Augustis (attuale Aùstis). Centro romano della Barbaria  (Barbagia) sarda, posto  a 800 m. di altitudine alle falde sud-occidentali del Gennargentu, a breve distanza da Sorabile (Fonni) e da Forum Traiani (Fordongianus) e dalla strada a Karalibus Olbiam per mediterranea. Augustis nel nome ricorda l’imperatore Augusto e testimonia la primitiva romanizzazione della Sardegna interna che già in età augustea fu probabilmente sede di un distaccamento della cohors Lusitanorum (corte ausiliaria formata originariamente da Lusitani).

 

Il toponimo moderno Aùstis è chiaramente derivato da un’antica forma latina Augustis, conservatasi fino al XII-XIII secolo (Condaghe di Santa Maria di Bonarcado) che richiama un intervento amministrativo dell’imperatore Augusto nella fondazione di una mansio militaris (presidio di carattere militare). Più tardi, alla metà del XIV secolo sono attestati i toponimi Augustis e Gustis. La forma latina sarebbe quella di un ablativo plurale locativo, anche se si è anche pensato ad una forma composta come Forum Augusti, Vicus Augusti, Lucus Augusti.

Le più recenti prospezioni archeologiche e i ritrovamenti di materiale ceramico hanno evidenziato ad Aùstis un insediamento di origine augustea sviluppatosi nel corso dell’età giulio-claudia (sigillata italica, vernice nera locale a pasta grigia, vasi a pareti sottili) e con continuità di vita sino ad età tardo antica-altomedioevale (sigillata chiara, ceramica africana da cucina) e in pieno medioevo.

L’area funeraria era dislocata a nord-est dell’attuale abitato di Aùstis, dove oggi sorgono la Scuola Media, il centro sociale e l’area sportiva, da questa necropoli proviene la stele funeraria in trachite del venticinquenne Cn(aeus) Coruncanius Faustinus, databile al I secolo d.C.

In località Perda Litterada (<<pietra inscritta>>) e nella vallata di Pira Pateri, a 700 metri a Ovest-Sud-Ovest dell’abitato di Aùstis (a Nord e a Sud della S.P. Neoneli-Aùstis), si stendeva una seconda necropoli, costituita da tombe a cremazione, contrassegnate da grandi stele in granito locale. I defunti sepolti in tale area funeraria e i loro parenti e amici che si occuparono di curarne la sepoltura, appartenevano, come si ricava dai testi epigrafici, a categorie e gruppi sociali specifici: militari (Isasus Chilonis f(ilius) Niclinus, trombettiere della cohors Lusitanorum, e il suo commilitone Faustus Aedilis CIL X 7884); liberti e liberte (L(ucius) Lucretius L(uci) l(ibertus) Pacatus e il suo colibertus (Lucius?) Lucretius Secundus CIL X 7887, (Lucretia?) Secunda (Luci? Lucretii?) Secundi l(iberta) ELSard. p. 569 A220 e bambini (Castricius morto a sette anni CIL X 7885, figlio del miles Faustus Aedilis, Geminus morto a sette anni CIL X 7886 come pure L(ucius) Lucretius ELSard. p. 569 A 219 e Nercadaus morto a tre anni CIL X 7888). Con ogni probabilità la necropoli di Perda Litterada era destinata alle sepolture dei militari di stanza presso il campo della cohors Lusitanorum, che non è stato ancora individuato e che, come tutti gli accampamenti di epoca giulio-claudia, doveva essere in terra e legno. I militari e i civili di origine lusitana, (Caturo ad esempio il patrono della liberta Iucunda) al seguito della cohors dislocata ad Augustis influenzarono la realtà locale sarda di quel settore della Barbaria unendosi con donne del luogo e diffondendo probabilmente alcune loro forme di religiosità, come la devozione per la divinità lusitana Atecina Turobrigensis, nota attraverso la dedica posta da Serbulus presso il santuario termale delle Aquae Ypsitanae a Forum Traiani (Fordongianus), località alla quale Augustis era forse collegata da un diverticulum (strada secondaria).

 A cura del Prof. Attilio Mastino