La città per chi passa senza entrarci è una, e un’altra per chi ne è perso e non ne esce; una è la città in cui si arriva la prima volta, un’altra quella che si lascia per non tornare; ognuna merita un nome diverso; forse di Irene ho già parlato sotto altri nomi; forse non ho parlato che di Irene”.  Italo Calvino, le città invisibili

Come si racconta un Paese così poliedrico e contraddittorio? Come fare a non fermarsi solo alla superficie e dare voce alle mille anime che lo compongono? Sono queste le domande che accomunano il progetto Sardinia Spop Tourism con il mio percorso di vita, un percorso felice e strampalato allo stesso tempo, come mi piace definirlo.

Eppure, ogni qualvolta mi imbatto in un nuova storia da ascoltare, ogni qualvolta provo quella calda, dolce sensazione del “sentirmi a casa”, si fa sempre più forte la consapevolezza che forse questo mio lungo girovagare ha avuto un senso.

Ci sono cose che impari crescendo, una di queste è che le verità sono infinite. 

Sono partita dalla Sardegna con una grande voglia di evadere, di conoscere e di respirare a pieni polmoni il mondo al di fuori dell’isola. Come tanti giovani sardi prima di me, ho inseguito l’illusione di chi ci diceva che il successo, l’apertura mentale, si acquisiscono solamente uscendo fuori dall’isola, andando a scoprire come, diversamente da qui, si può fare carriera e dare gambe ai propri sogni. Ma mai, mai mi sarei aspettata di riscoprire le mie radici in un posto così apparentemente distante da casa, come l’Iran.

Ma che c’entra l’Iran con tutto questo discorso, vi starete giustamente chiedendo?

C’entra nella misura in cui un’immagine, una sola immagine può essere lo specchio in cui si riflettono le  altre tessere che compongono l’immaginario di un luogo. 

Ecco che improvvisamente frasi come “Oddio, ma come hai fatto? ma non era pericoloso?” in un perfetto gioco di corrispondenze si associavano a quelle “Ma perché, in Sardegna avete anche le montagne?”. Lì ho capito. Lì ho fatto la promessa, a me stessa ancora prima che alla giovane coppia di iraniani che mi ospitava nella loro casa, che avrei tentato con tutte le mie forze di raccontare la mia esperienza, così come l’avevo vissuta, senza fronzoli né mistificazioni. 

Si può denunciare la mancanza di alcuni diritti fondamentali. Oppure si può decantare la bellezza di un luogo.

C’è tutto, ovviamente. Il punto è scegliere cosa raccontare. Si può decidere di raccontare un luogo dall’esterno, fermandosi  all’apparenza. Oppure di raccontarlo insieme a chi lo vive in prima persona perché lo abita, lo sente proprio, e a volte lo subisce.

Senza questa interiore presa di coscienza risulta difficile restituire un’immagine attendibile di un luogo, che tenga conto delle sue mille sfaccettature. Quello che facciamo con Sardinia Spop Tourism è anche questo: restituire un’immagine altra dello spopolamento, che non sia solamente legata all’idea di un inesorabile declino, ma che sia anche icona/simbolo di un mondo che re-esiste, nonostante tutto. 

Uscendo fuori ho imparato a conoscermi all’interno. Ho imparato che il pregiudizio è molto più grande di qualsiasi altra certezza. Ho imparato che questo sentimento di relazione profonda con la terra e le proprie radici ha a che fare più con i cuori che con i confini geografici, ma soprattutto, ho imparato da Chimamanda Ngozi Adichie che “when we reject the single story, when we realize that there is never a single story about any place, we regain a kind of paradise.

Kiki Skipi + Andrea Casciu – Festival della Resilienza, Macomer (NU), 2018. photo credit: @IlariaGiorgi

 

Quello che nel mio piccolo posso fare è incoraggiare caldamente questo nostro lavoro, portare a riflettere sui suoi presupposti e sui suoi obiettivi, e soprattutto, continuare ad indagare la complessità del presente, perché in fondo, anche la cosa che più diamo per scontata, come la nostra vita, ci può riservare sempre nuove grandi sorprese. 




Claudia Licheri

Laureata in Lingue, culture e società dell'Asia e dell'Africa Mediterranea presso l'Università Ca' Foscari di Venezia e Laureata magistrale in Cooperazione internazionale, tutela dei diritti umani e dei beni etno culturali, presso l'Alma Mater Studiorum, Università di Bologna. Dopo il percorso di studi universitari ha deciso di tornare in Sardegna dove ha frequentato il corso di formazione professionale "Impresa Turismo" grazie al quale ha acquisito specifiche competenze nell'area turismo e beni culturali. Fa parte del Direttivo dell'Associazione Culturale "Nino Carrus" . 

In Sardinia Spop Tourism svolge il ruolo di coordinatrice del gruppo ed è referente per il Guilcier e il Barigadu. 


 Articolo realizzato nell'ambito della collaborazione tra FocuSardegna e Sardinia SpopTourism

Scopri il progetto nell'articolo dedicato e su www.sardiniaspoptourism.it

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