La dolce e misteriosa leggenda narra che viveva anticamente, forse verso il mille, un giovine maestro di Sorres, artista, poeta gentile; il quale tornando nel suo paese dopo aver studiato oltremare, presso un pittore ed architetto famoso, rimarco' nel villaggio una finestra misteriosa dove con molta grazia ed abbondanza crescevano le rose, e le campanule s' intrecciavano alle spirali delle colonnine, che non si apriva mai, e tra cui fiori non appariva mai nessuna testa.

Solo ogni mese un arazzo intessuto di astri, di figurine e di foglie d' alloro, scentolava leggero sul davanzale, ma invisibile era la mano che lo spargeva e ritirava. Mosso dalla curiosita' il giovane artista chiese informazioni su quella casetta arcana; ma nessuno gliele seppe mai dare. Il mistero piu' intenso regnava la intorno.


Allora il giovine si reco' una notte ad origliare presso quella finestra e senti' solo una soavissima voce di donna cantare come un canto di cigno che muore, e sentiva pure il muoversi leggero delle spole di un telaio. 
Arso dalla curiosita' l' artista un' altra notte prese la sua mandola e canto' una triste appassionata canzone sotto la finestra bizzarra. Poi, siccome la neve cadeva e la notte era cruda, picchio' chiedendo asilo e dicendosi un viandante smarrito. Ma una voce soave gli rispose: io non ho pane da darti, nel mio piccolo giaciglio non sono che spine; mille e mille gradini granati devi salire per arrivare a me che si vicina ti sembro. Quando arrivi sono fredda come la morte. Viandante, va! ". E siccome, lui insistevalo consiglio' di ricovrarsi nella chiesa vicina, ma egli replico' che la chiesa cadeva in rovina e dentro ci nevicava come fuori

" Fatene una voi, allora!" esclamo' la voce.
" Io farolla se voi mi ispirerete il disegno! "
" Te lo daro, va! " E la voce non parlo' piu'.

Il giovane se ne ando', e dopo molti mesi vide nella finestra sparso un magnifico arazzo con una chiesa pisana ricamatavi. Era meraviglioso: vi si scorgeva tutto l' interno, coi piu' minuti particolari, e l' artista capi' subito e si scolpi' in testa quel disegno. Ma abbisognavano molti denari per costrurre un simile tempio e il paese era poverissimo. Come fare? Il giovine, innamorato perdutamente della misteriosa abitatrice di Sorres che gli aveva proposto la costruzione della chiesa, deciso di adempiere la sua promessa pur di giungere a conoscerla, dipinse una Madonna in campo d' oro, con un mandorlo fiorito in mano, e regalo' la squisita sua dipintura alla vecchia chiesa cadente. Tutti ammirarono il quadro, e una mattina videro che la Madonna invece del mandorlo teneva in mano una chiesa. 
Era simile a quella dell' arazzo, ed era stato il giovine, che introdottosi furtivamente nella notte in chiesa, l' aveva dipinta, cancellandovi il mandorlo. Si grido' al miracolo, e si disse subito che la Madonna voleva una chiesa cosi! Allora un fraticello prese il dipinto miracoloso e corse per i castelli ed i condadi e le ville raccogliendo denari e offerte per la costruzione della chiesa. E quando ebbe riempito d' oro molti forzieri propose al giovine mastro di Sorres di edificare il tempio. Egli accettò: molti operai vennero chiamati all' opera e in breve - non ostante i mali spiriti che ogni notte distruggevano il fabbricato - la chiesa sorse, bella e ricca come nel disegno dell' arazzo!

Nella notte precedente il di della consacrazione, mentre tutto il villaggio, animato dalle genti dei villaggi vicini, festeggiava il grande avvenimento, il giovine mastro si reco' alla casetta misteriosa e batte' la porta.

" Chi sei tu? ", chiese la dolce voce incantatrice.
" Son venuto a prendere un fiore dalle tue mani e porlo alla Madonna" sospiro' il giovine " Aprimi!..."
" Bene sta, vengo. " 

La porta si aperse per incanto e il giovine si trovo' dinnanzi alla misteriosa, che pareva vestita d' argento, con una stola nera sulla veste, sparsi i biondi capelli sulle spalle e pallidissimo il viso che spiccava nettamente innanzi ai ricami delle pareti, i quali sempre s' andavano cangiando, in intrecci di rabeschi e figure perfettamente intessute e disegnate. Nel mezzo di dette stoffe, immutabile campeggiava la chiesa di San Pietro di Sorres. In un canto stava il telaio, e d' oro tutti parevano i fili. La bella accenno' con gli occhi sereni, senza mutamento tutta composta nella sua soavità dell' atto come le figure che si vedono nei mosaici bizantini. Aveva ai piedi ramoscelli d' olivo e nelle mani rami di alloro con le bacche d' oro.
La bella lascio' andare una foglia di lauro, ed egli si chino' per raccoglierla, e come vide che la donna accennava d' avvicinarglisi, bella cosi' come i sogni dell' ideale, il giovine si avvicino'ed un bacio pose su quelle labbra divine. Ma non appena ebbe la baciata, che tutto si senti' un gelo come di sfinimento per le membra, e cadutole ai piedi, dolcemente guardandola mori'!

 

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Simone Tatti
Author: Simone Tatti
Giornalista, data analyst e startupper. Economista di formazione, con master in sviluppo territoriale e gestione d’impresa mi appassiono al mondo dei media dopo aver vinto il primo concorso universitario Heineken – Ichnusa in “Marketing e Comunicazione”. Scrivo con costanza da circa quindici anni su testate giornalistiche off e online prediligendo la produzione di reportage e articoli di analisi statistico/economica. Per amore verso la mia terra, fondo www.focusardegna.com. Ho curato l’immagine e la comunicazione di progetti di destinazione turistica (i.e. Distretto Culturale del Nuorese e Sardinia East Land | destinazione globale Nuorese Ogliastra) e la gestione dei canali social di affermati mass media (Unione Sarda, Videolina e Radiolina). Per sapere altro su me o quel che faccio, visita il mio sito www.simonetatti.it.

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