Impossibile non amare quella distesa indomita e selvaggia. Questi versi di Baudelaire, questa volta, sono tutti per lei, una donna sarda che ha deciso di tuffarsi nella «sua pace infinita»:Marianna Delaria, 34 anni di Olbia, ha dedicato la sua tesi di laurea a una ricerca agli abissi dell'Isola. Tanto azzurro e tanto sentimento e dopo le immersioni sono arrivati i riconoscimenti. «Parte dei dati raccolti in questo lavoro - racconta la dottoressa - è stata oggetto della mia tesi di laurea e di quella di Giuseppe Bernardi, collega di studi ed amico con cui ho avuto l'onore di lavorare, prematuramente scomparso lo scorso giugno». 

E così il lavoro che è stato presentato al Congresso di Venezia, così come il manoscritto inviato a una rivista inglese, «sono dedicati a Giuseppe, una persona fantastica, con una grandissima sensibilità, che amava immensamente il mare, che ha collaborato con tutti noi impegnandosi con dedizione ed infinita passione a questo progetto e a tutti gli altri in cui è stato coinvolto dall'Area Marina Protetta di Tavolara Punta Cavallo».

Come è nato l'amore per il mare? «Ancor prima di iniziare a camminare - racconta Marianna - quando tra le braccia di mia mamma assaggiavo soddisfatta l'acqua salata. Ora non penso di poter vivere lontano da lui, provo un'emozione fortissima quando mi immergo, perché ogni volta il mare mi regala qualcosa di unico e meraviglioso». E così la scelta di vita è stata semplice, un percorso universitario alla facoltà di Biologia marina di Alghero.

2 RICERCA Biologa marina premiata

La fine del suo percorso di studi l’ha dedicata alla Caulerpa Racemosa. «Una macroalga inizialmente proveniente dal Mar Rosso, che in pochi anni sta invadendo gran parte del Mar Mediterraneo». Il lavoro di Marianna e Giuseppe puntava ad indagare i meccanismi di competizione tra quest'alga e una pianta marina presente solo nel Mar Mediterraneo, la Posidonia Oceanica «che con le sue immense praterie ricopre vaste porzioni dei fondali del Mediterraneo, sino a 40 metri di profondità, ed è di notevole importanza per il buon funzionamento degli ecosistemi marini».
Questa pianta, però, è diventata estremamente vulnerabile e la Caulerpa Racemosa, favorita da queste condizioni, sta vincendo la competizione.

Ecosistema a rischio. E così è partito l'esperimento manipolativo tra maggio e ottobre 2012, all'interno dell'area marina protetta davanti all'isola di Molara. «Circa 8 metri di profondità, in prossimità di una prateria di Posidonia Oceanica, abbiamo valutato il comportamento della Caulerpa Racemosa». 
Per poter raccogliere i dati utili alla ricerca hanno ideato e creato, con materiali non inquinanti, dei falsi fasci trasparenti che simulassero quelli di Posidonia Oceanica nelle sue diverse tipologie di praterie. «Ci immergevamo, con le bombole o in apnea, in 7-8 persone: due collaboratori dell'area marina protetta, Tore Vitale e il dott. Pier Panzalis, la dottoressa Sarah Caronni dell’Università di Pavia (la correlatrice delle nostre tesi), la professoressa Giulia Ceccherelli dell’Università di Sassari (la nostra relatrice)».
I risultati raccontano che la Caulerpa Racemosa, nell'area esaminata cresce dove è presente un'alta densità delle foglie di Posidonia Oceanica: «L'ipotesi è che i pesci erbivori, più numerosi nell'area protetta, riescano a cibarsi dell'alga con più facilità dove la densità delle foglie di Posidonia Oceanica è minore, mentre non riescono a raggiungere Caulerpa Racemosa all'interno delle praterie più dense».

Insieme all'esperimento fatto la scorsa estate, i dati complessivamente ricavati sono già diventati oggetto di un manoscritto recentemente inviato ad una prestigiosa rivista inglese del settore. E così la Società Italiana di Biologia Marina ha conferito alla dottoressa Delaria uno dei Premi di Partecipazione al Congresso annuale di Venezia, svoltosi tra il 19 e il 23 maggio scorso.

Il futuro? «Spero di poter continuare a collaborare a nuovi progetti di ricerca finalizzati a proteggere e salvaguardare il mare che tanto amo. A riguardo, per la prossima estate abbiamo in programma una ricerca sulla risposta delle alghe tipiche delle coste sarde alle fioriture mucillaginose di una microalga proveniente da altre regioni geografiche».

Virginia Saba

fonte: http://www.ladonnasarda.it/index.php?option=com_k2&view=item&id=411%3Amarianna-delaria-l-amore-per-il-mare-e-la-passione-per-la-ricerca&Itemid=647#.U9nZ2_l_uaq

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Simone Tatti
Author: Simone Tatti
Giornalista, data analyst e startupper. Economista di formazione, con master in sviluppo territoriale e gestione d’impresa mi appassiono al mondo dei media dopo aver vinto il primo concorso universitario Heineken – Ichnusa in “Marketing e Comunicazione”. Scrivo con costanza da circa quindici anni su testate giornalistiche off e online prediligendo la produzione di reportage e articoli di analisi statistico/economica. Per amore verso la mia terra, fondo www.focusardegna.com. Ho curato l’immagine e la comunicazione di progetti di destinazione turistica (i.e. Distretto Culturale del Nuorese e Sardinia East Land | destinazione globale Nuorese Ogliastra) e la gestione dei canali social di affermati mass media (Unione Sarda, Videolina e Radiolina). Per sapere altro su me o quel che faccio, visita il mio sito www.simonetatti.it.

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