Nel 2008 Marcello Fois scrive un libro intitolato “In Sardegna non c’è il mare”, provocatorio ed incalzante ma pieno d’amore, dedicato ad una Sardegna interna.
Finché non si varca il mare non si sa di far parte di un territorio definito.
A volte il mare non c’è nemmeno nei paesi che ci si affacciano. Perché si può essere interni anche quando si è esposti, costieri.
Il mare delimita ma il mare è anche apertura.
Sardinia Spop Tourism naviga l’interno di una Sardegna senza mare. Eppure, il mare lo sentiamo, non ce ne dimentichiamo, perché l’Isola, scriveva Elio Vittorini, “di qualcosa di salmastro odora anche su a mille metri”.
Io, ad esempio, quel salmastro riesco a sentirlo anche nelle querce da sughero distanziate e piegate dal maestrale nella piana del Medio Campidano, da cui provengo, nei boschi e negli arbusti bassi e odorosi che spuntano dalle rocce affioranti sui sentieri del Monte Linas.
In Sardegna non c’è il mare, dice Fois, e aggiunge, in non-conclusione: “Vorrei una Sardegna in cui non fosse tanto facile essere speciali”.
Specialità è distanza.
Le copertine di “In Sardegna non c’è il mare” di M. Fois e “Sardegna come un’infanzia” di E. Vittorini. Foto dell’autrice.
Foto “FocuSardegna 2_E.Cavalli”: Vista sul Medio Campidano. Foto di Ettore Cavalli.
Parafrasando le sue parole, questo status “biologico” ci rende spesso pigri, arresi alla nostra convinzione di inferiorità e ci fa, talvolta, sentire avulsi dalla responsabilità di una lotta quotidiana contro l’adattamento ad una visione altrui. La specialità si merita, si conquista. E per farlo, in Sardegna si deve imparare ad essere sardi.
Ho vissuto a Macerata per 6 anni, dal 2014.
Ero partita, restando in Sardegna.
Le Marche, per fortuna, si fanno amare. Lì ho imparato che per poter contribuire al futuro della Sardegna dovevo cercare di contribuire al futuro delle Marche. Certe dinamiche, certi processi, certe sfide non sono solo nostri.
In Sardegna non c’è il mare: “Vorrei un posto dove si sapesse gioire dei successi altrui come se fossero di tutti noi. Dove si riuscisse ad includere piuttosto che escludere, nella lingua come nella cultura, nella natura come nell’economia.”
L’Isola va navigata al suo interno, va percorsa tutta, per accogliere una visione territoriale che scardini la resistenza dell’Io in favore del Noi.
Va tracciata una Mappa della Specialità Meritata.
Sardinia Spop Tourism sta cercando di tracciare questa Mappa, partendo da quei luoghi da cui il mare non si vede e forse non c’è, da quelle realtà che fanno resistenza quotidiana nei piccoli paesi delle aree interne in via di spopolamento, che hanno compreso il valore dell’inclusione rispetto all’esclusione.
Ci piacerebbe metterli in comunicazione, creare reciprocità, favorire lo scambio di conoscenza e competenze, la nascita di sinergie e di progetti congiunti. Nel nostro breve cammino insieme, in ascolto dei territori, abbiamo già preso nota di alcune esigenze concrete. La carenza di competenza in progettazione, ad esempio, è avvertita sia nel pubblico che nel privato. Progettare mobilita risorse. Ma le risorse, senza una visione, si sprecano. L’idea di sviluppo alla quale vorremmo guardare si definisce su scale comunicanti di diversa grandezza (locale, regionale, nazionale, internazionale) e si basa sul coinvolgimento attivo e continuo di più attori (aziende, società civile, istituzioni ed università).
Vista sul Medio Campidano. Foto di Ettore Cavalli
Ciò non significa pensare ad una mappa di nodi riuniti in maniera indiscriminata. Sarebbe utopistico e, forse, poco pratico.
Mutuando quest’idea dall’ambito di una certa governance museale, dall’incontro potrebbero innescarsi percorsi di rete a cosiddetta “geometria variabile”, che guardino all’interno ma che varchino anche il mare, con connessioni diverse sulla base di una compatibilità valoriale e di specifiche esigenze da soddisfare, per intercettare competenze, per superare vincoli strutturali, pur mantenendo ognuno la propria autonomia e specificità. Per ogni esigenza, una connessione con attori che cambiano di rete in rete, provenienti da territori anche geograficamente distanti ma accomunati da simili caratteristiche di contesto.
Questa è solo una proposta e noi restiamo in ascolto. Il nostro lavoro è appena cominciato. Ciò che ha di speciale è che cerca di guardare negli occhi, con onestà, un’Isola futura che si riscopre per farsi scoprire. E che finalmente si assomiglia.
“[…] perché noi sardi siamo speciali quando ci mettiamo una cosa in testa…”
Sabrina Tomasi
Laureata magistrale in Management dei Beni Culturali all'Università di Macerata, ha poi conseguito un Dottorato industriale in Human Sciences, approfondendo le tematiche del marketing territoriale ed agroalimentare e forme di turismo sostenibile nelle aree rurali. Durante il dottorato ha lavorato con la start-up Expirit Srl, che si occupa di animazione territoriale e marketing territoriale nei piccoli borghi italiani, nei quali promuove iniziative di turismo esperienziale.
Attualmente lavora come assegnista di ricerca presso l’Università di Macerata nel contesto di un progetto europeo, dove indaga il contributo delle Università negli ecosistemi di innovazione regionale e nel contesto della Strategia di Specializzazione Intelligente.
In SardiniaSpopTourism cura i testi ed è referente per il Medio Campidano.
Articolo realizzato nell'ambito della collaborazione tra FocuSardegna e Sardinia SpopTourism
Scopri il progetto nell'articolo dedicato e su www.sardiniaspoptourism.it
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