Originario della Sardegna, come riportato nel Liber Pontificalis, da arcidiacono fu stretto collaboratore di papa Leone I Magno (440-461), che già aveva apprezzato le sue doti quando Ilaro, in qualità di legato pontificio, intervenne al Concilio di Efeso del 449 assumendo rigide posizioni contro il Monofisismo. Nel 461 venne eletto papa, succedendo a Leone non solo nella carica ma anche nella politica religiosa, sia nei confronti delle Chiese occidentali sia di quelle orientali.
Della sua opera letteraria ci rimane l’allocuzione pronunciata al Concilio romano del 465 e alcune epistole che testimoniano i suoi interventi presso la Gallia e le province iberiche. Il Liber Pontificalis e le testimonianze epigrafiche testimoniano invece la sua intensa attività costruttiva, tra cui si ricordano a Roma gli interventi di restauro nel Laterano e nella basilica di San Lorenzo, nonché la costruzione di alcuni monasteri.
Non si esclude che sotto il pontificato di Ilaro, che dovette rimanere legato alla natia Sardegna, sia stata istituita una provincia ecclesiastica che riunisse le grandi isole del Mediterraneo occidentale, la Sardegna, le Baleari e forse la Corsica, in un momento in cui i rapporti tra queste e Roma erano divenuti sempre più difficili a causa delle mutate situazioni politiche, soprattutto dopo il sacco di Roma del 455 e la conseguente estensione oltremare dei domini del regno vandalico d’Africa, vicende nelle quali la Sardegna era direttamente implicata; prima dell’età vandalica invece la Sardegna sarebbe stata dipendente direttamente dalla sede metropolitana di Roma. A capo della nuova provincia ecclesiastica venne posto, con ogni probabilità, proprio il vescovo di Cagliari.
Rubrica "Sardinia Antiqua" a cura del Prof. Attilio Mastino
testo tratto da: "La Sardegna. Enciclopedia Brigaglia"