A seguito delle numerose richieste e segnalazioni pervenute in questi giorni alla redazione di Focusardegna, successive alla pubblicazione della “Guida intergalattica ai festival musicali in Sardegna”, a tempo di record, vi proponiamo un resoconto delle più importanti rassegne jazz, e affini, nella nostra isola, da oggi fino alla fine dell’estate.
Il jazz, specie in Sardegna, cattura un sempre più vasto ed eterogeneo pubblico, che, nella gran parte dei casi, non ha necessariamente una conoscenza “accademica” di genere, e che segue gli eventi per il puro e semplice godimento della musica suonata nelle località più disparate, che diventano così luoghi sociali di incontro, scambio e, perché no, di cazzeggio nudo e crudo. La nascita e la persistenza, nell’isola, di festival e rassegne che, spesso a fatica, si sono consolidate nel tempo, e l’evoluzione di grandissimi artisti sardi, ormai di fama internazionale, hanno fatto si che, a partire dai primissimi anni 80, a calcare i nostri palchi siano stati i più grandi musicisti, jazz e non; Miles Davis, Ornette Coleman, l’Art Ensemble of Chicago, Art Blakey, Chick Corea, Cecil Taylor, Pat Metheny, il Modern Jazz Quartet, Dizzy Gillespie, Sun Ra, Herbie Hancock, fino a Bo Diddley e Stewart Copeland.
L’impegno in prima persona dei musicisti isolani nell’organizzazione e nella gestione degli eventi, ha senza dubbio dato un importante contributo alla loro affermazione e al loro radicamento nelle programmazioni artistiche e culturali, grazie anche all’ingente (si fa per dire) dispiego di risorse da parte delle amministrazioni pubbliche, dalla Regione fino ai comuni che li ospitano.
Ciò non toglie niente, anche in questo caso, all’incredibile lavoro di tutte le persone che gravitano intorno a tali eventi, spesso a titolo di puro e semplice volontariato, senza le quali necessiterebbero di una quantità di risorse tale da non consentirne la realizzazione.
È soprattutto grazie a loro che questo genere musicale è diventato così una delle punte di diamante della nostra produzione artistica, che nel tempo sono state in grado di coniugare sapientemente musica, letteratura, gastronomia, storia, teatro e cinema, attirando le attenzioni di critici, giornalisti e spettatori da ogni parte d’Europa.
A loro, oltre che a voi, dedichiamo quindi questa breve guida, nella speranza di dare il nostro piccolo contributo a questa bella battaglia per la promozione delle nostre ricchezze umane e culturali. Sempre alla facciaccia di tutti quelli che ci vogliono, e scusate se mi ripeto, sempre più pocos, locos y male unidos.
La gran parte dei principali eventi sono già partiti e tanti si sono già conclusi. Molti sono però ancora in corso e, tra questi, consigliamo vivamente il Dromos Festival, giunto quest’anno alla diciasettesima edizione, che si svolge nella provincia di Oristano, dislocato in diverse località nei comuni di Oristano, Baratili San Pietro, Bauladu, Mogoro, Morgongiori, San Vero Milis, Villa Verde. La manifestazione, intitolata quest’anno “I have a dream – L’UTOPIA NECESSARIA”, è partita il 30 luglio e ha già visto avvicendarsi sui suoi palchi il duo OY, composto dalla cantante e musicista svizzero-ghanese Joy Frempong e dal batterista e compositore Lleluja-Ha, il rapper Criolo, uno degli artisti brasiliani attualmente più influenti e vitali, il quartetto di Mauro Sigura, il trombettista francese Erik Truffaz, Valerio Corzani e Stefano Saletti, con il loro progetto “Caracas”, e Chucho Valdés, uno dei più rappresentativi esponenti del jazz afrocubano.
Gli ultimi due concerti della rassegna hanno visto come protagonisti il progetto Jazz (R)Evolution del maliano Baba Sissoko con due compagni di viaggio del calibro di Famoudou Don Moye, batterista dell’Art Ensemble of Chicago, e il nostro immenso Antonello Salis al pianoforte e alla fisarmonica.
Di questi ultimi due eventi ho avuto, nei giorni scorsi, la fortuna di essere spettatore e testimone: il primo nell’incantevole cornice del lecceto del parco Mitza Margiani a Villa Verde, e il secondo nel centro di Morgongiori, dove King Naat Veliov & the original Kocani Orkestar, con i loro ritmi e melodie balcaniche, rese celebri dai film di Emir Kusturica e da una recente collaborazione con Paolo Fresu. Posso assicurarvi che, se non eravate presenti, vi siete persi due spettacoli di word music in due giorni, che non capitano tanto facilmente.
Ad ogni modo il festival prosegue e si chiuderà la notte di Ferragosto, con il concerto del nigeriano Orlando Julius, sassofonista pioniere dell’afrobeat, con i suoi Heliocentrics.
Il festival ha offerto e continuerà a offrire, fino alla sua chiusura, anche mostre, di pittura e fotografia, incontri, dibattiti, presentazioni e proiezioni.
Una delle caratteristiche più allettanti di alcuni festival jazz che si svolgono in Sardegna, è l’occasione, che questi concedono agli spettatori, di scoprire angoli di territorio particolarmente suggestivi, bellezze urbane inaspettate e location mozzafiato.
Uno di questi è senza dubbio il festival organizzato da Enzo Favata, I Tramonti della Sardegna, giunto alla sua quarta edizione. La rassegna, iniziata il 4 agosto, si protrarrà fino al 21 e toccherà alcune tra le più belle località dell’isola: tra paesaggio, storia e archeologia il musicista algherese accompagnato da varie formazioni, accompagnerà in musica il calar del sole nei diversi scenari previsti dal programma.
Accompagnato dagli Inner Quartet, il musicista si è già esibito all’arena fenicia di Sant’Antioco, alla Spiaggia Torre di Barì a Barisardo, alla Spiaggia San Niccolò a Buggerru, e a Samassi in occasione del Medinart; mentre con i Decoder Quartet hanno accompagnato il tramonto al Villaggio Tamuli a Macomer. Il festival proseguirà nei prossimi giorni con l’esibizione dei Caracas Cafè presso la spiaggia di S’Archittu a Cuglieri (ingresso gratuito) l’11 agosto, e il 12 con i Decoder Quartet alla Spiaggia del Porto a Buggerru (ingresso gratuito), con il loro mix tra jazz elettrico e rock psichedelico.
Interessante la collaborazione con il jazzista Enrico Rava, con il quale Favata proporrà il progetto The Dark Side of Jazz, presso il complesso nuragico di Seruci a Gonnesa il 16 e alla spiaggia dell’Argentiera a Sassari il giorno successivo (ingresso gratuito). Ancora con il Decoder Quartet, al quale per l’occasione si aggiungerà la cantante mongola Saynkho Namtchylak, il festival farà capolino al nuraghe Cuccurada a Mogoro (ingresso gratuito) il 18 e, il giorno seguente, al Santuario della Madonna d’Ogliastra a Lanusei. Chiuderà il festival, nuovamente accompagnato dagli Inner Roads, a Isili il 20, presso il nuraghe Is Paras, e a Santa Maria Navarrese, il 21 presso la Torre Saracena. Le esibizioni dei musicisti sono generalmente accompagnate da degustazioni di vini e cibi tipici, e dalla visita guidata del sito che ospita il concerto.
Altro imperdibile appuntamento, già nel vivo della sua programmazione, è il Nora Jazz Festival, giunto alla sesta edizione, che quest’anno prevede due unici eventi, sempre tra le suggestive rovine dell’anfiteatro romano, comunque caratterizzati dalla presenza di grandi ospiti nazionali e internazionali. Il primo appuntamento ha visto ancora una volta protagonisti il trio formato da Antonello Salis, Baba Sissoko e Famoudou Don Moye, con il loro Jazz R(E) Evolution.
La sera del 11 ad esibirsi sarà invece il duo “Musica Nuda”, composto da Petra Magoni alla voce e Ferruccio Spinetti al contrabbasso, che presentano la loro ultima fatica, Little Wonder, un omaggio ai classici della canzone d’autore italiana e straniera, come da tradizione per il duo, registrato sul palco del teatro di San Casciano (Siena).
Uno degli eventi più attesi della stagione jazzistica estiva sarda rimane senza dubbio il Time in Jazz, festival organizzato dal trombettista berchiddese Paolo Fresu, dal 12 al 15 agosto, che ogni anno richiama migliaia di persone da tutta l’isola e dal resto d’Europa. Questa edizione sarà interamente dedicata alle donne e come ogni anno proporrà vari concerti nelle piccole chiese campestri, di cui sono disseminati i dintorni di Berchidda, e, ogni giorno, un concertone finale in piazza del Popolo, nel centro del paese. Il festival intratterrà gli spettatori fino a notte fonda al jazz club sulla terrazza del Belvedere, dove si esibirà il sestetto Open Sextet, oltre alle svariate installazioni e mostre d'arte visiva, di grafica e di fotografia.
Le esibizioni conclusive saranno inaugurate il 12 dalla cantante americana Jeanne Lee, accompagnata da Alain Jean-Marie al pianoforte, Jean Jacques Avenel al contrabbasso e John Betsch alla batteria, e dalla violinista e vocalist ceca Iva Bittova con il quintetto Cikori.
La serata del 13 ospiterà i canti e le danze della tradizione berbera e dell'Houara proposti dalle marocchine B'net Houariyat, ed al progetto Future Song guidato dalla percussionista danese Marilyn Mazur. L'arpista bretone Kristen Noguès sarà protagonista il 14 con il clarinettista e sassofonista Mauro Negri, seguiti dal trio americano Equal Interest della pianista Myra Melford con Joseph Jarman ai sassofoni e Leroy Jenkins al violino.
Alla samba delle Rumbanana, tutte ragazze di origine francese, cubana, spagnola e americana, sarà affidata la parte musicale della conclusiva del festival; la loro esibizione sarà accompagnata da fuochi d'artificio, dal lancio di una mongolfiera dell'artista Sylvie Zampolini, e dallo spettacolo Monumento-Smonumento, della compagnia teatrale di strada sassarese Théâtre en Vol.
Le stesse artiste che suoneranno nei concertoni finali (alle quali si aggiungerà la pianista cagliaritana Silvia Corda), si esibiranno anche durante il giorno nelle campagne di Berchidda e dei centri vicini, nell’ambito dell’iniziativa "Chejas foranas", che tanto successo ha riscosso nelle ultime quattro edizioni della rassegna.
Incredibilmente suggestive anche le location previste quest’anno da Musica sulle bocche, che, sotto la direzione artistica di Enzo Favata, si svolgerà a Santa Teresa Gallura e dintorni, dal 26 al 30 agosto. Il festival gallurese, alla sua quindicesima edizione, partirà il 26 con l’esibizione del trio Caracas Café, composto da Favata al sax, Marcello Peghin alle chitarre e UT Gandhi alla batteria, a accompagnato dalle coreografie del danzatore etiope Melaku Belay, e si svolgerà negli incantevoli scenari della Cala Grande a Capo Testa, sbocco naturale sul mare della ben nota Valle della Luna.
La giornata successiva vedrà protagonisti il quartetto sardo Four And More e quello del sassofonista di Stefano Di Battista, mentre nel quartiere di Santa Lucia si esibiranno i Qoelet Pro, con giochi visivi ed effetti speciali.
Come ogni anno una giornata sarà dedicata alla musica popolare Sarda, che, per questa edizione del festival, sarà quella del 28 e si svolgerà presso la chiesa campestre di Nostra Signora di Buoncammino; si esibirà, con il loro "canto in re", il duo formato da Daniele Giallara alla voce e da Bruno Maludrottu alla chitarra. La serata proseguirà con le esibizioni del quartetto guidato da Ivan Mazuze, sassofonista mozambicano, e di quello del clarinettista francese Louis Sclavis, che porterà in scena lo spettacolo "Silk and Salt Melodies".
Il 29, i Gouney d'Africa, un gruppo di giovani percussionisti africani residenti in Sardegna, accompagnerà la narrazione, in perfetto stile griot, di storie di migrazioni, vecchie e nuove, del senegalese Mamadou Mbengas. La serata si concluderà con l’esibizione del trio sardo Ollantaytambo, e dal progetto "Mesa - the Table of Music", tra Enzo Favata e il vibrafonista etiope Mulatu Astatke, autorevolissimo esponente dell’Ethio Jazz, che vanta collaborazioni con Duke Ellington, Miles Davis e John Coltrane
Come da tradizione, la giornata conclusiva del festival inizierà all’alba sulla spiaggia della Rena Bianca, dove suonerà il percussionista siciliano Alfio Antico, proseguirà al Faro di Capo Testa, con lo spettacolo "Sonata per luna crescente - Jazz for two keyboards" con Giuliana Soscia alla fisarmonica e Pino Jodice al piano, per concludersi in serata, nella piazza di Santa Lucia, con la jam session finale degli artisti protagonisti del festival ai quali si aggiungeranno i giovani talenti locali.
A partire dalla seconda giornata, e fino alla conclusione, si esibirà la brass band livornese BadaBimBumBand, con uno spettacolo itinerante per il centro del paese e altri luoghi caratteristici, si svolgeranno Masterclass e laboratori volti a sviluppare le capacità di ascolto dei suoni in modo creativo e a contatto con l'ambiente.
Altro importante appuntamento per gli amanti del genere è il Seminario Nuoro Jazz, fondato e diretto da Paolo Fresu a partire dal lontano 1989, e che da due anni viaggia sotto la direzione del pianista Roberto Cipelli. Il seminario si articolerà in undici giornate dal 20 al 30 agosto, presso Scuola civica di musica "Antonietta Chironi", tra lezioni teoriche e pratiche, prove aperte di gruppo e musica d'insieme, con un corpo docente che annovera, tra i suoi ranghi, alcuni dei migliori musicisti in circolazione a livello nazionale. È prevista una masterclass internazionale, con il pianista, fisarmonicista e compositore americano Gil Goldstein, una masterclass sulla musica tradizionale sarda con l’organettista Totore Chessa, un seminario per fonici, curata dalla sound engineer americana Marti Jane Robertson, e tutta una serie di incontri sul tema del jazz come musica senza confini.
A fare da corollario alle attività didattiche, saranno i consueti concerti, che quest’anno si svolgeranno a Nuoro, Onanì, Orosei e Posada; si esibirà il 20 agosto, all'auditorium "Giovanni Lilliu" dell'ISRE, l'Istituto Superiore Regionale Etnografico, il sassofonista e pioniere del connubio tra jazz e musica tradizionale, Gavino Murgia, ex allievo dei seminari, accompagnato da Michel Godard, virtuoso della tuba e del serpentone, e dal percussionista Patrice Héral. Murgia sarà protagonista anche la mattina del giorno successivo, in duo con Salvatore Maltana al contrabbasso, del concerto nella casa circondariale di "Badu 'e Carros", mentre in serata suonerò il sestetto Jazz Express, formato dai migliori allievi dello scorso anno, e poi al duo del sassofonista Raffaele Casarano con il pianista Mirko Signorile. Sabato 22 ad esibirsi saranno invece i docenti del seminario, che ospiteranno Paolo Fresu, nel concerto dedicato alla memoria di Marco Tamburini.
Martedi 25 porterà la sua originale combinazione di jazz e musica classica indiana, il Ragini Trio di Nathan Daems, Marco Bardoscia e Lander Gyselinck (batteria), con il pianista serbo Bojan Z. Il giorno seguente si esibirà la cantante Elisabetta Antonini, con il suo progetto dedicato alla Beat Generation. Il quartetto di Matteo Pastorino suonerò invece il 23, mentre il 27 saranno di scena gli strumenti a mantice, con Antonello Salis, Totore Chessa e Gil Goldstein, che si esibirà in solo anche venerdi 18 al Museo MAN.
A Posada si esibirà invece il chitarrista e direttore d'orchestra Roberto Spadoni con i Solisti dell'Orchestra Jazz della Sardegna in "Sphere", una rivisitazione del songbook di Thelonious Monk. A Orosei, presso la Casa Cabras, sarà protagonista venerdì 28 il trio di Bebo Ferra (chitarra), Paolino Dalla Porta (contrabbasso) e Fabrizio Sferra (batteria), mentre sabato 29, a Onanì andrà in scena il Collettivo T. Monk, giovane band di dieci elementi nata in seno al conservatorio "Giuseppe Verdi" di Milano.
Il saggio finale del seminario si svolgerà quest’anno al CESP, il Centro Etico Sociale di Pratosardo, e vedrà protagonisti, domenica 30 agosto, gli allievi del Seminario, diretti e affiancati dai loro stessi docenti.
Da non perdere anche uno dei capisaldi della stagione estiva e uno dei primi festival Jazz nati in Sardegna: Ai confini tra Sardegna e Jazz festeggia quest’anno il suo trentesimo compleanno e si conferma uno degli eventi di maggiore respiro internazionale della stagione jazzistica isolana.
L’edizione di quest’anno sarà dedicata al compositore, arrangiatore e direttore d’orchestra Lawrence D. “Butch” Morris, protagonista di diverse edizioni passate del festival e uno dei principali promotori dell’incontro tra jazz, nuova musica, improvvisazione e musica colta contemporanea, e la sua opera sarà rivisitata e reinterpretata dai più importanti improvvisatori europei e americani, all’insegna della sperimentazione e delle contaminazioni più disparate.
Ad aprire i concerti sarà, il 1 settembre, il sassofonista Evan Parker, che proporrà il suo Set in Stone, seguito dal Nu Grid Project, quartetto composto da Jean-Paul Bourelly, Graham Haynes, Vernon Reed e DJ LOGIC, che promette la fusione, attraverso l'impulso jazzistico, funk, beat music e la fonetica afro.
Il 2 sarà la volta del cornettista e compositore Rob Mazurek, che porterà sul palco del festivale la sua Galactic Parable #79 for Butch Morris; Mazurek sarà seguito dal progetto Carved In The Air, quinteto capitanato dal pianista Keith Tippet, e dal Filu 'e FerruSant'Anna Arresi Quintet del sassofonista Evan Parker, che sarà accompagnato da Alexander Hawkins al piano, Peter Evans alla tromba, John Edwards al basso e Hamid Drake alle percussioni.
Il giorno successivo si esibiranno il trombettista Graham Haynes, con lo spettacolo Sound beyond Sound e il Large Ensemble, quattordici musicisti diretti da Evan Parker, che omaggeranno il compositore statunitense con Homage to Butch. Il 4 settembre si esibiranno l’Evan Parker Quartet e, a seguire la Nublu Orchestra, diretta dy Kenny Wollesen, che proporrà The Long goodbye - Conduction n.2. Il giorno seguente, in esclusiva, andranno in scena il trio composto da William Parker (contrabbasso), John Dikeman (sassofono), Hamid Drake (batteria), e nuovamente la Nublu Orchestra, con il loro Tribute to Butch Morris, Conduction n.2.
La serata conclusiva verrà avvicendarsi sul palco Wildbirds and Peacedrums, duo composto dalla cantante Mariam Wallentin e dal percussionista Andreas Werliin, e la Fire! Orchestra, i cui 18 elementi saranno diretti dal sassofonista Matt Gustafsson.
Venerdi 4 settembre si terrà a Terralba la terza edizione del Terralba Doc – Bovale Jazz Festival, durante il quale si consoliderà il riuscitissimo sodalizio tra grande jazz e le eccellenze enogastronomiche del territorio, grazie alla contemporaneità di esibizioni di elevato livello e degustazioni di prodotti locali e vini delle cantine terralbesi.
Il programma prevede le esibizioni in diverse location nel centro abitato degli SVM, trio di giovanissimi jazzisti, tutti made in Sardegna, vincitrice del Conad Contest per Umbria Jazz 2014, dei Trioxide, altro trio composto da piano, contrabbasso e batteria, che spazia tra swing, latin, bossanova e funky, e il Mal Bigatto Qtet, quintetto di improvvisazione radicale e fusione di jazz e rock. Il main stage vedrà invece protagonisti il Periscope Quartet, progetto del pianista Toti Cannistraro e del trombettista Alessandro Presti, con la partecipazione di Luca Bulgarelli al basso elettrico e Roberto Gatto alle percussioni, che riproporrà una rilettura di brani del repertorio del pianista americano Bill Evans. Nel pomeriggio Roberto Gatto terrà anche un un seminario di batteria.
Il tutto sarà accompagnato dai vini delle cantine Su Cuppoi, del Bovale, Melis e dalle Nieddittas. Quest'ultima sarà promotrice, nella giornata successiva, della sagra delle Nieddittas, con il concerto del sempreverde Edoardo Bennato.
Simone La Croce
(Photo credits Stefania Desotgiu)