Avete mai cercato le parole “Km zero” su Google? I primi risultati puntano sostanzialmente a pubblicità e slogan di campagne per l'incentivo all'acquisto di automobili. Questo dovrebbe far riflettere. Il “km zero” di Ortalijas non ha nulla in comune con motori e autovetture, anzi c'è la voglia di cambiare stile di vita perchè le condizioni ambientali e sociali sono sempre più a rischio di collasso. Con Ortalijas siamo di fronte a un tipo di commercio dove i prodotti vengono venduti nella stessa zona di produzione.

La locuzione “a chilometro zero” identifica, infatti, una politica economica che predilige l’alimento locale garantito nella sua genuinità, in contrapposizione all’alimento globale spesso di origine non adeguatamente certificata, e soprattutto risparmiando nel processo di trasporto del prodotto, in termini anche di inquinamento. Ipotizziamo di cenare con della carne olandese, del vino argentino e dell'uva cilena, secondo voi, quanto spendiamo in termini energetici? Sicuramente più di quel che finirà nella nostra pancia. E che ne dite dell'emissione di anidride carbonica derivante dal trasporto di questi alimenti? Aspetti da non sottovalutare. Cibarsi con prodotti locali consente al consumatore un risparmio energetico notevole. Accorciare i chilometri e le distanze significa: abbattere i prezzi, promuovere il nostro patrimonio agroalimentare e salvaguardare l'ambiente.

Il Progetto “Ortalijas. Prodotti dal cuore dell’Anglona”, promosso dal Comune di Perfugas, si avvale dei finanziamenti erogati dalla RAS e intende contribuire al superamento delle criticità rilevate nel territorio in relazione al comparto agricolo, offrendo stimoli concreti per elevare la competitività dei produttori locali e massimizzare la loro visibilità nel territorio e non solo. I vantaggi della filiera corta comprovati in numerose esperienze di successo attuate a livello nazionale ed europeo sono riferibili al perseguimento dei seguenti risultati, abbracciati in linea di principio dal progetto Ortalijas: minor costo dei prodotti per il consumatore, (grazie all’abbattimento della spesa legata alla distribuzione); giusto compenso per i produttori; riduzione degli impatti ambientali dovuti alla distribuzione; maggiore tracciabilità dei prodotti; sensibilizzazione e rivalutazione del proprio territorio e di ciò che esso è in grado di offrire; consumo di prodotti sani e biologici, di provenienza certa.

Nel lungo periodo, il progetto Ortalijas contribuirà al perseguimento di obiettivi specifici, quali: incremento del consumo dei prodotti locali, in maniera tale da rendere le aziende locali più competitive rispetto alla grande distribuzione, attivazione dei processi di sensibilizzazione dei consumatori all’acquisto di prodotti di qualità meno impattanti sull’ambiente, coinvolgimento dei cittadini e delle scuole nelle azioni di sostenibilità ambientale.

Noi di FocuSardegna abbiamo intervistato l'attuale coordinatore del Mercato Contadino Ortalijas. Antonio Sotgiu 31 anni, agricoltore da generazioni, con una visione più vigile verso lo sviluppo economico della nostra terra. Oltre all’attività nei campi accresce le sue competenze frequentando il corso di laurea in Pianificazione e progettazione del territorio rurale presso la Facoltà degli studi di Sassari.

Antonio chi c'è dietro Ortalijas?

Dietro Ortalijas c’è un piccolo gruppo di produttori che vuole farsi spazio all’interno di un mercato ormai saturo di prodotti provenienti dall’estero, un gruppo di produttori che si vuole far conoscere ai consumatori sempre più distratti e diciamo frettolosi nel fare la spesa; Ortalijas parte oggi con cinque, sei produttori ma conta di avvicinarne altri a breve, per raccontare a tutti che c’è una Sardegna che produce qualità. 

Come è nata l’idea?

L’idea nasce principalmente dal comune di Perfugas, vincitore di un bando della R.A.S. sulla sostenibilità ambientale; poi noi produttori abbiamo voluto cogliere la palla al balzo abbracciando questo progetto. 

Qual è il punto di forza del vostro progetto?

Il punto di forza del nostro progetto è le freschezza dei nostri prodotti che passano direttamente dall’orto allo stand del nostro mercato contadino, e la differenza tra i nostri prodotti e quelli della g.d.o. si vede e i nostri clienti felici  ce lo ribadiscono tutte le volte che vengono al mercato. 

Che garanzie date sulla qualità del servizio e dei prodotti che vendete?

Tutti i nostri prodotti sono tracciabili, nel senso che chi viene al mercato contadino può venire a trovarci nelle nostre aziende per vedere come coltiviamo e alleviamo, possiamo dire che nei mercati contadini si lavora molto grazie ad un rapporto basato sulla fiducia tra le persone. 

Ogni singola fase operativa del progetto è caratterizzata da un ricco programma di eventi promozionali (presentazioni di libri, concerti, laboratori) con il pieno coinvolgimento di operatori e associazioni locali. Non solo promozione della filiera corta ma anche un ottimo marketing territoriale. Avete trovato resistenze nel territorio?

Resistenze direi di no, anche se come per tutte le cose troviamo difficile disabituare le persone ad andare a fare la spesa al supermercato, ancora dobbiamo far capire che con i mercati contadini possono riprendere  a girare delle microeconomie paesane che si son perse negli anni, con l’avvento dei supermercati è mancata nelle piccole comunità l’intenzione di aiutare i piccoli produttori, preferendo la via più facile del supermercato dove trovi tutto e devi pensar poco. 

Che cosa si può fare in concreto, in Sardegna, nella lotta per la sovranità alimentare?

Come singoli individui, dovremmo un po’ tornare indietro, ai tempi dei nostri nonni, quando andava di moda “farsi la provvista”, prestando attenzione alla provenienza del prodotto e decidendo noi cosa comprare e da chi, provando ad abbandonare per una volta il supermercato ed andando nei paesi alla ricerca dell’olio buono, del formaggio, del vino, delle cipolle senza l’imposizione di comprare ciò che troviamo negli scaffali. Alla Pubblica Amministrazione, abbastanza presente in Sardegna suggerirei una maggiore attenzione quando si fanno le gare d’appalto per le mense scolastiche, carcerarie, ospedaliere e universitarie, e che anche i bandi vengano rivolti in una maniera più sensibile alle politiche del mangiare sano e del km0. Questa sarebbe la conquista della sovranità alimentare in Sardegna per me. 

Se Ortalijas avesse un motto quale sarebbe?

Non saprei, sicuramente un motto che richiama gli odori dei nostri prodotti, dei nostri ortaggi del nostro vino, della nostra bellissima terra.

Irene Bosu


 

* Per saperne di più:

Le schede dei produttori: http://www.ortalijas.it/produttori.html

Sito: www.ortalijas.it

Social: https://www.facebook.com/Ortalijas.Perfugas?fref=ts

Autore dell'articolo
Simone Tatti
Author: Simone Tatti
Giornalista, data analyst e startupper. Economista di formazione, con master in sviluppo territoriale e gestione d’impresa mi appassiono al mondo dei media dopo aver vinto il primo concorso universitario Heineken – Ichnusa in “Marketing e Comunicazione”. Scrivo con costanza da circa quindici anni su testate giornalistiche off e online prediligendo la produzione di reportage e articoli di analisi statistico/economica. Per amore verso la mia terra, fondo www.focusardegna.com. Ho curato l’immagine e la comunicazione di progetti di destinazione turistica (i.e. Distretto Culturale del Nuorese e Sardinia East Land | destinazione globale Nuorese Ogliastra) e la gestione dei canali social di affermati mass media (Unione Sarda, Videolina e Radiolina). Per sapere altro su me o quel che faccio, visita il mio sito www.simonetatti.it.

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