un bando per l’assegnazione delle prime 40 borse di studio sperimentali di sperimentazione a “giovani artigiani tecnologici” disoccupati, residenti in Sardegna, con il desiderio realizzare progetti, idee e invenzioni.
6. È sempre più evidente che in Sardegna, ma in particolare a Cagliari, stia nascendo un forte ecosistema formato da imprese, investitori, centri di ricerca e Università. Possiamo aspirare a diventare un esempio per l’Italia e non solo?
L’aspirazione a divenire un esempio per l’Italia c’è già tutta! Come dice giustamente nella sua domanda, soprattutto l’area del cagliaritano, per ragioni storiche e logistiche, beneficia più di altri territori della Sardegna delle felici sinergie tra investitori, imprese, centri di ricerca e Università. Il nostro sforzo è teso a colmare in questo campo le disparità tra i diversi territori della Sardegna, consapevoli però che ciascuno di essi ha le proprie specificità e vocazioni economiche. Riuscire ad applicare l’innovazione tecnologica e la ricerca ai settori tradizionali dell’economia isola è la nostra ulteriore frontiera. Penso soprattutto a tutto il sistema che ruota attorno all’ agro-alimentare: dalla produzione alla commercializzazione.
7. Le iniziative per incentivare lo sviluppo e il fare impresa in Sardegna sono sempre più numerose e a più livelli. È possibile, secondo lei, integrare l'azione di pubblico e privato in questo senso?
Sardegna Ricerche vuole rappresentare proprio l’integrazione tra le azioni del pubblico e quelle del privato; azioni che hanno molti più punti di vista in comune di quelli che i luoghi comuni danno ad intendere. Sono convinta che la dimensione privata sostanzi quella pubblica, soprattutto in campo economico in quanto il lavoro, quello tanto agognato dalle giovani generazioni, viene fornito dalle imprese, almeno in larga parte. L’amministrazione pubblica deve poter garantire alle imprese maggiori spazi di agibilità nel mercato della domanda e dell’offerta. Dico una cosa tanto banale quanto irriducibilmente vera: se nel nostro Paese il sistema della tassazione sul mondo del lavoro e dell’impresa continuerà ad essere così elevato, non sarà possibile per l’intero comparto produttivo compiere quegli investimenti, universalmente riconosciuti come necessari, nel campo dell’innovazione di prodotto e del miglioramento dei processi.
8. Digitale sì ma non solo. Quali sono i settori che possono maggiormenteincentivare l’occupazione nello scenario attuale?
In generale, tutti quei settori produttivi che possono sviluppare quote di mercato anche fuori dai confini isolani. La crescita dell’occupazione è direttamente proporzionale alla crescita delle imprese e a loro volta le imprese crescono se è il mercato a crescere, se cioè aumenta il rapporto tra la domanda e l’offerta. La rivoluzione digitale rappresenta un’occasione, storica, per nuovi posizionamenti possibili sul mercato, attraverso l’innovazione del prodotto che, se ben canalizzato dal marketing, è capace di generare nuova domanda.
9. Nel suo operato alla guida di SR non sono mancati i casi di spin-off di successo, imprese incubate presso la vostra struttura che si sotto fatte le ossa e ora camminano con le proprie gambe. Quali sono i casi più emblematici?
Sono diverse le Spin Off di successo che abbiamo avuto il piacere e la soddisfazione di “incubare” e veder crescere tanto da diventare poi autonome, ma ne ricordo due a titolo d’esempio: Xorovo che è una spin off dell’Università di Cagliari, nata nel 2008 e si occupa principalmente di Trasferimento Tecnologico, ossia di industrializzare i risultati della ricerca nel campo dell’informatica applicata ai media ed alle telecomunicazioni.
L’altra spin off, ma questa volta del CRS4, è Elianto, nata nel 2007, che si propone di intercettare la grande richiesta di energia elettrica da fonti rinnovabili attraverso la realizzazione di impianti industriali innovativi per la produzione di energia elettrica da Solare Termodinamico a concentrazione.
10. Un suo personale suggerimento rivolto ai giovani sardi.
Dico ai giovani di fare molta attenzione ai cambiamenti in atto. Di solito ai cambiamenti economici seguano a ruota cambiamenti di natura politico-sociale. Pertanto è fondamentale che la formazione sia adeguata ai tempi che vivete ed a quelli che in proiezione vivrete. E’ importante che investiate tempo e risorse nella preparazione sui settori emergenti; prestate la massima attenzione al mondo dell’impresa e seguitene le dinamiche perché e da quel mondo che verrà il vostro futuro lavoro! Inoltre sarà parimenti importante essere e restare consapevoli che non esisterà mai più, nella stragrande maggioranza dei casi, una ed un’unica professione per tutta la vita lavorativa. Siate duttili ai cambiamenti, pronti a mettervi sempre e comunque in gioco e per poter far questo siate “onnivori” del sapere, soprattutto di quello tecnico-scientifico!
Matteo Sulis
per FocusSardegna.com